Creato da elzevira il 21/06/2006

TheLittleBlackBlog

il blog di laura ligabue

 

 

Post n°56 pubblicato il 23 Settembre 2007 da elzevira
Foto di elzeviraRHUM E NARGHILE', SUL LETTO DELLA DOPPIA-USO-SINGOLA. NON CI SIAMO FATTI MANCARE NIENTE....
 
 
 

Post n°55 pubblicato il 23 Settembre 2007 da elzevira
Foto di elzeviraLA META' DELLA META': FAUSTINO (il tunisino) E CRISTIAN, ALLA FINE DELLA SOLITA CONTRATTAZIONE
 
 
 

Post n°54 pubblicato il 23 Settembre 2007 da elzevira
Foto di elzeviraLA SPIAGGIA, BIANCA..ALMENO ALL'APPARENZA!
 
 
 

Post n°53 pubblicato il 23 Settembre 2007 da elzevira
Foto di elzeviraLA SPIAGGIA, E I CAMMELLI. ANZI I DROMEDARI, INFATICABILI..
 
 
 

VILLAGGIO EL KEBIR. DIARIO DALLA TUNISIA (FOTO A SEGUIRE)

Post n°52 pubblicato il 20 Settembre 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira

In ogni epilogo risuona un timbro di malinconìa, soprattutto quando si tratta di un finale senza possibilità di replica.
Ci saranno altre vacanze, altre persone, altre voci, altra musica…ma QUELLO no.
Quel sipario è calato. Quella congiuntura che mi ha portato in TUNISIA all’improvviso in coda a una stagione per molti versi da cancellare, non ci sarà mai più. E già mi manca. Forse perché tutto è stato così: senza aspettativa, senza preparazione. Una parentesi improvvisata sul filo (consunto) di un’estate che mi ha tolto parecchio in termini emotivi (sgretolando rapporti umani che pensavo incrollabili) ma alla fine mi ha restituito a me stessa.
Appena decollata da Milano, quando ancora specchiavo il mio viso nel riflesso biancastro dell’alta quota, già avvertivo di stare lasciando a casa tante cose. Cose chE finalmente erano lontane da me. Incredibile a volte quanto poco basti per disfarsi di un bagaglio emotivo che ci zavorra per settimane, mesi a volte anni, senza che ce ne accorgiamo...
Poi tutto è stato veloce (…). E bello. Una sequenza impossibile da fermare. Voci, colori senza fermo-immagine. Persone simpatiche, con le quali stabilisci un contatto umano, fulgido come un bagliore (anche se, fatte salve alcune ECCEZIONI, già sai che si esaurirà una volta finiti i giorni). E ti senti bene. Il sole, il mare. La compagnia dei nuovi amici, le giornate scandite dalla voglia di fare e di divertirsi. Le notti insonni, i balli, le fumate bianche (di Narghilè!).


E poi è arrivata l’ultima sera. Il buio che si dileguava dopo la notte. Il villaggio immerso nel silenzio. Nel mio corpo un’ebrezza stanca e leggiadra, mentre indugiavo a bordo piscina come un regista che finito lo spettacolo, spente le luci, si sofferma ad ascoltare le voci dei suoi attori che se ne vanno. Tutto era indistinguibile nella mia mente in quel momento. Il desiderio e la realtà. La voglia di restare, e il bisogno di tornare. Indistinguibile anche il giusto e lo sbagliato. E forse ho sbagliato in QUEL momento, ma non dimenticherò neppure i miei errori…Perchè farmi usare da LUI ancora? Perché proprio allora, annullata in quell'abbraccio estraneo, trascinata in un amplesso troppo randagio persino per essere chiamato "desiderio", allora ho sentito di essere sola. Eppure felice, nonostante tutto. Paga di un cielo che albeggiava facendosi spazio nella mia mente come un respiro profondo. Paga di quel silenzio che già affastellava la mia mente di ricordi che avrei conservato con nostalgia. Paga di quel non-luogo, fuori dal mondo reale, dove le onde del mare rumoreggiavano in lontananza trascinandomi VIA, in un posto dove, forse, un giorno, in un’altra vita, avrei anche potuto lasciarmi annegare (come canta Battiato!). E null’altro.
Grazie El Kebir.
Grazie amici-sconosciuti.
Grazie compagni di viaggio senza biglietto di ritorno.
LL

 
 
 

LA VITA CHE VORREI: LA FELICITA' E' UN SOCIAL NETWORK?

