Il labirinto

Gerard Philipe


Prima di morire di cancro, a soli 37 anni, Gérard Philipe voleva interpretare Amleto, dopo aver affrontato sul grande schermo diavoli e amore, incantesimi, dissoluzione e duelli. Nato a Cannes il 4 dicembre 1922, per volere del padre frequenta la facoltà di Giurisprudenza, ma il suo sogno è fare l'attore. Con la complicità della madre, si iscrive all'Accademia d'Arte Drammatica di Parigi e poco più che ventenne esordisce nel cinema, per merito del regista Marc Allegret, celebre scopritore di talenti, che lo dirige in Tre sorelle innamorate (1943). In seguito veste i panni de L'idiota (Georges Lampin, 1946), di Dostoevskij. Per l'interpretazione del principe Myskin, era stato scelto all'inizio Jean-Louis Barrault, eppure nonostante sia un attore ancora agli inizi ne offre un ritratto straordinario e convincente. Del resto vanta già un'eccellente carriera teatrale ed è stato acclamato quando ha portato sulle scene il "suo" Caligola. Il successo internazionale arriva con la trasposizione del romanzo di Raymond Radiguet, Il diavolo in corpo (Claude Autant-Lara,1947), dove si immortala nel ruolo di François, giovane appassionato e romantico che vive una travolgente e infelice storia d'amore. Subito dopo, piuttosto che cedere alle lusinghe di Hollywood, preferisce traversare le Alpi e indossare gli abiti di Fabrizio del Dongo (La certosa di Parma, Christian-Jaque, 1947), accanto all'attrice Maria Casarès che dirà di lui "sembrava un angelo chetentava avidamente, ferocemente di divenire un uomo". Sospeso in questa magica condizione, avvertita forse più dagli altri che da lui stesso, continua ad apparire bello, romantico e gentile. Nonostante la sua giovane età è considerato un attore di grande talento, rigoroso e sensibile. Proprio per la sua bellezza, si attira l'ostilità di Michel Simon durante la lavorazione di La bellezza del diavolo, diretto nel 1949 da René Clair, che è anche suo testimone di nozze quando, nel novembre del 1951, sposa Nicole Fourcade. In seguito alterna la sua attività tra cinema e teatro. Sui palcoscenici di Avignone recita El Cid di Corneille e viene definito bello come Achille, fiero come Orlando. Subito dopo volteggia sul grande schermo come un divertente e ardimentoso Fanfan la Tulipe (Christian Jaque,1951). Dal matrimonio con Nicole nascono due figli, mentre la sua galleria si arricchisce di altri suggestivi personaggi, tratti dalla realtà, come Amedeo Modigliani (Montparnasse 19, Jacques Becker, 1958), o ispirati alla letteratura (Il giocatore, Claude Autant-Lara, 1958). Dopo aver recitato a fianco delle più belle attrici francesi, figura accanto a Jeanne Moreau in Relazioni pericolose (Roger Vadim, 1959), nel ruolo di Valmont. L'ultimo film che gira prima della sua prematura scomparsa, avvenuta il 25 novembre 1959.