Il labirinto

Gatto Grigio


C’era una volta un gatto che passava le giornate davanti alla televisione e guardava solo film sulle principesse. Alla sera, spegneva la televisione e si affacciava alla finestra per guardare il sole tramontare. Diceva sempre: “Anch’io un giorno voglio sposare una principessa.” Un giorno caldo d’estate, al sorgere del sole, il gatto preparò la valigia, uscì di casa e si inoltrò nel bosco. Si era allontanato già tanto da casa quando comparve sul suo cammino una fata bellissima. Si fermò ed iniziò a fissarla con stupore mentre veniva verso di lui agitando appena le ali e con un sorriso sulle labbra gli disse: “Ciao bel gatto!” “Ciao, ma chi sei?” le chiese il gatto. “Sono la fata dei boschi.” “Io sono gatto Grigio.” “Gli gnomi mentre raccoglievano le bacche ti hanno visto e si sono spaventati. Così la loro regina mi ha chiesto di fermarti.” “Io gli gnomi nemmeno li ho visti. Ma perché si sono spaventati vedendomi?” “Non hanno mai visto un gatto e pensavano fossi un mostro che li stesse cercando per mangiarli.” “Allora dì agli gnomi che non sono un mostro, che loro non mi interessano e che sto cercando una principessa.” “Le principesse vivono molto lontano da qui. Quella meno lontana, però, la puoi raggiungere con un cavallo.” “E dove lo trovo un cavallo?” “C’è un elfo femmina qui nel bosco che tiene due cavalli: uno nero ed uno bianco. Non devi farti dare quello nero perché non conosce la strada per andare al castello.” “E come faccio a convincere quell’elfo a darmi il cavallo bianco?” “Facendo quello che ti chiederà.” “Dove abita e come si chiama?” “Prosegui per questo sentiero ed arriverai ad una quercia. E’ molto vecchia, ma riesce ancora a dire ai viaggiatori dove si trova l’elfo Rosablu.” “Grazie!”, rispose il gatto e la fata scomparve. Il gatto Grigio proseguì e si trovò sulla riva di un torrente. In quel momento arrivò uno gnomo e gli chiese: “E tu chi sei?” Lo gnomo rispose: “Sono lo gnomo del torrente.” “Io sono il gatto Grigio e sto cercando la quercia.” “Devi chiedere qualcosa alla quercia oppure vuoi solo riposarti ai suoi piedi?” “Le devo chiedere dove si trova Rosablu.” “La quercia è là in fondo. Se non saprà risponderti, allora chiedi alla cascata che si trova dalla parte opposta, quindi alle tue spalle.” “Grazie!”, rispose il gatto e lo gnomo scomparve. Il gatto Grigio si incamminò ed appena si trovò davanti ad essa, rimase sbalordito dalla sua grandezza. “Grande quercia, dove posso trovare Rosablu?” La quercia agitò i rami e chiese: “Chi mi ha svegliata con una domanda su Rosablu?” “Sono il gatto Grigio.” “I gatti sono animali che ho sempre odiato. Prima che arrivassero gli gnomi, qua era pieno di elfi e tutti avevano un gatto. I loro gatti bagnavano sempre il mio tronco con la loro pipì e si arrampicavano sempre sui miei rami. Dopo qualche anno, chiesi alla fata dei boschi di fare qualcosa e la fata dei boschi trasformò tutti i gatti in cespugli. Quell’incantesimo non funzionò sul gatto di Rosablu e la fata dei boschi si arrabbiò così tanto che decise di rinchiuderli nella cascata. Gli elfi si separarono e fuggirono sulle montagne. Dopo un po’ arrivarono gli gnomi. Il gatto di Rosablu morì e Rosablu venne liberata. Adesso usa la sua ex prigione nella cascata per nascondere gli animali parlanti. Se vuoi proprio incontrare Rosablu, va alla cascata dalla parte opposta e chiamala. Ma sta attento!” “Grazie”, rispose il gatto e la quercia si riaddormentò. Il gatto Grigio camminò fino alla cascata e chiamò: “Rosablu! Rosablu!” La cascata si aprì ed uscì Rosablu. “Wow!” , esclamò il gatto Grigio vedendo quell’elfo con un abito trasparente che permetteva di vedere tutto il suo corpo. “Sono Rosablu, unico elfo femmina di questo bosco.” “Sono il gatto Grigio. Ho bisogno del tuo cavallo bianco per raggiungere il castello.” “Tu parli, quindi non puoi andare al castello.” “Che cosa fanno agli animali che parlano?” “Li danno in pasto alle streghe. Il cavallo bianco parla ed io sono riuscita a salvarlo prima che i servi lo consegnassero alle streghe. Rimani con me, gatto Grigio. Ci sono tanti animali parlanti nella mia casa che ti accoglieranno subito come un fratello.” “Io voglio andare dalla principessa perché la voglio sposare. Se deciderà di darmi in pasto alle streghe, allora sarò felice di morire per amore.” “Va in mezzo ai cespugli e raccogli dieci fiori profumati. Se il profumo sarà gradevole, allora il cavallo bianco sarà tuo. Ma ricordati che ti potrà accompagnare fino al mare. Se non troverai un’imbarcazione, dovrai chiamare le sirene. La