latripladea

SENSAZIONI D’AUTUNNO


Questa notte ho sognato mio padre…è tanto che non passo a trovarlo, ricordo che mi diceva due frasi di rara saggezza, ma il chiarore dell’alba ha il potere di dileguare i mondi visitati durante la notte. Le streghe per tradizione seguono le indicazioni dei sogni così mi reco a piedi alla cascina dove sono cresciuta. Percorro le familiari mulattiere collinari, e mi pare di sentire le voci di noi bambini quando giocavamo nel letto quasi prosciugato del corso d’acqua che passa di lì. Rimanevano sempre delle pozze fangose con dei pesci e noi li pescavamo coi secchi bagnandoci le gambe.  Eravamo orgogliosi di contribuire col pescato al banchetto domenicale.Giungo davanti alla casa dei miei avi e suono. Nessuno risponde. Così attraverso l’ampio cortile e apro la porta. Il babbo sta dormendo sul divano e non si è accorto di me. Poveretto, è anziano e si è scordato di chiudere a chiave la porta. Sento che presto saranno loro ad aver bisogno della mia protezione, avverto il flusso delle energie che cambia, la stagione della forza e dei progetti per lui è …trascorsa. Noi fratelli dovremo chiedere che ci insegnino a preparare salami e vino secondo la tradizione affinché queste pratiche antiche non si perdano nel passato. Non voglio svegliarlo così esco nel cortile e osservo gli angoli dove ero solita nascondermi da bambina. Alcune cose sono cambiate, alcune piante sostituite. Ma ecco il vecchio caco, com’è derelitto, gli sono caduti i bracci e ne è spuntato uno nuovo lungo e sottile. Ha ancora attaccati dieci cachi così mangio quelli non beccati e butto le bucce nel recinto delle galline. Sotto il caco c’è un vecchio tino ora colmo di terriccio, il mosto ha ceduto il suo spazio al prezzemolo e ad altre erbe aromatiche. Ci sono cadute dentro anche delle foglie, ne raccolgo una e ho un flashback istantaneo: mi vedo bambina mentre cerco la foglia più bella perché la maestra ci ha assegnato questo compito. E così osservo le foglie del fico che sembrano grosse mani, poi quella rossiccia del platano, ma la più colorata è quella del caco e opto per quella.L’indomani a scuola tutti avrebbero avuto la propria foglia, chi non aveva un giardino se l’era procurata al parco o nel viale alberato. Si faceva a gara per  la foglia più bella, poi la si ricopiava su un foglio bianco e si la si colorava.Proseguo nella ricerca dei ricordi e vedo delle foglioline gialle. Ne raccolgo una e noto che i bordi sono seghettati. Ora ricordo che la maestra ci faceva anche descrivere sul quaderno le particolarità delle nostre foglie: bordi lisci, bordi seghettati, color giallo, color marrone…la descrizione doveva essere molto minuziosa. Chissà se adesso le maestre fanno raccogliere le foglie come ai nostri tempi? Probabilmente è da allora che si è instillata in me la passione per i colori autunnali. Raccolgo altre foglie e due bacche rosse e poi le bacche verdognole della rumeglia sulla quale ero solita arrampicarmi… …che differenza, l’altro giorno alla mostra d’arte raccoglievo depliant di pittori! ma questa infantile raccolta non è certo meno artistica, torno a casa e compongo un bel quadro colorato.Artemisia