Pensieri e parole

NETTUNO: STORIA DI UNA STRAGE ANNUNCIATA


Il gruppo diventa branco: assenza di valori e di ideali -  istituzioni sorde al malessere di una generazione. Ho aspettato qualche giorno prima di pronunciarmi su tale orripilante vicenda su cui - giustamente - tante personalità politiche si sono espresse: consapevole che una situazione dolorosa e tragica, prima o poi,  evidenziasse il drammatico quadro di degrado sociale - relazionale in cui versano molti giovani;e, nello tempo, inorridita, come tutti, per le modalità utilizzate da questi tre ragazzi, un gruppo di amici (forse!) che si trasforma in " branco" in cerca di emozioni e , con una leggerezza senza eguali, consuma un macabro rito immolando, beffardamente, il diritto di vivere di un uomo, di nazionalità indiana mentre dormiva nella stazione ferroviaria di Nettuno, senza rimorso e legittimando la brutale azione con una spiegazione raccapricciante: la noia, il voler dare un senso a quella serata per poterla ricordare ….In questo, penso, che  abbiano raggiunto il loro scopo: nessuno dimenticherà il  mefistofelico atto  da “più parti strumentalizzato”. La prima cosa “strana” - data altresì per scontata - da molti, secondo il mio modesto parere, è che un uomo, al di là della nazionalità, sia costretto a dormire in una stazione ferroviaria; da ciò che viene riportato da varie fonti - aveva perso il lavoro e non aveva un posto dove dormire: ciò sembra essere sintomatico di un’ incapacità di accogliere le persone che vengono in Italia a lavorare onestamente e garantire loro di vivere con dignità.Conosco (ahimè !!) molto bene il luogo dove si è consumata la tragedia e anche la prassi - utilizzata da alcune “istituzioni educative” - per affrontare il fenomeno del bullismo, oggi tutte “in corsa” per fronteggiare questa problematica, e fino a circa due anni fa, insensibili e tese a confutare e negare l’evidenza di ciò che il loro miope operato stava creando ( a tal proposito leggasi:  http://mobbingebullismo.myblog.it/archive/2007/12/05/i-bulli-di-anzio-ringraziano.html, http://mobbingebullismo.myblog.it/archive/2007/12/14/bulli-star-del-terzo-millennio.html )Non voglio ripetermi, ma oggi è doveroso da parte mia sottolineare, PER L’ULTIMA VOLTA, che ognuno di noi deve riflettere su ciò che è accaduto e pensare come mai si possa arrivare a tanto.Il concetto espresso non è mera retorica ma espressione di un'attenta analisi sul territorio da parte di un’insegnante che ha tentato - senza risultati (suo malgrado!!!!) -  di sensibilizzare dirigente e colleghi a non sottovalutare il fenomeno del bullismo e, ancor più,  ad evidenziare la mancanza delle fondamentali regole di convivenza democratica all’interno della Scuola tra gli alunni, tra gli insegnanti ;oggi in aspettativa non retribuita - per “ scelta” - poiché dopo anni di vessazioni di ogni ordine e grado ha appeso i suoi ideali al chiodo “liberi di sventolare dove li porta il vento” Sono molteplici le variabili su cui soffermarsi, ma il mio intento, è quello di esaminare, in base al ruolo che “dovrei rivestire” - quello di insegnante - un aspetto: l’incapacità ideologica di riuscire a creare un modello alternativo a quello del bullo. Infatti ciò che si conferma tacitamente - in base alla  pessima esperienza vissuta  come insegnante e come mamma - è l’indifferenza rispetto all’altro!!! E’ un’espressione forte - lo ammetto - ma se i docenti, in primis, non sono consapevoli che devono essere espressione e garanti delle più comuni regole di convivenza democratica, i risultati che si possono aspettare dai ragazzi sono quelli che, fino ad ora, i più non hanno voluto vedere:confusione, mancanza di sensibilità, incoerenza, paura o facilità a farsi trascinare dal bullo di turno ,in sintesi il gruppo che si trasforma in branco,;mancanza di valori e di ideali, un vuoto esistenziale incolmabile che crea un cinismo spietato tale da portare all’impensabile: bruciare un uomo “per provare qualcosa “e obliare, almeno per qualche istante,  quella carenza interiore che li disorienta e li rende apatici, indolenti alla sofferenza altrui. Non penso che sia un caso - e concludo - che il primo fenomeno nazionale di bullismo si è verificato, in una stazione vicina, Villa Claudia (Anzio), vittima un ragazzo finito sotto il treno, preso di mira dal branco!UMILMENTE:Laura Di Nella