principessa non vive più nel castello, ma in una torre su un’isola. Il re la fece rinchiudere lì dopo che rifiutò di sposare il figlio della migliore amica di sua madre.” “Eseguo subito il tuo ordine.” Il gatto Grigio raccolse dieci fiori e Rosablu gli disse dopo averli annusati: “Il cavallo bianco e tuo. Addio gatto Grigio!” Lo accomodò sulla sella ed il cavallo bianco prese subito la rincorsa verso il mare. “Sei arrivato.”, disse il cavallo sulla spiaggia. Il gatto Grigio scese e chiese al cavallo: “E adesso come raggiungo l’isola in mezzo al mare?” “Se non trovi imbarcazioni abbandonate dai pescatori, devi chiedere aiuto alle sirene. Io non posso più aiutarti e devo tornare da Rosablu, nel bosco. Addio!” Ed il cavallo se ne andò di corsa. Il gatto Grigio si incamminò ed arrivò al molo. Ascoltò per un po’ il canto delle sirene e poi salì. Appena le vide, chiese loro: “Ehi, c’è una di voi disposta a fermare il proprio canto per accompagnarmi sull’isola?” “Vattene via, gattaccio!” esclamò una. Intervenne un’altra dicendo: “Le nostre sorelle dopo aver accompagnato i gatti dei pescatori sull’isola, sono morte tutte. Le abbiamo ritrovate distese sulla riva prive di vita e con la coda mangiata.” “Io odio il pesce. Lo sputo sempre quando la mia padrona me lo dà. Preferisco la carne. Anche se amassi il pesce, non vi farei alcun male. Ho una cosa importante da fare sull’isola e dato che in riva al mare non ho trovato imbarcazioni, chiedo a voi un passaggio. Il cavallo bianco di Rosablu ha potuto accompagnarmi fino alla spiaggia e poi ha dovuto andarsene.” “Hai conosciuto l’elfo Rosablu?”, le chiese la terza sirena. “Sì.” “Sapessi quante volte mi è toccato aiutare quell’elfo! Perché vuoi andare sull’isola?” “Voglio chiedere alla principessa di sposarmi!” “Rischierai di essere dato in pasto alle streghe; non te l’ha detto Rosablu?” “Sì. Ma è un rischio che vale la pena correre perché io la amo!” “Allora ti accompagnerò. Sorelle mie, se mi troverete priva di vita sulla riva del mare e con la coda mangiata, convincete la principessa a dare in pasto alle streghe questo gatto parlante!” Le altre due sirene annuirono. Il gatto Grigio saltò sulla schiena della sirena ed appena arrivarono sull’isola, il gatto senza ringraziare corse verso la torre. La sirena si rituffò in mare dopo una breve pausa e nuotò verso il molo. Il gatto Grigio trovò il portone aperto e cominciò a salire la scala a chiocciola. Arrivato in cima, iniziò a miagolare. La principessa aprì ed esclamò: “Un gatto!” Lo prese in braccio e gli chiese: “Come sei arrivato qui?” “Con l’aiuto della fata dei boschi, l’elfo Rosablu ed una sirena.” “Ma tu parli!” “Non so come ti chiami, ma ti amo tantissimo e per questo amore che provo per te, ho intrapreso un lunghissimo viaggio per chiederti se mi vuoi sposare. Vuoi darmi in pasto alle streghe perché parlo? Fallo pure, se vuoi. Ma prima dammi una risposta a questa mia richiesta.” “Quando i miei genitori diedero il mio unico cavallo in pasto alle streghe perché parlava, non ho potuto fare nulla. Ora che vivo abbandonata in questa torre, posso fare ciò che voglio con i miei animali. Ho avuto tanti gatti, ma nessuno mi ha fatto compagnia come me ne farai tu; perché gli altri non parlavano. Resterai qui con me. Non ti sposerò perché sei un gatto, ma vivrai come se fossi mio marito. Io sono la principessa Lea; tu hai un nome?” “Sono il gatto Grigio. Quel tuo cavallo che parlava, era bianco?” “Sì.” “Dalle streghe non ci è mai arrivato perché è stato salvato dall’elfo Rosablu. Ora vive felice nel bosco.” “E’ una notizia bellissima. Peccato che non mi sia permesso uscire dalla torre! Con l’aiuto delle sirene potrei attraversare il mare ed a piedi andare nel bosco a salutarlo, anche se sono giorni di cammino.” “Ma non se ne accorgerebbe nessuno se esci dalla torre, attraversi il mare a cavallo di una sirena e vai nel bosco.” “Se ne accorgono i pescatori dei miei genitori e glielo vanno subito a dire. Mi separerebbero subito da te e mentre tu vai in pasto alle streghe, io vengo rinchiusa nella torre del drago e da lì nessuna principessa è mai uscita. Sono stati tanti i cavalieri che hanno tentato di salvarle e sono tutti morti tra le fiamme che il drago sputava appena si avvicinavano alla scala.” “Mi dispiace tanto che non puoi rivedere anche una volta sola il tuo amato cavallo.” “Pazienza! Mi raccomando, non abbandonarmi mai.” “Ti prometto che starò sempre con te e non riattraverserò più il mare. Ti amo, principessa Lea.” “Ti amo anch’io, gatto Grigio.” E vissero felici e contenti. FINE