Il labirinto

La scuola del bosco


Alla scuola del bosco, come ogni mattina, tutti attendevano fremendo il principio delle lezioni. I giovani animali erano tutti lì, aspettando con ansia e eccitazione il maestro: Dotto, il Gufo. Finalmente l’insegnante arrivò. Si accomodò alla cattedra,e cominciò a fare l’appello. In realtà conosceva benissimo tutti i suoi allievi, e notava subito se c’era un’assenza; ma leggendo i nomi sul registro, era solito avviare la giornata, come fosse un segnale di inizio della lezione. -Giò il Cerbiatto.- -Presente!- -Dea la Leprotta.- -Presente!- -Gesualdo il Procione!- -Presente!- C’erano proprio tutti: il Castoro, la Lontra, il Lupacchiotto, la Volpe, il piccolo Ghiro, l’Orsacchiotto, lo Scoiattolo, la Civetta, la Puzzola. Dotto il Gufo cominciò la sua lezione, ascoltato attentamente dagli astanti. L’argomento del giorno riguardava l’Educazione e l’Insegnamento. A un certo punto Dea, la Leprotta, alzò la mano e prese la parola: -Signor Maestro, io da grande vorrei fare l’insegnante. Come si fa a fare imparare?- -Il lavoro di chi educa, vale a dire quello dei maestri e dei genitori, è ben duro, ma per spiegartelo ti racconterò una storiella!- disse il maestro Dotto il Gufo. E continuò: -C’era una volta una scuola nel bosco. Proprio come questa ma un po’ più grande.
Un giorno arrivò l’ispettore didattico. In quel momento gli insegnati erano tutti impegnati a far lezione. Lui aspettò quindi in sala professori l’arrivo di un maestro, per poter essere informato circa i metodi di insegnamento. Mentre attendeva, il giardiniere della scuola aveva finito il suo lavoro. L’addetto al giardino si era cambiato, ed entrò in sala insegnanti per bere un caffè: -Buongiorno! disse l’ispettore scambiandolo per un maestro. L’orticoltore rispose con un inchino. -Come sono bene educati questi professori.- penso tra sé e sé l’ispettore. Poi cominciò a interrogarlo. -Come svolge il suo lavoro? - domandò l’ispettore. -Innanzitutto preparo il terreno. - rispose il giardiniere. -Bene! Bravissimo!Innanzitutto bisogna sempre preparare il terreno per far un buon lavoro! - -Poi semino! - continuò il giardiniere - E quindi aspetto che germoglino i primi virgulti! Ergo, mi preoccupo di sostenere quanto sta crescendo, e cerco di estirpare quanto di negativo sta intorno! Ci metto tanto amore!- Il colloquio finì qui. L’ispettore, tutto contento, se ne andò dal preside, ed entusiasta disse lui: -In questa scuola avete degli insegnanti superbi! Hanno capito bene quali sono le proprie mansioni! - Il racconto del maestro Dotto finì qui. Rimaneva soltanto da dare la spiegazione finale: -Ecco ragazzi! Come avrete capito il mestiere dell’insegnante è proprio come quello del giardiniere. Ci vuole tanto amore, occorre aiutare la crescita e sorreggerla, annaffiare e curare!- Educare è proprio come occuparsi delle piante. Bisogna sostenere colui che cresce. Introdurre in esso sani principi e valori, ma senza mai forzare, e nello stesso modo come da un seme di zucchina possono nascere solo le zucchine, non si può pretendere , da chi è portato per una attività, come per esempio la pittura, di far nascere un avvocato. Sarebbe come volere da un seme di zucca, un pomodoro.