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Cefalonia, morto ultimo imputatocaso chiuso senza colpevoli 
ROMA - Nessun colpevole. A 66 anni dall'eccidio di Cefalonia, la morte dell'ex ufficiale nazista Otmar Muhlhauser, unico imputato nel processo in corso davanti al tribunale militare di Roma per la strage dei soldati italiani, chiude, senza condanne, il procedimento. Muhlhauser, infatti, è morto nella sua abitazione in Baviera. Il prossimo 8 settembre avrebbe compiuto 89 anni. L'ultima inchiesta sulla strage dei soldati della Divisione Acqui fu aperta dalla procura militare di Roma che, lo scorso gennaio, chiese il rinvio a giudizio di Muhlhauser con l'accusa di aver ordinato la fucilazione del generale Antonio Gandin e di altri ufficiali italiani. Il 5 maggio, alla prima udienza del processo, la difesa di Muhlhauser sostenne che l'imputato era incapace di intendere e di volere. Il giudice dispose una perizia psichiatrica, rinviando al prossimo 5 novembre. Ma la morte di Muhlhauser cancella questa scadenza. Dell'ufficiale nazista restano questa parole: "Tra gli ufficiali tedeschi si parlava della divisione italiana solo come dei traditori. Con l'ordine del Fuhrer era già chiaro che coloro che appartenevano alla divisione italiana andavo trattati completamente da traditori. Al tradimento vi era solo una risposta: l'esecuzione". Dunque, la vicenda giudiziaria per il peggior eccidio di militari italiani prigioneri compiuto dai tedeschi nella Seconda guerra mondiale si conclude senza
colpevoli. Se si esclude, infatti, la condanna 'simbolica' inflitta dal tribunale di Norimberga al generale Hubert Lanz (12 anni, ma ne scontò solo tre) tutti i numerosi processi che si sono svolti in Italia e in Germania si sono conclusi con un niente di fatto. Lo stesso numero complessivo delle vittime di Cefalonia è stato a lungo oggetto di controversie, oscillando da un minimo di 5.000 uomini ad un massimo di oltre 10.000, in pratica l'intera Divisione Acqui. Secondo gli studi più recenti nell'isola greca morirono circa 2.300 militari, un quarto in combattimento e gli altri fucilati dopo la resa; altri 1.500 affogarono nei naufragi delle navi con cui venivano deportati. Per nessuno di loro ci sarà giustizia. "Ancora una volta ha trionfato la ragion di Stato - afferma Marcella De Negri, figlia di Francesco De Negri, ufficiale fucilato a Cefalonia - Muhlhauser non ha mai avuto alcun segno di pentimento ed ora è morto, tranquillo, nel suo letto". www.repubblica.it