Io sono folle, folle, folle d'amore per te .
io gemo di tenerezza perchè sono folle, folle, folle
perchè ti ho perduto .
Stamane il mattino era cosi caldo
che a me dettava quasi confusione,
ma io era malata di tormento ero malata di tua perdizione.
A. Merini
AREA PERSONALE
"Sul mio letto durante
Lo cercai, ma non lo trovai.
Lasciami levare, ti prego,
nelle strade e nelle pubbliche piazze
lasciami cercare colui che
Lo cercai, ma non lo trovai.
Le guardie che facevano
'Avete visto colui che
Le avevo appena oltrepassate
L'afferrai, e non lo lasciavo andare,
finché l'ebbi introdotto
e nella stanza interna di colei che era stata incinta di me.
Vi ho posto sotto giuramento,
per le gazzelle o per le cerve del campo,
di non cercar di svegliare
finché esso non vi sia incline"
- Salomone
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Post n°123 pubblicato il 21 Agosto 2007 da laurabrowns
Sono qui davanti alla tastiera nera di questo computer…ogni tasto ha una lettera bianca sopra…dovrei comporle tra loro per creare le parole che rendano intelligibili quello che sto provando adesso…quello che mi è successo…come potrei riuscire a comporre con il codice della scrittura tutto quello che ho dentro…non ho parole…la mia voce esce dalla mie labbra in un filo sottile…pacata…neutra…estranea…mi ha tolto anche quella…la vitalità che avevo quando parlavo….non mi sento né morta né viva…non sento più niente…fiore ha detto che è come se stessimo vivendo le ore immediatamente successive alla morte di una persona cara…quelle immediatamente successive..nelle quali non provi né gioia né dolore…nè angoscia…al limite uno stupore incredulo e vago che probabilmente serve alla mente per difendersi dalla pazzia e dalla sofferenza…e la sensazione fortissima di non capire di non saper spiegare quello che è successo…non lo so dire…non lo so che cosa è avvenuto… |
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Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
"Ulisse" U. Saba
INFINITO