Post n°51 pubblicato il 01 Settembre 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira

In rete ci sono comunità di tutti i tipi. Gente in ogni parte del globo che condivide foto, filmati, interessi (moda, cinema ecc.), passioni e così via. Questa è una comunità (che ho scoperto da un articolo del New York Times) che riunisce già quasi un milione e mezzo di persone. E mi sembra la più giusta! si chiama www.43things.com. Tutte che le cose vorreste fare, prima di morire, prima di invecchiare, prima di finire di leggere questo post. Insomma, riunisce tutti i desideri di tutti in classifica. Sembra stupido di primo acchito, o almeno così ho creduto..ma poi a ben veder, perchè dovrebbe esserlo? Anzi, la "ricerca della felicità", i desideri da soddisfare, anche i più capricciosi o volaliti (soprattutto quelli) rappresentano elementi che trascuriamo sistematicamente dimenticandoci di svilupparli, come una specie di lunga pellicola in negativo della nostra vita chiusa in un cassetto. Me ne sono accorta quando di primo ho cercato anceh io di fare la mia classifica delle THINGS TO DO ..e non riuscivo. Avevo chiaro, anzi chiarissmo, l'elenco di cose che non mi piacciono nella mia vita, ma quelle DA DESIDERARE no, quelle no. perchè?
Ecco, allora mi sono iscritta! E secondo me ce ne dovrebbero essere di più di comunità così.
bisous
Elze

 
 
 

QUEL PICCOLO PEZZO DEL PUZZLE….

Post n°50 pubblicato il 18 Agosto 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira

C’è un Piccolo Pezzo del Puzzle che si annida chissà dove per ognuna di noi (l’espressione non è mia ma della mia amica F). Ognuna sogna il suo P.P.P. Non ce ne è 1 solo, ma solitamente 1 per volta nel corso delle nostre differenti fasi esistenziali (non è sempre detto). Stanarlo è sempre un po’ un’impresa. Può nascondersi ovunque: in ufficio, in vacanza, nella sala attesa dell’aeroporto, al supermercato sotto casa, al bar..Un elemento semplice eppure difficilissimo che va a incastrarsi a meraviglia nel quadro incompiuto dei nostri progetti. Il P.P.P…
Il punto è. La ricerca vale lo sforzo? Lo sforzo agevola la ricerca, o la ostacola? E soprattutto, l’incastro finalefunziona? E se sì, per quanto tempo? Un mese, un anno, cento… Le risposte arrivano contrastanti. C’è chi è pronta a giurare che l’elemento non vale una vita, e neanche un lustro. Chi si macera per la sua mancanza. Chi per la sua presenza. Chi lo vede dall’alto di una nuvoletta rosa. Chi non vede altro. Chi vorrebbe scappare lontano. Chi vorrebbe che fosse vicino. Chi lo desidera. Chi non lo desiderà più ( praticamente nessuna, alla resa dei conti, ne fa a meno).

Quindi c’è qualche cosa che non va. Torniamo alla ricerca del P.P.P. Il buddismo insegna che non è la meta ma il viaggio che conta. Allora perché non goderci il viaggio con tutte le sue tappe intermedie, invece che rinchiuderci in bagno con la sensazione quasi di vergognosa di essere ormai abusive dopo un tot di fermate consumate? Ragazze, il biglietto lo abbiamo pagato, e anche caro, come un vitalizio! Fateci divertire un po’ di più! E poi sono convinta che spesso il P.P.P. sia nascosto sul treno anche Lui. Magari è proprio il controllore……

 
 
 

ECCE HOMO: il "David" di Dolce e Gabbana

Post n°49 pubblicato il 04 Agosto 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira

