Il labirinto

La colonna del capriolo


In un un grosso borgo altoatesino, nel mezzo della piazza del mercato, c'era tempo addietro un'alta colonna di legno sormontata da una testa impagliata di capriolo con lunghe, vistose corna. La fama di questa colonna è dovuta al fatto che dalla prima metà del secolo scorso anonimi delatori incominciarono ad appendervi la notte i nomi dei mariti traditi e di chi li aveva resi tali. Com'è ovvio, la cosa era motivo di grosse liti non solo in famiglia e turbava l'armonia della città. Alcuni dei signorotti più in vista (e tra i più citati sulla colonna) si rivolsero al Borgomastro perché mettesse fine a quello scandalo, ma il Borgomastro (che era rimasto vedovo molti anni prima) non vide perché impedire quello che, a suo parere era uno dei pochi divertimenti che offriva il paese. Pensò anzi di ufficializzare la cosa, istituendo la HornFest (festa del Corno) in cui le persone coinvolte dovevano ballare in circolo attorno alla colonna del capriolo: sembra che proprio da questa festa sia nata la tipica danza tirolese in cui i ballerini si scambiano sonori ceffoni e grosse pedate nel sedere. La tradizione della colonna del capriolo e della HornFest durò fino al 1920, quando il colonnello italiano Ermanno Princisbecco Valdimontoni, neo responsabile militare della zona, la cui carriera nel regio esercito era notoriamente dovuta più alle battaglie perdute dalla moglie che a quelle vinte da lui, scelse proprio la colonna del capriolo per tenervi il suo discorso di insediamento tra lo sbellicarsi e lo scompisciarsi dei presenti, che, pure, avrebbero avuto più d'un motivo per dolersene. In seguito qualcuno si incaricò di informare il colonnello - col necessario tatto - sulle ragioni di quel comportamento e il Princisbecco Valdimontoni, dimostrando uno scarsissimo senso dell'umorismo, diede ordine di bruciare la colonna, sulle cui ceneri in seguito venne posta, non si è mai saputo da chi, una grande, lunga, enorme coda di paglia.