La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator, forbendola a’ capelli del capo ch’elli avea di retro guastoCon queste parole Dante Alighieri inizia il canto XXXIII dell’Inferno, dedicato quasi completamente alle tragiche vicende che portarono alla morte del Conte Ugolino della Gherardesca, lasciato morire di fame coi figli e i nipoti per ordine dell’Arcivescovo Ruggieri che lo aveva accusato ingiustamente di tradimento.Ugolino (1220 – 1289), figlio di Guelfo della Gherardesca, conte di Donoratico, nacque nella prima metà del Duecento da una nobile famiglia, padrona di vasti feudi nella Maremma ed in Sardegna. Sebbene di famiglia tradizionalmente ghibellina, nel 1275, si accordò col genero Giovanni Visconti per portare al potere a Pisa il partito Guelfo.
Il conte Ugolino
La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator, forbendola a’ capelli del capo ch’elli avea di retro guastoCon queste parole Dante Alighieri inizia il canto XXXIII dell’Inferno, dedicato quasi completamente alle tragiche vicende che portarono alla morte del Conte Ugolino della Gherardesca, lasciato morire di fame coi figli e i nipoti per ordine dell’Arcivescovo Ruggieri che lo aveva accusato ingiustamente di tradimento.Ugolino (1220 – 1289), figlio di Guelfo della Gherardesca, conte di Donoratico, nacque nella prima metà del Duecento da una nobile famiglia, padrona di vasti feudi nella Maremma ed in Sardegna. Sebbene di famiglia tradizionalmente ghibellina, nel 1275, si accordò col genero Giovanni Visconti per portare al potere a Pisa il partito Guelfo.