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Cantico dei cantici 3

"Sul mio letto durante
le notti ho cercato
colui che la mia anima ha amato.
Lo cercai, ma non lo trovai.
Lasciami levare, ti prego,
e andare in giro per la città;
nelle strade e nelle pubbliche piazze
lasciami cercare colui che
la mia anima ha amato.
Lo cercai, ma non lo trovai.
Le guardie che facevano
la ronda nella città mi trovarono:
'Avete visto colui che
la mia anima ha amato?'
Le avevo appena oltrepassate
che trovai colui che la mia anima ha amato.
L'afferrai, e non lo lasciavo andare,
finché l'ebbi introdotto
 nella casa di mia madre
e nella stanza interna di colei che era stata incinta di me.
Vi ho posto sotto giuramento,
o figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve del campo,
di non cercar di svegliare
né di destare [in me] l'amore
finché esso non vi sia incline"

- Salomone

 

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« Messaggio #133...levale solo il sogno ... »

paradiso perduto

Post n°134 pubblicato il 30 Ottobre 2007 da laurabrowns

Legato con catene di diamante,
nel fuoco della pena, lui, che aveva
levato le sue armi contro Dio,
per nove interi giorni e nove notti
con la sua ciurma orribile rimase,
avvolto, tramortito, lui, immortale.
Ma ad altra pena è stato condannato,
perchè, ora, lui pensa, ora lui geme
per la felicità che ha perduto
e per l'eternità del suo dolore,
e gira gli occhi cupi, addolorati,
gonfi d'angoscia e d'indurito orgoglio,
di sgomentato e cocciuto randore.
Per quanto è dato agli angeli vedere
distende il suo sguardo, e vede il vuoto
deserto, desolato, spaventoso,
il carcere orrendo che fiammeggia
tutto intorno, come gran fornace:
ma sono fiamme che non danno luce,
tenebra trasparente, oscurità
percorsa da figure di afflizione,
regioni di dolore, ombre dolenti
senza pace o riposo, e nemmeno
ciò che ovunque si trova: la speranza.

Dal libro I di "Paradiso perduto"
di John Milton
Traduzione di Roberto Piumini

 

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Commenti al Post:
pensieroinespresso
pensieroinespresso il 31/10/07 alle 20:12 via WEB
Grande poeta, Milton. La poesia rende molto bene l'atmosfera dell'Inferno: "fiamme che non danno luce", verso straordinario di una bellezza scultorea. Grazie per la proposta. Sorrisi. Maritteillo
 
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Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.

"Ulisse" U. Saba

 

 
 
 

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