Per tornare a parlare dalla finestra del mio blog (dopo lunga assenza dovuta a pigrizia) ho scelto una confessione.
Premetto: la Scrivente appartiene a quella categoria di donne che hanno sempre ritenuto il cervello il muscolo più sexy che un uomo possa sviluppare. Ma volte si cambia idea. E questa ecco, è la cronaca di una resa totale.
…………………..
La prima volta che l’ho visto ero sul divano di casa mia. All’improvviso uno spot mi ha riportato alla realtà (se così si può definire). La storia? Un gommone, i faraglioni di Capri, il mediterraneo scintillante. Lei: bella, bionda (ma scialba). Lui: moro, abbronzato, scultoreo, un concentrato di sensualità luccicante al sole, per di più vestito di un semplice slip bianco. E poi un bacio appassionato, sensuale quasi rude. Già perché il Lui (che ha persino un nome, David Gandy) non sembra tipo che traballa sul gommone in mezzo ai flutti. O che si avvicina cauto e incerto. Ma l’incarnazione del macho che prende quello che vuole senza chiedere. Eccola: la risposta a stagioni di pubblicità incarnate da giovani smunti ed efebici. E ai miei sogni erotici!!!.

Le settimane successive sono state segnate dal dubbio.  Cercavo un modo per intervistarlo senza che la mia idea venisse rubricata dalla Direttora sotto la voce “ormoni femminili”. E le colleghe non mi erano d’aiuto: “Ma dai, che pezzo vuoi scrivere! Che t’aspetti che ti dica, scusa?”. Ebbene: la fortuna è stata dalla mia. E ben oltre ogni aspettativa. Il giovanotto (che sembra cresciuto ad arance siciliane e polipi crudi ma in realtà è inglesissimo dell’Essex!) ha scatenato un vero putiferio. E’ diventato un caso mediatico unico nel suo genere. Mai successo prima. Undici milioni di contatti in rete in poche settimane. Bloggers scatenate. Agenzie che se lo contendono. Stampa internazionale (il Times..) che lo elegge il modello dell’anno. In poche settimane si è ritrovato a firmare autografi per le strade di Londra fermato dalle ragazze come un divo.

Alla riunione di redazione arrivo preparata. Sono pronta a declinare persino titoli di studio (ebbene sì, ha un quasi-diploma in marketing, come se a uno del genere gli servisse..). Perché se alla fine il pregiudizio bello uguale stupido se è odioso per le donne, perché non dovrebbe esserlo per gli uomini?
Non ce ne è bisogno, il tema è una miccia! E la Direttora ci sguazza: “Ragazze ma pensate che il pacco piaccia alle lettrici?” Risa, perplessità. A un certo punto la settimanale riunione di redazione sembra diventata una cena di addio al nubilato. Non pensavo di scatenare un simile casino, voglio solo intervistarlo, cavolo! “L’uomo in slip non è il mio tipo”. “Bè, però guardate che fisico”. E’ una bellezza neorealista da film di Rossellini” . Poi, dalla collega Simona l’obiezione più ingiusta: “Secondo me non è così virile, anzi sarà anche gay”. Cosa?? Esclamo a viva voce. Ma l’hai visto bene come sbatte stesa la tipa sulla barca???. Lo so: non sono un modello di equanimità. Ma non si può rimettere in discussione una simile incarnazione del cromosoma Y, cribbio. “Ragazze, calma. Deve essere l’estate!. E poi: “Laura devi farlo, vai con l’intervista ci ha convinto!!”.
Wow, ce l’ho fatta!!!! Si magari sarà l’estate. In autunno tornerò a pensare che Rutelli è sexy. Ma intanto mi preparo a comporre il numero del suo press office. Scommetto che ha anche una bella voce…..

ps. la fine della storia la leggete GRAZIA...

(Lo spot Blue Light Fragrance di Dolce & Gabbana, diretto da Mario Testino)

 
 
 

CHISSA'...

Post n°48 pubblicato il 18 Maggio 2007 da elzevira
 

Ma se stasera vado alla festa della Birra, conoscerò la CodognoBene o la CodognoFeccia?

