Il labirinto

Luca e le stelle cadenti


Questa sera, amore mio, ti racconterò una bellissima storia di un bambino che abita dall’altra parte del mondo. Si chiama proprio come te.” Luca sorrise contento. La mamma gli rimboccò le coperte e gli sussurrò dolcemente: “Devi sapere, che mentre qui nel nostro paese, è inverno e cadono grossi fiocchi di neve, nel posto in cui si trova quel bimbo, anche se è Natale, fa caldo ed è estate. Infatti...” e la mamma iniziò a raccontare. “Era una notte calda ed afosa. Si sentiva il canto delle cicale e dei grilli. Luca e suo padre, erano seduti nel giardino di casa, con gli occhi sperduti nel cielo stellato... “Guarda papà! Ne ho vista una cadere! Chissà chi è quel bimbo fortunato che è riuscito a prenderla! Voglio anch’io una stella. Questo è il mio desiderio per Natale. ” “Sai, il tuo è un sogno così grande e complicato, amore mio, che non potrà mai realizzarsi, le stelle devono restare lì dove le vedi,” gli disse il padre guardandolo con tenerezza. Luca rispose prontamente: ”Ma io ho tanta voglia di averne una. Prima o poi, un’altra cadrà dal cielo, ed io sarò pronto ad accoglierla nella mia mano. Non vorrei che restasse una stella orfana. Io me ne prenderò cura.” Il padre sorrise e disse: “Ascolta Luca, la luce di quella stella è così potente che è arrivata fin dentro il tuo cuore.” “Sì sì... la sento solleticarmi con le sue punte luminose proprio qui” disse il bambino ridendo e battendo forte la manina sul petto. Poi domandò incuriosito: “Ma come ha fatto ad arrivare fin dentro di me?” “Perché mentre guardavi quella stella, la sua luce che viaggia nello spazio, ha attraversato in un batter d’ali i tuoi occhioni verdi illuminandoli ancora di più, poi, è scesa nel tuo cuore.” Il piccolo non convinto però delle sue parole, indicò con il dito una stella qualsiasi, e rispose con euforia: “Ma io vorrei toccarla, tenerla nella mia mano, e averla accanto quando mi addormento... Sì, proprio vicino al mio letto, così illuminerà la stanza ed io non avrò paura del buio!” Il padre commosso dalle riflessioni acute del suo bambino lo strinse a sé per rincuorarlo, e gli accarezzò i capelli finché non si addormentò. Non sapeva, però, come far comprendere al figlio, che alcuni desideri sono così grandi da non poterli raggiungere perché irrealizzabili. In quel mentre, si alzò un magico venticello, ed il piccolo sognò di volare nello Spazio, dove incontrò la Luna che aveva il viso incipriato di bianco. Era vestita a festa per l’occasione, infatti, indossava un abito nero impreziosito da luccicanti diamanti. Il bimbo, all’ora, si svegliò di colpo e si accorse di essere nel suo letto. Si stropicciò gli occhi e incredulo, sorrise quando vide al suo fianco, posata sul comodino, una piccola stella che illuminava tutto ciò che era intorno. La osservò attentamente perché era viva e si muoveva volando da un mobile all’altro. Il piccino pensò che la stellina era felice d’averlo incontrato perché volteggiava allegra nell’aria. Aprì, così, la manina e l’insetto vi si posò sopra. “Oh! Come sei bella! Sapevo che prima o poi saresti caduta dal cielo, e saresti venuta da me per salutarmi.” Quando il padre sentì che il bambino stava parlando aprì la porta, e l’insetto impaurito volò via dalla finestra socchiusa. Il bimbo, quella notte, provò a contare tutte le stelle che erano cadute dal cielo nel suo giardino. Erano tante, ed erano lì, solo per lui. Così alla fine si riaddormentò, contento che il suo desiderio si era finalmente realizzato. Anche il nostro Luca, quella notte, dopo il racconto della mamma, sognò tantissimo e nel suo sonno era felice perché era seduto su una delle renne di Babbo Natale, e la sua slitta, era piena di mille desideri scintillanti.