latripladea

Racconto d'autuno 2007: L’ORCHITICA


San Martino, castagne e novello vino. L’autunno è tutto saporito, sono varie in questo periodo le sagre per riscoprire i sapori antichi. Le castagne sono versatili, si prestano a tantissimi piatti, dall’antipasto al dolce. Che dire della minestra di castagne? Oppure della marmellata di marroni? Ummh, mi viene l’acquolina in bocca. Ma la cosa più bella per me è camminare nei boschi per raccoglierle, scovarle e gioire come fossero pepite, calpestare le foglie variopinte e riempire le borse di maroni.  E poi ritrovarsi in una casa di campagna con gli amici ad arrostirle e dissetarsi col vino novello. Che goduria!
Vi sono dei decotti di castagne che curano le bronchiti, i reumatismi e ben altro. La nonna mi ha persino insegnato a mettere sul comodino o in tasca, qualche castagna selvatica per tenere lontano il raffreddore. Mi pare strano che anche solo per questi suoi riti il nonno non l’abbia arrostita insieme alle castagne
. Comunque le castagne sono anche decorative, le composizioni autunnali sono più suggestive con qualche bel marrone! Oggi ad esempio in ufficio un collega ha creato una composizione che è una vera e propria opera d’arte contemporanea. Due grossi e lucidi maroni bucati con una graffetta e appesi ad un elastico. Sono rimasta putrefatta da cotanto genio!
Ci ho detto: ”te sei troppo intelligente per rimanere in Italia, dovresti migrare all’estero…c.d. fuga dei cervelli”. Ho fatto subito un’ordinazione di ben 10 composizioni per appenderle ad ogni pc. Ma come ogni opera d’arte che si rispetti, servirebbe un esperto in grado di interpretare il pensiero dell’autore. Ho cercato di contattare Sgarbi, ma era troppo impegnato, così farò del mio meglio per recensire il capolavoro. Passiamo in rassegna gli oggetti utilizzati per la sua realizzazione. Un elastico, una graffetta e due grossi  maroni ops, due marroni. Sono  apparentemente semplici oggetti di vita quotidiana ma celano un elevato significato. Le graffette sulle scrivanie d’ufficio abbondano, vengono viste come oggetti insignificanti e nonostante i cassetti ne siano pieni, manca sempre la graffetta della misura giusta. E’ un elemento utile nella vita d’ufficio ma allo stesso tempo irritante perché te le trovi ovunque come il prezzemolo. Create per tenere in ordine i fogli, in realtà creano scompiglio perché spesso si agganciano al foglio sbagliato. Quindi la graffetta come icona delle contraddizioni della vita d’ufficio. L’elastico è quel qualcosa che pende e rappresenta la fiacchezza, la debolezza e la mollezza. I marroni…beh parlano da soli. Così i maroni agganciati all’elastico vogliono significare “abbassamento di maroni, maroni che calano, stanchi e gonfi”. L’orchitica per l’appunto. Questo il titolo dell’opera. Quante volte al giorno si esclama “che due maroni!!!” Ebbene, ecco il pensiero che si materializza, l’idea che prende forma perché non resti qualcosa di astratto, di mentale che poi si corre il rischio di sodomizzare ..ops, somatizzare. Allora ecco qua i maroni concreti, visibili, colorati, con forme precise, con un loro peso, palpabili. Ma l’artista probabilmente voleva anche esprimere la sua frustrazione perché noi poveri impiegati in questo periodo ci sentiamo un po’ “presi per le palle” come si suole dire, ed ecco che l’icona assume il significato di ricostruzione, il  ripristino dei maroni che ci hanno disintegrato. I maroni sono dunque icone della vita quotidiana d’ufficio. I maroni appesi al pc a me servono anche per un secondo scopo, da oggi anche io ho lo strumento idoneo per fare gli scongiuri quando serve.
Artemisia