Voglio la CodognoMedia! Ehy, laggiù, non c'è la CodognoMedia?!
 :-)
Elze

 
 
 

LETTERA A UN'AMICA

Post n°47 pubblicato il 12 Maggio 2007 da elzevira
 

Hai ragione. Un giorno il pavimento si spalanca sotto ai tuoi piedi: lui non c’è più. E' andato via. E tu sei morta. Strizzata, spremuta, la tua giovinezza. Succede così nella vita. Succede e basta, anche se non dovrebbe. So che cosa si prova. Un uomo ti respinge dalla sua vita, e tutto torna come prima. Ma non per te. Hai ragione ad essere rabbiosa, a urlare anche se nessuno può sentirti. Non si ha diritto di lasciare una persona che ci ama. Non si ha diritto di cancellare il suo nome dalla nostra mente. Non si ha diritto di fare soffrire chi si è affidato a noi, fosse pure per poco, fosse anche per una sera solamente. Non si ha diritto neanche di morire, se non si riesce a dire una parola a una figlia che resta. Non si ha diritto di lasciarla come una bambina affamata in mezzo alla strada, anche se questa bambina crescerà. E diventerà una donna, un’adulta sopravvissuta, e gli altri intorno a lei penseranno che è diventata forte.
Non si ha diritto perché il vuoto resta. E a volte è talmente famelico da impregnare di sé le tue giornate, i giorni, i mesi, gli anni. In silenzio. Senza concederti respiro. Mangi fino a stare male. I dottori usano un sacco di parole vuote per dare un contorno ai buchi neri. Parole inutili, parole altisonanti, parole stupide come “nevrosi compulsiva”, "depressione", ma sai che è Lui, il tuo demone. Lui non se ne va, e forse alla fine inizia a farti compagnia. Intorno, le persone che non possono, non devono sapere. Almeno loro puoi proteggerle (…).

Poi arrivano i momenti di illusione. All’improvviso - anche se in realtà li hai sempre cercati - un feeling, un non so che, un’attrazione fisica. Capita tante volte. Pensi che non siano granchè alla fine, e che un incontro valga l’altro perchè nessuno vale niente. Ma poi capisci che è molto di più. E’ Lui: il denome ti sta guardando ora dall’altra parte del maledetto specchio. Lui si sta lasciando afferrare per un momento negli occhi di chi ti sta di fronte. E' lui che hai sempre cercato in realtà. Lui che vorresti prendere e zittire. Lui che vorresti uccidere. Lui che vorresti abbracciare dentro di te, per sempre.
Allora succede che ti aggrappi più di quanto l’equilibrio della maturità ti consentirebbe. Ti spingi oltre, fino a rischiare di cadere. A volte succede, purtroppo. Cadi e ti fai male. Ma poi scopri che puoi ancora alzarti, e respirare. (…).
- sei invulnerabile forse? Sei viva, o sei morta? chi può dirlo .. -

Poi c’è il presente. In realtà non è cambiato molto, è lo stesso lungo ponte dal quale ti distrai a guardare lontano. Continui a camminare, continui la tua marcia. I denomi sopiti, la mente rinfrescata. Se sei fortunata hai trovato altre persone accanto a te. E la loro amicizia basta a te, e a se stessa. E' la fortuna più preziosa. Non vorresti che arrivassero ombre a rimetterla in discussione. Non “quelle” ombre che nel frattempo sono diventate familiari (a volte ti illudi persino di averle addomesticate. Ma sai, come si dice, il lupo perde il pelo...). Tutto è ancora interrogativo, un ponte senza riva. Cammini. Credi nell’amicizia. E credi che un’amica non dovrebbe strattonarti pensando così di stare in piedi. Non dovrebbe rinfacciarti di essere insensibile perchè non riesce a gestire i suoi problemi. Non dovrebbe chiederti di rendere conto delle tue emozioni per potere quietare le sue paure. Neanche di quelle senza nome.
Gli uomini, i denomi, sono tutti lì come prima. Pedine allineate sul bordo di una scacchiera che cerchi di muovere senza esserne intrappolata. Al riparo dal tuo passato prossimo-futuro, giochi la partita dei sessi. Ci provi ogni volta, a volte sbagliando. E le lacrime che adesso non sai piangere, sono ancora più salate.
Un’amica non dovrebbe chiederti di plasmare le tue mosse come se fossero pedine sul tavolo della sua vita. Perché è la tua. E chiedi che venga rispettata, come tu hai cercato di rispettare la sua. Non esiste un partita a quattro mani in queste cose. Succede così nella vita. Succede e basta, anche se non dovrebbe.
Eppure nell’amicizia puoi dire che ti dispiace. Profondamente. Puoi dire che hai cercato di fare del tuo meglio, per quanto poco sia e aspettarti che la tua impotenza venga accettata.

