La Verna (diario)

L'EREDITA' DI ARAFAT


A Gaza tre bimbi palestinesi, Osama di 9 anni, Salam di 6 e Ahmad di 7 anni, sono stati massacrati davanti alla loro scuola da palestinesi con 60 colpi. Sono stati uccisi, fatti letteralmente a pezzi, volontariamente. L'obbiettivo erano loro: gli assassini sapevano infatti benissimo che loro padre, il colonnello della sicureza palestinese di al Fatah Baha Baalusha, non li accompagnava mai. Con loro è stato ucciso anche l'autista, altri bimbi sono stati feriti.Al raccapriccio si somma l'indignazione nei confronti del governo Hanyeh, che ha condannato il massacro con parole ipocrite e false. Da più di un anno Hamas, infatti, incita, organizza e favorisce gli assassinii dei dirigenti palestinesi della Sicurezza legati ad Al Fatah, a partire da Abu Arafat, il comandante della sicuerzza palestinese, cugino di Yasser Arafat.Da un anno Hamas soffia sul fuoco della guerra civile e tenta di eliminare, uno per uno, tutti gli uomini di Abu Mazen che ricoprono ruoli strategici nelle forze di sicurezza.Forse gli assassini di oggi non erano di Hamas, hanno agito però assolutamente all'interno di un progetto criminale che Hamas sviluppa con attenzione, per indebolire al massimo la possibilità di Abu Mazen di contrastare le milizie di Hamas nel momento in cui decideranno di scatenare la resa dei conti.E questo momento pare essere ormi prossimo. Giovedì, Abu Mazen scioglierà probabilmente il parlamento e indirà nuove elezioni. Probabilmente si dimetterà e indirà anche elezioni presidenziali.In Palestina si sta quindi giocando il tutto per tutto.Questo, come decine di altri episodi simili, dimostra quale è la vera radice dello scontro israelo-palestinese. Non è una questione di ''terra'', perché Gaza è stata riconsegnata ai palestinesi e Hamas invece di governarla l'ha trasformata in una piazzaforte e l'ha disseminata di sangue palestinese.Se fosse una questione di ''terra'', Hamas avrebbe dovuto riconoscere Israele -pur non credendoci, come fece Arafat- ma non lo fa perché la sua battaglia è per distruggere Israele, non per creare uno Stato palestinese che conviva a fianco di quello ebraico. Anche a rischio di una guerra civile contro quella minoranza di palestinesi che sotto la guida di Abu Mazen sviluppa invece un disegno puramente nazionalistico.Il dramma è che questa verità palese non è compresa dall'Europa, dall'Italia governata dall'Unione in primo luogo. D'Alema e Prodi continuano la loro politica di dura polemica con Israele e propongono Conferenze che abortiscono prima di essere nate, vagheggiano di corpi militari internazionali a Gaza senza rendersi conto di quel che dicono e fanno. Come in Libano, dove il nostro contingente è giè ostaggio di un'altra guerra civile strisciante ingaggiata da Hezbollah, su mandato di quella Siria che D'Alema e Prodi continuano a corteggiare.Carlo Panella