Io sono folle, folle, folle d'amore per te .
io gemo di tenerezza perchè sono folle, folle, folle
perchè ti ho perduto .
Stamane il mattino era cosi caldo
che a me dettava quasi confusione,
ma io era malata di tormento ero malata di tua perdizione.
A. Merini

AREA PERSONALE
"Sul mio letto durante
Lo cercai, ma non lo trovai.
Lasciami levare, ti prego,
nelle strade e nelle pubbliche piazze
lasciami cercare colui che
Lo cercai, ma non lo trovai.
Le guardie che facevano
'Avete visto colui che
Le avevo appena oltrepassate
L'afferrai, e non lo lasciavo andare,
finché l'ebbi introdotto
e nella stanza interna di colei che era stata incinta di me.
Vi ho posto sotto giuramento,
per le gazzelle o per le cerve del campo,
di non cercar di svegliare
finché esso non vi sia incline"
- Salomone
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Post n°167 pubblicato il 18 Dicembre 2009 da laurabrowns
La tua pelle sulla mia era pane appena sfornato.... La tua pelle sulla mia era un paese straniero da scoprire... era terra sconosciuta.... percorsi da esplorare.... strade nuove.... scoperta infinita... ma nonostante il mistero era come nei miei sogni più arditi, dove già avevo fatto l'amore con te.... Eri il caldo che mi assaliva nelle notti buie quando ancora non ti aveva toccato ma già ti avevo avuto. Stavi sopra di me con la sicurezza di uomo ed io perduta nel mio mondo sentivo il mio odore di fumo, di vaniglia e di mirra, il mio sudore di donna.... ma tu eri pulito, con un buon odore di bimbo. Eri sopra di me con la calma costante dell'onda che sbatte sulla sabbia: senza paura, senza crisi, senza inquietudini. Eri tu. Presente. Lì e nel mondo intorno a noi, nell'umidità di quella notte, nel tepore dei vetri appannati, nei rumori attutiti della città addormentata. Ma io non ero con te. Ero persa nei meandri bui della mia inquietudine triste e ribelle. Ti vedevo attraverso il velo distorto dei miei tarli, la città intorno a me non esisteva. Ero io nel buco nero della mia solitudine e non empaticamente con te. Ricordo solo l'odore di vaniglia e mirra misto al fumo delle troppe sigarette fumate. Il sapore della tua bocca dolce, il fluido che proveniva da essa, la tua saliva che si confondeva con la mia amara. Tu eri la salvezza ma io non volevo essere salvata.. ero già troppo lontana, nel buco nero della mia inquieta solitudine.
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Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
"Ulisse" U. Saba