Ma soprattutto, puoi guardare lontano, insieme.
Continuare a farlo. Pensando che là dove gli sguardi si incrociano, laggiù prima dell’orizzonte, c’è un senso a tutto questo.
E a volte, con un'amica, puoi persino vederlo...
grazie
LL

 
 
 

LA CATENA

Post n°46 pubblicato il 05 Maggio 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira


Siamo incatenati gli uni agli altri, ma non possiamo afferrarci.
Tutti noi, chi prima chi dopo, (alcune mooolto dopo degli altri!!) abbiamo inseguito un sogno proiettato su una persona, l’oggetto del nostro amore, che non potevamo avere.
Tutti noi, chi prima chi dopo, siamo stati fatti oggetto di sogno proiettato da qualcun altro. E scappavamo perché nessuno vuole essere quell’oggetto al quale qualcuno caparbiamente si aggrappa, nell’illusione di essere felice quando lo possederà.
Quindi vuole dire che siamo destinati all’infelicità? Oppure questa catena ha un segreto che ancora non ho capito. Qual è?

 
 
 

A CENA TRA LE NUVOLE

Post n°45 pubblicato il 04 Maggio 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira


Questa chicca vale una segnalazione! La anticipo qui. Dopo il ristorante costruito nelle profondità marine delle Maldive, adesso esiste un ristorante tra le nuvole: l'autorevole rivista FORBES lo ha inserito nella TOP dei 10 ristoranti più stravaganti del mondo.
Nato a New York,
il Dinner in the sky permette di cenare a 50 metri dal suolo!!
A realizzarlo è una società di
catering attrezzata per sollevare con una gru un tavolo
elegantemente apparecchiato, che può ospitare fino a 22 commensali (che non però devono soffrire di vertigine). Dopo un recente evento con l'italiana acqua San Pellegrino sono pronti a espandersi anche in Europa. Il costo? Si aggira intorno ai 15.000 euro. Ma vuoi mettere il figurono che fai?! Dimenticavo: il tavolo è finemente
imbandito con posate d’argento legate alla struttura (per non farle cadere).
E c’è anche uno chef volante, che si trova a cucinare in un “pozzetto”.. A tavola si servono
caviale, aragosta, e campagne a fiumi. Unica pecca (ma fondamentale per noi donne): manca la toilette!

buon appetito!
Elze

 
 
 

VERGA, LO ZEN E L’ARTE DEL TRASLOCO

Post n°44 pubblicato il 04 Maggio 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira


Eccomi di nuovo operativa sul mio blog, dopo una pausa dovuta a una serie di eventi e stress concomitanti. Al centro di tutti: il
recente trasloco. Qui lo stress (il mio) ha raggiungo un vero livello di guardia. Inducendomi le seguenti riflessioni.
Primo: voglio una roulotte! I Rom non sono così diseredati come sembrano. Lo sono stata molto di più io in questo giorni in cui circolavo per Milano con una imbarazzante macchina-armadio (senza tendine) carica di tutto.
Secondo: almeno il 50% delle cose di cui ci circondiamo è inutile, nel senso che giace inutilizzata nel pensiero di non-si-sa-mai. Ma il costo psicologico e fisico che ci saremo sobbarcati nel frattempo per accumulare, ordinare, spostare, trasportate tutta questa roba nell’attesa che venga utile, è comunque superiore alla spesa cui andremmo incontro un eventuale giorno (statiscamente poco probabile) in cui dovvesse capitare di comperarne di nuova. Arzigogolato come ragionamento? E’ la mia filosofia. Di tutte le cose di cui ci circondiamo pensando di averne bisogno (hey, non sto parlando dei maschi), poche sono realmente indispensabili (appunto…). Tanto dovremo distaccarci di tutto prima o poi (…).
Terzo: di questa maturità quasi zen che mi accompagna, posso ringraziare anche il mio professore di italiano che amava Verga. Ogni volta che nella vita sono stata lì lì per incappare nella trappola-accumulo, ho rievocato la splendida immagine (praticamente cinematografica) del disgraziato avido Mazzarò della novella La Roba che “..prima di morire lo sentivano, nella sua aia che uccideva urlando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini e strillava: - Roba mia, vientene con me!” -. DA LEGGERE!
Ah, dimenticavo, siccome non c’è rogna (o pazzia) in questo mondo per cui gli americani non abbiamo inventato il loro bravo slogan, buttare via il ciarpame significa fare il closet cleaning ed è consigliato come una vera terapia psicologica (cui anche Madonna pare si sottoponga saltuariamente). Ho finito di filosofeggiare, contenti? :-)
buona serata,
Elze

