latripladea

Come va, tutto ok?


“Ok”. Fine, ognuno a casa propria, lontani, alieni.E’ il linguaggio trito di molti giovani e non solo. Se uno volesse rispondere: - “No, non va bene per niente!”manderebbe nel panico l’altro, perché quella risposta non è prevista dal loro e dal nostro laconico vocabolario. Quel grido di dolore richiede tempo, ascolto: perle rare nella comunità dei privilegiati…. A cosa servono gli strumenti di comunicazione di cui ognuno è dotato? A cosa, se nessuno può nemmeno urlare “Sto male!”, se milioni di persone si sfiorano senza guardare l’altro per paura che il suo dolore rispecchi il proprio?(PAOLO CREPET “I figli non crescono più” pag. 27)Quando incontrate un amico o un conoscente le buone maniere insegnano che bisogna salutare e la consuetudine stabilisce (pare sia obbligatorio) che si chieda “Come va?” “Tutto bene?”. E’ altrettanto tassativo rispondere “Tutto bene grazie”. Non ne posso più di queste false formalità. Domani mi appendo un cartello al collo con scritto “Non va per niente bene e non rompete i coglioni con domande del cazzo!” Da molto tempo non riesco più a rispondere “tutto bene grazie e tu?” mi sembra una risposta cretina oltre a non essere sincera. E’ sbrigativa, falsa e di convenienza.Così mi sono inventata delle risposte nuove per osservare le reazioni degli altri. Per esempio :”hai la domanda di riserva?” oppure “vuoi una risposta sincera o formale?” o ancora “non va per niente bene”.Ogni volta vedi che sbiancano in volto perché sono costretti a rallentare il passo e a chiederti mostrandosi preoccupati cosa ti è successo. In realtà sono preoccupati per loro stessi perché fermandosi a chiedere informazioni sul tuo malessere, dovranno rallentare la corsa e perderanno tempo prezioso. Qualcuno si mette a ridere sperando che tu stia scherzando. Dopo un po’ cominceranno ad evitarti.Vogliamo provare a cambiare risposte? Vogliamo provare a salutarci con nuove parole o frasi? A me piacciono le domande e le risposte vere, sentite, che mi emozionino, anche negativamente ma basta con le espressioni confezionate, non mi piace vivere in mezzo a replicanti.Si accettano proposte per nuovi modi di salutare. Artemisia