Il labirinto

Come nacque la rondine maschio


La strada era in salita e pietrosa e l’asino faticava a camminare; il cielo era stellato, ma faceva molto freddo. L’uomo stentava a tirarsi dietro l’animale sul quale era seduta la sua sposa in attesa di un bimbo, che sarebbe nato presto. Nell’oscurità, mentre camminavano, l’uomo vide qualcosa di scuro che si dibatteva in un rovo; si avvicinò e vide che era un uccello che era rimasto impigliato tra le spine; era una rondine, nera come non se non s’erano mai viste, che forse, proprio a causa di questo incidente, non aveva fatto in tempo a migrare con le altre verso le zone calde. L’uomo disse a sua moglie: “Guarda, poverina! Bisogna liberarla o morirà”. La donna cominciava già a sentire i primi dolori del parto, ma solerte aggiunse: “Sì Giuseppe, ma stai attento a non romperle le zampine”. Con la massima delicatezza, l’uomo liberò l’uccello senza fargli male ed esso subito cominciò a svolazzare intorno alla coppia, quasi volesse ringraziarli. Ma la donna disse: “Proseguiamo Giuseppe; io comincio ad avere le doglie”. L’uomo premuroso le rispose: “Bisogna allora trovare subito un alloggio e una donna esperta che ti aiuti a partorire. Non aver paura Maria; ci sono io con te”. Ma la città era gremita di gente, venuta da ogni parte per un censimento, e gli sposi si dovettero accontentare di ricoverarsi in una stalla e qui, venne alla luce il bimbo. E mentre Maria era distesa col bambino tra le braccia, Giuseppe vide arrivare alcuni pastori che chiesero di entrare nel misero rifugio e poi si inchinarono ad adorare la creatura appena nata. Mentre i pastori erano ancora lì, si udì un battito d’ali vicino alla porta semiaperta della stalla, e poco dopo entrò la rondine che cominciò a volare qua e là, attirando lo sguardo dei presenti; anche la puerpera alzò la testa a guardarla, e i suoi occhi nero azzurri fissarono il volatile che si avvicinò a lei, quasi attratto da essi. E qui avvenne il primo “miracolo”: le penne della rondine da nerissime che erano, divennero blu, quasi come gli occhi dolci di Maria. Poi il volatile vide quel bimbo seminudo e volle poggiare il suo cuoricino sul suo per scaldarlo; ed ecco che il petto le divenne bianco, come l’anima candida che era appena venuta al mondo. Infine l’uccello si avvicinò all’uomo che l’aveva strappato con le sue mani alla morte e gli toccò col petto la barba color ruggine; e sul piumaggio bianco si formò una macchia anch’essa rossastra. Era nata la rondine maschio che ha il dorso di un blu lucente e il ventre chiaro sfumato di bruno ruggine. Dopo tutte queste cose, essa uscì da quell’umile rifugio così come era venuta e volò in alto…molto in alto in quella notte magica, tanto che si pensa che arrivò a sfiorare con le sue ali quelle degli Angeli.