Il labirinto

Ciriè una vergogna


n seguito a numerosi dati epidemiologici, si è riscontrato che i lavoratori di fabbriche di vernici, esposti a diverse ammine aromatiche, sono a rischio per il cancro alla vescica.Negli anni successivi al 1950, vi furono un centinaio di casi di cancri alla vescica tra i dipendenti di una fabbrica di coloranti e vernici nella provincia di Torino. La fabbrica era l’IPCA di Ciriè (TO), fondata nel 1922. Nel 1981 vi furono 41 morti per cancro alla vescica tra i dipendenti. Studi compiuti negli anni precedenti avevano già dichiarato le ammine aromatiche, tra cui l’anilina e la beta-naftilamina, sostanze cancerogene. In diversi paesi europei si era interrotta la produzione della beta-naftilamina: nel 1938 in Svizzera, nel 1942 in Germania, nel 1951 in Unione Sovietica, nel 1952 in Inghilterra e soltanto nel 1960 all’IPCA di Ciriè, come dichiarò la stessa azienda che confermò anche di aver prodotto benzidina sino al 1967.Nel 1969 venne pubblicata una consistente monografia sui tumori professionali ed ambientali dell’apparato urinario (Hueper, 1969) dove si sottolineò la correlazione tra tumori alla vescica e beta-naftilamina.All’inizio degli anni ’70, il comune di Ciriè finanziò una borsa di studio per valutare gli effetti delle ammine aromatiche sulla salute umana. Nel 1970, il Tribunale Civile e Penale di Torino, con la sentenza n. 2489 del 20 giugno 1977, dichiarò colpevoli dei reati di omicidio colposo i proprietari, i dirigenti ed il medico di fabbrica dell’IPCA di Ciriè (Carnevale, 1999).