In un lontano passato, in una terra di cui ormai nessuno si ricorda il nome, gli uomini, ogni volta che facevano i sogni, di notte o a occhi aperti, li trasformavano in uccelli coloratissimi che poi tenevano in casa con loro, per illuminare la propria vita. Ce n’erano di tutti i colori e forme e ogni volta che li guardavi il tuo animo si riempiva di felicita’. Succedeva pero’ che dopo poco tempo gli uccelli tendevano a volare via, magari a breve tornavano oppure a volte non tornavano più. Gli uomini di quel paese allora cominciarono a chiuderli in gabbie, attraverso le quali avrebbero potuto continuare ad ammirarli ma in modo esclusivo e continuo. Tempo dopo, nel paese vicino, altri uomini e donne cominciarono a non sognare più. Si addormentavano e facevano sonni bui e vuoti. Anche la loro immaginazione stava morendo, la fantasia andava perdendo tutti i suoi colori. Le persone cominciarono ad ammalarsi e i dottori non riuscivano a capire che malattia fosse. Avevano fatto tutte le analisi possibili ed erano ancora al punto di partenza solo con una certezza in più: quelle persone non potevano continuare a vivere così. Nel ”paese dei sogni intrappolati”, intanto, quei bellissimi uccelli colorati all’interno delle gabbie cominciarono a diventare tristi, con la tristezza cominciarono a sbiadire i colori e guardandoli non provavi più quel senso di felicita’. Una notte, un bambino, di nascosto dai suoi genitori, si avvicino’ a una delle gabbie e libero’ il bellissimo uccello colorato che questa intrappolava . Appena fu libero, l’uccello si diresse verso il cielo, riprendendo graduatamente i suoi colori e i suoi contorni cominciarono a sfumare mentre saliva sempre più in alto nel cielo, fino a che non si vide che una massa informe, ma dai colori stupendi. Allora quel bambino la osservo’ e pianse lacrime di gioia, poiché stava sognando. Contemporaneamente, anche nel ”paese dei sonni bui”, un altro bambino che dormiva nelle braccia di Morfeo, vide quei colori e sorrise nel buio ormai colorato.
La città dei sogni intrappolati
In un lontano passato, in una terra di cui ormai nessuno si ricorda il nome, gli uomini, ogni volta che facevano i sogni, di notte o a occhi aperti, li trasformavano in uccelli coloratissimi che poi tenevano in casa con loro, per illuminare la propria vita. Ce n’erano di tutti i colori e forme e ogni volta che li guardavi il tuo animo si riempiva di felicita’. Succedeva pero’ che dopo poco tempo gli uccelli tendevano a volare via, magari a breve tornavano oppure a volte non tornavano più. Gli uomini di quel paese allora cominciarono a chiuderli in gabbie, attraverso le quali avrebbero potuto continuare ad ammirarli ma in modo esclusivo e continuo. Tempo dopo, nel paese vicino, altri uomini e donne cominciarono a non sognare più. Si addormentavano e facevano sonni bui e vuoti. Anche la loro immaginazione stava morendo, la fantasia andava perdendo tutti i suoi colori. Le persone cominciarono ad ammalarsi e i dottori non riuscivano a capire che malattia fosse. Avevano fatto tutte le analisi possibili ed erano ancora al punto di partenza solo con una certezza in più: quelle persone non potevano continuare a vivere così. Nel ”paese dei sogni intrappolati”, intanto, quei bellissimi uccelli colorati all’interno delle gabbie cominciarono a diventare tristi, con la tristezza cominciarono a sbiadire i colori e guardandoli non provavi più quel senso di felicita’. Una notte, un bambino, di nascosto dai suoi genitori, si avvicino’ a una delle gabbie e libero’ il bellissimo uccello colorato che questa intrappolava . Appena fu libero, l’uccello si diresse verso il cielo, riprendendo graduatamente i suoi colori e i suoi contorni cominciarono a sfumare mentre saliva sempre più in alto nel cielo, fino a che non si vide che una massa informe, ma dai colori stupendi. Allora quel bambino la osservo’ e pianse lacrime di gioia, poiché stava sognando. Contemporaneamente, anche nel ”paese dei sonni bui”, un altro bambino che dormiva nelle braccia di Morfeo, vide quei colori e sorrise nel buio ormai colorato.