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Le parole di Malinche


Da quando ho scoperto internet riesco a dedicare un po’ del mio tempo alla lettura solo quando sono in vacanza visto che non ho un portatile wi fi e comunque sotto l’ombrellone con la sabbia e le mani cremose non ci sarebbe un posto indicato per un pc. Non amo i romanzi e mi dedico sempre a saggistica o libri storici poco pubblicizzati che trovo nelle librerie remainders (fondi di magazzino) costano come le riviste ma sono molto più interessanti.Stavolta la mia scelta è caduta su “le parole di Malinche” di  Anna Lanyon, una storica australiana  che è finita al verde per effettuare le ricerce necessarie alla stesura del suo lavoro.
Malinche è stata l' amante e interprete di Fernando Cortéz, al quale ha dato anche un figlio che lui ha riconosciuto nonostante fosse già sposato con un’altra donna, ma la sua figura è talmente marginale nei racconti dell’epoca che neppure il suo nome è certo.Schiavitù e poliginia in quegli anni erano accettate e praticate tra i ceti alti sia del Messico pre-coloniale sia della cattolicissima Spagna. Per tutti gli anni in cui rimase in questa parte del Nuovo Mondo, Cortéz si tenne Malinche come principale concubina, ma Malinche – alias Dona Marina negli scritti spagnoli - si fece cristiana col battesimo e seppe guadagnarsi al fianco del suo signore e padrone un potere di tipo nuovo e inedito in entrambi i paesi che si affacciano sulle due sponde dell'Oceano. Doveva aver capito qualcosa di fondamentale: che nessun padrone fa mai lo sforzo di imparare una lingua straniera, specie se minoritaria. E che arrivare a possedere le chiavi della comunicazione poteva essere una strategia vincente.La Lanyon attraversa tutto il Messico, dal nord fin giù ai confini dello Yucatan, per seguire le tracce degli antichi movimenti di Malinche. E' dal suo racconto di pellegrinaggio che ho appreso le narrazioni sulla Llorona, diffusi almeno da Città del Messico a Tlaxcala e ancora più a Sud, in quelle regioni dove nell' età precoloniale non era ancora giunto il feroce dominio degli Aztechi e dove la Malinche avrebbe tratto i natali, forse cadetta di una famiglia nobile che, se fosse vissuta nell' Europa cristiana, non sarebbe finita schiava ma monaca. Sempre da lei ho appreso che la memoria di Malinche è conservata in corsi di fiumi, dorsi di montagne, chiamati ciascuno con una delle tante varianti del suo nome, disseminate lungo tutto il territorio del Messico.Personaggio davvero poliedrico e misterioso, il suo. Perché di lei, delle sue parole, nulla è rimasto se non il detto da altri su di lei, che pure della parola fu signora in una difficile strada di conquista di una possibile libertà. In Messico la mitica Malinche è sinonimo di traditrice per antonomasia, la locale che è passata al servizio del conquistatore e lo ha aiutato a dominare o sterminare le popolazioni locali. E’ nato addirittura il termine Malinchismo che è sinonimo di traditore. Ma cosa pensava davvero Malinche di questo nuovo popolo e di quello che stava vivendo? Perchè traditrice se era stata regalata insieme ad altre 11 donne a Cortés dai locali che l'avevano tenuta in schiavitù sin da bambina? Ha sfruttato la sua conoscenza linguistica per evitare una fine peggiore e comunque non avrebbe avuto scelta! a me sembra che gli uomini debbano sempre incolpare qualcuno per le loro malefatte e questa volta  per la caccia alla streghe è stata nominata Malinche!Quante profonde riflessioni si possono fare stando sotto un ombrellone...Circe