Il labirinto

Io sono un pellerossa (Capo Giuseppe)


Io sono un pellirossa e non comprendo.L’indiano preferisce il suono dolce del vento che si slancia come una freccia sulla superficie dello stagno, e l’odore del vento stesso reso terso dalla pioggia meridiana o profumata del pino.L’aria è preziosa per il pellirossa, giacché tutte le cose condividono lo stesso soffio. L’uomo bianco non sembra far caso all’aria che respira e come un individuo in preda ad una lenta agonia è insensibile ai cattivi odori.Io sono un selvaggio e non conosco altro modo di vivere.Cosa sarebbe l’uomo senza gli animali?Se tutti gli animali sparissero,l’uomo soccomberebbe in uno stato di profonda solitudine.Poiché ciò che accade agli animali prima o poi accade all’uomo.Tutte le cose sono legate tra loro.Lo stesso uomo bianco,col quale il suo Dio si accompagna e dialoga familiarmente, non può sottrarsi al destino comune. Dopo tutto, forse siamo fratelli.Vedremo.Questa terra per lui è preziosa ed il recar danno alla terra è come disprezzare il suo Creatore. Anche i bianchi spariranno; forse prima di tutte le altre tribù. Contaminate i giacigli dei vostri focolari e una notte vi ritroverete soffocati dai vostri stessi rifiuti……per un disegno particolare del fato siete giunti a questa terra e ne siete divenuti i dominatori, così come avete soggiogato il pellirossa. Questo destino è per noi un mistero, perché non riusciamo più a comprendere quando i bisonti vengono tutti massacrati, i cavalli selvaggi domati, gli anfratti più segreti delle foreste invasi dagli uomini, quando la vista delle colline in piena fioritura è imbruttita dai fili che parlano. Dov’è finito il bosco? Scomparso. Dov’è finita l’ aquila? Scomparsa. E’ la fine della vitae l’inizio della sopravvivenza.