Il labirinto

Chi la fa l'aspetti


Mai proverbio fu più vero,lettori miei!Ma cominciamo la narrazione,prima che mi ci mandiate con biglietto di sola andata.Dovete sapere che a S.Tobia,ben lontano dal clamore delle cronache,vive un tal Ezechiele Pennelloni,messo comunale.Per sua disgrazia l'Ezechiele è l'uomo più credulone dell'universo (il tipo che,se gli si dice che un asino vola,ti risponde tutto serio che gli piacerebbe farci un giretto su)bersaglio ideale dei burloni del paese (per la cronaca Leone,Camillo,Berengario ed Evaristo).Quest'anno,in occcasione del primo di aprile,il quartetto ha inventato uno scherzo da manuale da giocare ad Ezechiele.Sapendo che da anni egli desiderva partecipare a una seduta spiritica,i quattro,una bella mattina,lo hanno invitato a seguirli di lì a tre giorni nella vecchia villa Strombazzoni-Bon,ormai in rovina,abitata,secondo la voce popolare,da ogni sorta di fantasmi. Si sarebbe evocato nientemeno che Belzebù!Ovviamente,l'intento dei quattro era di far prendere un tal spavento al Pennelloni da riderne fino all'anno successivo.Naturalmente il credulone ha accettato con gioia, e siamo arrivati alla notte fatidica.A mezzanotte in punto,armati di candele,i cinque sono penetrati nella villa e sono arrivati al grande salone dal soffitto a travi.Una volta là,Leone (il medium) ha cominciato a invocare Belzebù,mentre Evaristo,chiotto chiotto,si armava di forcone e indossava un mantello rosso,pronto a terrorizzare l'Ezechiele al momento convenuto.Ma,come ho detto prima,chi la fa l'aspetti.Non essendo chiaroveggenti,i burloni non potevano sapere che sulla trave più alta del salone dimorava un grosso gufo bisbetico.Per un po' egli è rimasto in silenzio ad ossservare gli intrusi che osavano rompergli le scatole,sperando che levassero le tende.Visto che ciò non accadeva e che quelli gli ammorbavano l'aria col puzzo delle candele e lo assordavano con schiamazzi terrificanti,ha deciso infine di passare all'azione e scacciare i barbari da casa sua.Ha quindi sguainato gli artigli e si è lanciato in picchiata sul capo degli invasori (da lui individuato in Leone).Per l'appunto il gufo è intervenuto proprio quando era arrivato il momento di spaventare l'Ezechiele.Improvvisamente le candele si sono spente ed un urlo agghiacciante è risuonato nel salone.Mentre Berengario,Camillo ed Evaristo scappavano lasciando Leone al suo destino,Ezechiele è corso alla macchina e impadronitosi della torcia elettrica è corso al salvataggio.Non era arrivato a metà strada,che Leone è schizzato fuori dalla villa come se avesse il diavolo alle clacagna.Sulla sua testa stava il gufo,che gli schiaffeggiava il viso con le ali e gli artigliava e beccava la testa come un forsennato!L'Ezechiele,con grande sprezzo del pericolo,gli ha puntato addosso la torcia elettrica,urlando come un matto;spaventata,la bestiaccia è tornata a casa sua ,mentre Ezechiele cadeva in terra,preda di un attacco di riso isterico.Sono passati 3 giorni.Leone è a letto con la stesta bendata e delira;ieri ha quasi ucciso il Libertario a scarpate,credendolo il gufo.Evaristo,Berengario e Camillo sono nella clinica Luminaris,sotto choc.L'Ezechiele vive il suo momento di gloria, raccontando a tutti l'accaduto e facendosi delle gran risate ai danni dei suoi persecutori.Del resto quel che è fatto è reso,non vi pare?