LA SPARO GROSSA

un colpo di fortuna

l'altra sera ho conosciuto Berlusconi.

Dico sul serio: era la famosa sera dello sciopero delle scorte. Viaggiava da solo in autostrada quando, così mi ha detto, ha sentito il motore strattonare: siccome non è abituato a guidare si era scordato di controllare il livello del carburante.

ironia della sorte la macchina - e che macchina - gli si è fermata proprio in una stradina di periferia piena zeppa di prostitute nigeriane che, ignorando chi fosse continuavano ad importunarlo vistosamente

sembrava proprio disperato e così mi sono fermato e gli ho chiesto se serviva aiuto

 stava giusto cercando qualcuno che lo accompagnasse alla prima area di servizio. Era pure senza tanica e col telefonino scarico.

ovviamente non aveva soldi con sè, ma io non mi fidai ugualmente quando disse che l'Italia intera era sua. ( e poi con tutto quello che si vede in televisione vatti a fidare del primo che passa!) 

ed è così che gli ho mentito. pure per il telefono gli ho detto che non avevo il cellulare, perchè chissà dove avrebbe telefonato, e a chi!!

che non avessi soldi, bè... non si è stupito per la verità, ma per il cellulare è rimasto un po' perplesso anche se si prodigava nei suoi sorrisi più smaglianti: era convinto che ormai tutti gli italiani ce l'avessero. mi ha promesso che se ne sarebbe occupato presto, magari con la nuova finanziaria.

arrivati al distributore, quello accanto al campo nomadi, che era quasi mezzanotte, mi ha fatto un po' pena abbandonarlo come un cane, senza soldi, senza telefono, e senza neppure una tanica, e stava pure piovendo.

così gli ho regalato un ombrello col manico rotto che avevo deciso di buttare e che , non so come, mi ritrovavo nel cofano. Gli ho lasciato pure il cappello di paglia di mio nonno, da tempo immemore lo conservavo dietro il lunotto.

inoltre notai che stavano arrivando un gruppo di extracomunitari che l'avrebbero sicuramente aiutato.

allontanandomi vidi la sua sagoma da vecchio già piccolo, rimpicciolirsi sempre di più e non potei che provare un po' di pena per lui, tuttavia riuscii ancora a distinguere chiaramente il suo sorriso smagliante quando gli extracomunitari lo circondarono amorevolmente, dopo che, incrociandoli, li avevo salutati calorosamente con la mano fuori dal finestrino e il dito medio alzato.