 
 
 

FACCIAMO UN GIOCO...

Post n°43 pubblicato il 14 Marzo 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira

Prima vi spiego da dove arriva questa foto: sfilata di Celine P/E 2007, marchio di moda molto chic, la proprietaria del piede è una delle modelle che sfilano per questa prestigiosissima passerella, insieme a Stella Tennant, e le altre top del momento.
Durante il mio lavoro in redazione mi è capitata sotto mano questa foto (cercavamo un'immagine per le scarpe nere con tacco)

E ADESSO.....CLICCATE sulla foto e ingranditela (è il meglio che sono riuscita a fare con le mie conoscenze tecnologiche)!

SI': E' QUELLO CHE VEDETE! Ho anche controllato la foto in alta risoluzione.
E la pagano fior di migliaia di euro

Ma una ceretta, MAI ???????????????


 
 
 

UOMINI DI ZUCCHERO

Post n°42 pubblicato il 14 Marzo 2007 da elzevira
 
Foto di elzevira

Sono una donna fortunata. Ho avuto un sugar-daddy e neanche me ne sono accorta. Chi me lo rivelato? S., il mio carissimo amico/a, compagno insostituibile da ormai sei anni di serate cineforo e happy-hour milanesi. Stasera, appunto, ci siamo visti, e toccava al cinema. Passeggiamo tornando a casa, commentando il film, e chiacchierando tra noi come al solito, la vita, il lavoro, i pettegolezzi, l’anaffettività dei maschi (etero o omosex che siano), e così via. Poi, a ciel sereno, la rivelazione: «Tesoro, forse ha ragione la mia amica Nicole (transex): per noi ci vuole un Sugar-Daddy». Scusa? Un sugar che? Abbozzo: «Cos’è un nuovo nuovo chupa chupa?! Sguardo di rimprovero:«Ma noo, sei sempre la solita, darling, un sugar-daddy! Un uomo di 15-20 anni più grande di te, rassicurante, dolce, con una casa dove ti puoi piazzare, no?!».
E già, si chiamano così. Che stupida, come ho fatto a non pensarci prima? Ecco la soluzione a tanti problemi. Passo in rassegna tutti i dati a mia disposizione. E in effetti, il concetto, così riassunto, ha una sua inopinabile verità. Sull’altra sponda però, vuoi mettere il giovincello dolce, magari senza casa ma con un furgoncino modello hippie, e in perenne stato ormonale? Chiamiamolo il Sugar-Baby. Anche questa tipologia può essere un compagno ideale per molte donne.
In medio stat virtus, nessuno lo nega. Ma nella mancanza della via di mezzo in pronta consegna, è meglio un sugar-baby o un sugar-daddy?
Domanda da un milione di dollari. Non so dare una risposta certa. Però credo si tratti di una discriminante che identifica i due partiti fondamentali in cui si riuniscono le donne. E’ questo il vero bipartisan, altro che democratici e repubblicani! E naturalmente, anche in questo campo, i salti di fosso, i cambiamenti, le strategie trasversali, sono ampiamente - e tacitamente - praticati. E’ politica: amavi un sugar-daddy, e adesso stai scappando con un sugar-baby, o viceversa? Pazienza, cose che capitano. Mica si rischia il diabete! E poi non lo diceva anche Aristotele? La vita è tutta politica. ☺
Notte,
Elze.

 
 
 

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