latripladea

Deontologia del lancio del nano


Al festival letteratura di Mantova mi cade l´occhio (ci risiamo! Ho solo due occhi e devo stare attenta a non farli cadere troppo spesso perché se  mi finiscono nel pentolone degli incantesimi non riuscirò più a recuperarli) su  di un libro dal titolo Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima. Autore, Massarenti Armando.Mi chiedo quale nesso ci possa essere con la filosofia…
Così mi informo e scopro che il "lancio del nano" non è una metafora o un modo di dire,  ma un gioco realmente praticato, un´attività sportiva che consiste proprio nel lanciare un nano (un essere umano in carne ed ossa, non un pupazzo) il più lontano possibile.   http://www.carraronan.org/lancio_del_nano.htm http://news2000.libero.it/webmagazine/wms33.htmlAl momento trovo la cosa divertente, poi leggo che alcuni nani si sentono offesi e  in certe Nazioni questo sport è fuori legge; allo stesso tempo ci sono nani che reclamano il loro diritto ad essere lanciati visto che per alcuni è un vero e proprio lavoro. Quasi mi pento di avere trovato la cosa buffa, ma dopo tutto se il nano è consenziente e si adottano sistemi di protezione e sicurezza perché sentirsi offesi? Il bungee jumping è umiliante per chi lo pratica? Un nano non può fare lo stuntman? Quale dovrebbe essere il limite eticamente accettabile di un gioco o di uno sport? Probabilmente è una questione di abitudine all´assurdo. Forse è molto più crudele comperare un cane per poi tenerlo rinchiuso in appartamento....Magari i nostri amici francesi che si occupano di liberare i nani dei giardini possono anche prendere in esame il caso del lancio dei nani veri, proveremo a scrivere a loro....