latripladea

Il pianista sull'oceano: GIOVANNI ALLEVI


Merlino questa volta mi chiede di accompagnarlo ad un concerto di pianoforte….se non fosse perché ho un debito da saldare lo manderei al diavolo. L’unico concerto di musica classica cui ho assistito…mi sono addormentata sebbene fossi in seconda fila
  A: Merlino, guarda che sarà noiosissimo, butto via una serata per nulla quando invece avrei tante pozioni da fare. In primavera la richiesta di filtri d’amore aumenta.M: fidati, questo è un genio! si chiama Allevi.A: E chi è? Boh? Vabbé, ma bada che è l’ultima volta che mi lascio trascinare da te.Indosso un abito elegante perché si tratta di un concerto. Ma la fila di gente davanti alle porte è giovane e in tenuta sportiva. Scarpe da ginnastica, maglietta, e poi questo non è un teatro, è un auditorum, pare un palazzetto dello sport. Il solito Merlino, mica mi ha detto come dovevo vestirmi...Le luci si abbassano con una corsettina scoordinata e goffa entra un ragazzo dalla voluminosa capigliatura riccia, scarpe da ginnastica e felpa con cappuccio. Bah, sarà il tecnico delle luci, ma il pubblico esplode in un fragoroso applauso.E’ lui?!? Presenta brevemente con fare infantile il suo album “Joy”.Senza spartito, si china sulla tastiera ricurvo su se stesso, come fosse alla ricerca della coperta per coccolarsi quando fa freddo. Non riesco a capire se i suoi accordi sono semplici o complessi, dopotutto non me ne intendo di musica o forse è quell’aspetto da ragazzo qualunque che mentalmente non riesco a collegarlo all’eleganza del pianoforte. E’ difficile comprendere la genialità quando ce l’hai di fronte…così chiudo gli occhi e…brano dopo brano, le note mi arrivano direttamente all’animo come se non mi servissero più i timpani per sentire. Adesso riapro gli occhi e vedo che il ragazzo è un tuttuno con lo strumento, anzi, forse Giovanni è lo strumento stesso. Al termine di ogni brano le mani sostano tremanti per qualche istante a mezz’aria, come se volessero ricongiungersi alla tastiera, come provassero un enorme dolore separarsi dalle note che ancora aleggiano leggere nell’etere, o come se stesse recitando una preghiera di ringraziamento, quasi come se giungesse ad un’estasi mistica.   “Ero in un paese dell’est dove spirava un vento freddo e …una melodia è venuta a trovarmi e faceva così” ….e comincia a suonare “Vento d’Europa”. Note soavi si diffondono, non so se escono dal pianoforte o dal suo animo (ma forse è la stessa cosa) e rendono proprio l’idea di quel vento.Poi si alza e con la sua delicatezza parla del successivo brano: “jazzmatic” “… siccome questo brano è molto movimentato…mi permettete di togliere la felpa?”A Vienna poi ha visto “Il bacio” di Klimt al quale ha dedicato l’omonimo pezzo. Lo presenta così: “durante l’esecuzione potete baciarvi, chi è in coppia è avvantaggiato, chi è da solo si guardi intorno”. Eccoci all’ultimo pezzo, “New renaissance” un mix di musica rinascimentale e rock progressive…”siccome il brano è difficilissimo..beh, me la sono voluta, incrociamo le dita..anzi. incrociatele voi”.  Per il bis il pubblico ha chiesto “Come sei veramente” quindi tutti quei ragazzi erano preparati e conoscevano i suoi pezzi (straordinario, mai sottovalutare i giovani). E’ stato il pezzo più bello, mi ha emozionato…è difficile che una musica di primo acchito mi trasmetta tanto. Le mani parevano dotate di un’intelligenza loro propria, la sua semplicità commuoveva, quando parlava pareva si cullasse con la sua stessa voce, quei capelli parevano un casco per proteggersi…alla fine non ho visto bene… ma mi pare abbia baciato la tastiera…dopotutto come dice Giovanni “…suonare è un gesto totale…” http://www.giovanniallevi.it/sito/fotopensieri.htmlhttp://www.quintettocherubino.it/img/fto/f_all.jpg  Purtroppo, anche stavolta Merlino aveva ragione, quindi al rientro l'ho ringraziato con i dovuti modi...
 
Oggi ho preparato pozioni speciali ascoltando gli accordi di Allevi.
Artemisia