Il labirinto

IL VIAGGIO (Alekos Panagulis)


Viaggio per inesplorate acque su una nave che, come milioni di altre simili, peregrina per oceani e mari su rotte regolari E altre ancora (molte, davvero molte anche queste) gettano l’ancora nei porti.Per anni ho caricato questa nave Con tutto quello che mi davano e che prendevo con enorme gioia E poi (lo ricordo come fosse oggi) la dipingevo a tinte sgargianti e stavo attento che non si macchiasse in nessun punto La volevo bella per il mio viaggio E dopo avere atteso tanto –proprio tanto Giunse alla fine il momento di salpare E salpai…(Nave io e capitano ed equipaggio per trovarti fammi a pezzi ma non farmi sanguinare il corpo)Quando mi trovai in mare aperto onde immense mi travolsero e mi straziarono per rivelarmi amare verità che ignoravo Verità che dovevo imparare Nell’abbraccio dell’oceano con un lungo furente fragore la solitudine divenne per me faro del pensiero indicando strade nuoveIl tempo passava e io iniziavo a tracciare la rotta ma non come mi avevano insegnato al porto (anche se la mia nave mi sembrava diversa allora) Così il mio viaggio ora lo vedevo diverso senza più pensare a porti e commerci Il carico mi appariva ormai superfluo Ma continuavo a viaggiare conoscendo il valore della nave conoscendo il valore della merceE continuo ancora il viaggio che scricchiolino incessantemente le giunzioni sperando che non si spezzino perché sono legni marci da anni (secoli dovrei dire) verniciati di recente ma senza una forza nuova che li tenga uniti la rotta sempre contro il tempo nella stiva solo zavorra Zavorra che mi dissero merce preziosa, come quella che di solito si compra nei porti Ma se dicessi che mi hanno ingannato non sarei onesto osservo la bussola senza sosta con accanto la mappa su cui studio la rotta lontano dai porti che segnalano il passaggio Quando poi succede che splendano (che istanti difficili!) all’orizzonte i porti della terra l’equipaggio guarda le luci (luci sirene che promettono molto che anche il cuore e la carne pretendono) sempre aspettando che dica al timoniere di far virare la nave E attraccare almeno un poco Mentre l’ora trascorre e io osservo silenzioso la carta tutt’intorno cresce il tumulto Proposte subdole vestite con idee idee vendute che vogliono sempre A dornare l’inazione con le parolee minacce che vogliono passare per consigli e promesse che tentano la bestia e la risvegliano… Quelle sono ore difficili Perché da ognuna di loro Dipende l’intero viaggio E continuo ancora il viaggio Desideri radicati nell’anima sono diventati bussola per la mia nave la mia mappa altrettanto misteriosa Ci sono ore in cui credo che sia stata fatta per chi non voglia approdare in nessun porto e altre ore in cui confido che il viaggio avvenga perché su questa carta bisogna trovare qualche cosa che manca Così vado alla ricerca guardando la mappa la bussola il cielo in cielo, rintracciare segnali nuove prove che dimostrino che la bussola non sbaglia nel segnare Non stupirti, questo non significa che io abbia dei dubbi sulla mia bussola E’ solo un’abitudine- una vecchia abitudine che per secoli accompagnava l’anima questa compagna preziosa per i tempi bui quando c’erano soltanto i semi nell’anima degli amori che ora sono fioritiE vado alla ricerca Guardando la mappa la bussola il cielo Le onde immense sembra che cerchino di fare il gioco di chi vuole che attracchi da qualche parte per un po’ E’ ognuna di quelle onde un Golgota e pensa che la tempesta imperversa ininterrotta Ma mentre aumenta temo sempre più che la spaventosa furia del mare mi conduca ad avvistare porti là sulla costaporti che la mia mappa non indica Sono ostacoli e momenti difficili l’abbiamo detto l’equipaggio comincerà a ribollire quando quei porti appariranno sulla costa E continuo il viaggio alla ricerca ancora pur sapendo di essere nell’infinito del tempo un istante nell’abisso dello spazio un puntinoE continuo il viaggio anche se sono tenebra e tutto atorno a me è tenebra e la tempesta lo rende più spaventosoE continuo il viaggio e mi basta che io tenebra abbia amato la luce