lasoffitta

GESSO


Dai, fammi posto: ho fretta di viverti. Il tempo corre già così veloce. Lasciami entrare. Voglio immergermi furtivo nei tuoi occhi grigio-celesti tra una panchina di marmo e un albero giapponese. Nel tuo sorriso un po’ sconnesso ho lasciato tracce del mio. Lasciami percorrere (a ritroso) quei sentieri felpati pieni di acqua e muschio, quelle sobrie attese e i piccoli addii, che sanno di gesso, di treni e di castagne. 5 dicembre 2003