l'ennesimo blog

In mota manent


Dopo mesi e mesi durante i quali comincio un post e mi avvalgo della legge 194 prima di pubblicarlo, oggi, sarà perché il direttore non c'è e quindi qui sono tutti più rilassati, sarà che stamattina mi sono svegliata e ho sentito un brivido di freddo -dopo giorni di afa incontrollabile- sarà che in questi ultimi due giorni la metro ha cominciato a svuotarsi facendomi -addirittura!- trovare posto la mattina, insomma que sera sera (whatever will be will be) stamattina avevo proprio voglia di scrivere due stronzate.Ora, volevo dire una cosa, e lo so che sono fuori tempo massimo, avrei dovuto scrivere ste cose circa due mesi fa, ma tant'è. Come ho spesso fatto notare nei vecchi post la mia abruzzesità è forte e radicata. Io i cazzafa' per asciugare i piatti li chiamo mandricchioni, i cuppini sono i cuppini e le mie imprecazioni sono chisciccìs e chetepuzznumanpenn. L'unica montagna che riconosco come tale si chiama Majella e ciò che mi nutrisce spiducc (o rustell, a seconda delle scuole di pensiero). Amo la ceramica di Castelli e nel risotto alla milanese (!) metto l'oro d'Abruzzo.Insomma, tutto questo per dire cosa? In parte per descrivermi un poco, ma soprattutto per mandare a... farse numanpenn tutti quelli che abruzzesi lo sono diventati la notte del 6 aprile. Tutti quelli che hanno scoperto la bellezza della mia terra e il relativo patrimonio da salvare negli ultimi due mesi. Tutti quelli che "immaginavo tu fossi abruzzese cara, sei così schietta". Ma jetevìnn. La realtà è che l'Abruzzo non è mai esistito -un po' come il Molise per i miei cinesi- per tutta l'Italia. Quando ci lamentavamo dei fondi europei che arrivavano, sì, ma poi venivano trattenuti nelle afondiche tasche della nostra Regione, scranno sul quale nel corso degli anni si sono alternati re e reggenti che nulla hanno di "forte e gentile". Quando volevano trapanarci il Gran Sasso. Quando "un inceneritore vi salverà". E poi ci chiamano polmone d'Europa.A tutta questa solidarietà che in realtà si sta già esaurendo -basti pensare ai campeggiatori che cominciano a chiedere il dazio per farti far visita a un parente o un amico sfollato sulla costa- voglio esprimere una profonda gratitudine, e allo stesso tempo ricordare che, quando arrivano in quel che ormai viene definito "epicentro solidale", non devono perdere di vista il fatto che i vari campi sono composti da persone che se gli è andata bene hanno perso la casa.Come direbbe la divina Carmen -sempresialodata- tutto questo solo per dirvi che... abbiamo pagato fino in fondo. Quale sia la nostra colpa non è dato saperlo. Quale quella di appaltatori e politicanti la terra ce lo sta sussurrando da un bel pezzo (l'ultima volta questa notte). Quale quella di chi non ha voluto "scatenare inutili allarmismi" spero lo decida un'entità molto superiore.In questi casi però mi ricordo che purtroppo non credo in Dio.