Il labirinto

La nascita delle caducifoglie


Nei giardini, negli spazi verdi sulla terra, una volta non vi erano troppe differenze tra le piante, se non quelle relative al tempo. Le piante che erano nate prima, quindi oramai più grandette chiacchieravano tra di loro, e le nuove si guardavano intorno incuriosite. La Novità, una particolare fata delle piante, già da tempo girava irrequieta tra la flora, senza riuscire a capire il perché di quel nervosismo. Il Pensiero, un vento che soffiava dolce, scrisse sulla sabbia del fiume due righe. - Non ti preoccupare : succede sempre quando deve nascere qualcosa che vi sia una certa qual agitazione, in questo periodo anche io sarò agitato. La fata comprese che stavano cambiando le cose, e non sarebbe stata proprio lei a tirarsi indietro di fronte a quel cambiamento. Nei giorni seguenti, la forza del vento aumentò gradualmente sempre di più. Tanto aumentò che le piante più piccole, più delicate cercarono riparo tra quelle più adulte. - Andiamo dalle grandi: ci ripareranno con la loro forza! Ci fu una grande migrazione, e come succede sempre con la vita nuova, la cosa creò subito allegria, gioiosità, festa, per tutto quel trambusto. - Sì, guarda quella come si agita al vento, vado lì, mi piace! - Oh, io preferisco quella, guardala, com'è seria. Ed i giorni passarono tra il vento che aumentava sempre di più, e le giovani piante che si divertivano da morire, rincorrendosi e girando intorno alle piante più adulte. A tutta quella festa alcune piante reagirono bene, riscoprendosi anche loro "bambine" e partecipando alla gioia, altre, prima pian piano, poi sempre più manifestamente, cominciarono a dare segni di fastidio. Finché cominciarono a sbottare. - Basta! noi siamo grandi! Che cos'è tutto questo chiasso, questo vociare tremendo ... insomma!!! Però altre grandi piante presero le parti delle piccole. - Ma, sì lasciamole fare, riusciamo a vederci alla loro età, allora eravamo troppo prese dal gioco per comprendere ! - Io non voglio vedermi piccola, sono adulta! - Oh, che brontolona, tu degli adulti hai solo l'antipatia! E cominciò una animata discussione sull'età, sulla gioia, su tutto quello che nasceva sul momento. Il vento ascoltava, non visto ma percepito, anche se la festosità delle giovani piante ne attutiva gli effetti. Alla fine, seppur con delle differenze, le grandi piante si divisero in due settori di opinione: quelle che amavano la gioia delle giovani piante e quelle che ne erano quasi infastidite. Il vento (Il Pensiero) comprese l'origine di tutto ciò, e decise che occorreva far rinascere nelle ultime qualcosa che si era perduto. Allora soffiò con sempre maggiore forza, sino a creare nelle piante una sorta di sonnolenza, di dormiveglia, quello che in seguito sarà chiamato il letargo. Al risveglio, sentirono con la percezione propria di ognuna, che qualcosa era cambiato. C'era di nuovo silenzio tra le piante, più pace, ma si sentiva, si percepiva che "qualcosa" non era più come prima. I giorni passavano, mentre il cambiamento prendeva piede, con grande gioia della nostra fatina, e diventava parte dell'esistenza, il clima divenne più fresco, infine più freddo, ed alcune piante, quelle che erano rimaste in vario modo, infastidite dalle grida delle piante più giovani, cominciarono a sentirsi vecchie, ad addormentarsi e perdere le foglie, mentre le altre rimanevano verdi, in virtù della loro propensione alla vita . Fu così che nacquero le piante che perdevano le foglie, nel periodo freddo, per poi rinascere con i tepori di quella che verrà chiamata la primavera. Alcune piante tutte prese da se stesse avevano dimenticato la bellezza di tornare bambine, in questo modo, lo avrebbero ricordato in continuazione: ogni anno ricoprono il terreno dei gioiosi colori del tempo, e quando passa il periodo freddo, il tempo freddo in cui non volevano vedere la nuova vita, anch'esse rinascono.