Il labirinto

Caterina Sforza


aterina Sforza nacque nel 1463; figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza e di Lucrezia Landriani. Galeazzo Maria sforza era il figlio di Francesco Sforza, il quale, unitosi in matrimonio con Bianca Maria Visconti, pretese ed ottenne il ducato di Milano. Il padre di Francesco era Muzzio Attendolo, chiamata Sforza, il quale fece fortuna verso la fine del XIV sec. s
eguendo la compagnia di Alberico da Barbiano. Lucrezia Landriani era moglie di Gian Pietro Mandriani, siniscalco di corte. Quando Bona di Savoia, sorella della moglie del re di Francia, sposò Galeazzo Maria sforza, le venne affidata Caterina; da allora ella fu considerata sua figlia a tutti gli effetti. La data ed il luogo di nascita di Caterina non sono conosciuti; ma si ipotizza che ella sia nata, circa, nel 1462. Per quanto riguarda il luogo di nascita alcuni menzionano Milano, altri Pavia. Da principio Caterina fu educata a corte dalla nonna Bianca Maria Visconti (la madre di Galeazzo Sforza), e successivamente dalla moglie del duca Bona di Savoi.  Fu data in moglie a di Girolamo Riario nel 1477, nipote del Papa Sisto IV e signore di Imola ( e dal 1480 anche signore di Forlì ). Egli era originario di Savoia, figlio del calzolai Paolo Riario. Il Macchiavelli descrisse questo Girolamo Riario come un uomo di bassissima e vile condizione. Con la morte del Papa Sisto IV, Caterina si impossesso del Castel Sant’Angelo, a Roma, nel 1484. Nel 1488 il marito di Caterina venne assassinato; Forlì si consegnò al Papa e Caterina preferì rifugiarsi nella rocca di Ravaldino. Fu quando venne liberata da Sforza e da Bentivoglio che si impadronì nuovamente della signoria di Forlì, la quale, insieme alla signoria di Imola, le sarebbe servita come reggente per il figlio Ottaviano. Successivamente contrasse matrimonio, in segreto, con il castellano di Ravaldino Iacopo Feo. Pian piano Caterina era riuscita ad acquistare una notevole importanza nel campo della politica italiana, soprattutto con la morte di Carlo VIII. Per preservare la propria posizione, fu pianificata una alleanza strategica dapprima con gli Aragonesi, successivamente con i francesi, ed in fine con Firenze. Dopo la morte di Iacopo, nel 1945, Caterina attuò una sua vendetta per la perdita su
bito, ma successivamente ella contrasse nuovamente matrimonio, sempre in maniera segreta, con Giovanni de’ Medici. Dalla loro unione nacque colui che sarà poi Giovanni delle Bande Nere. Nel 1499 Cesare Borgia, conosciuto come il Valentino, figlio del Papa Alessandro VI, con l’intenzione di occupare la Romagna, conquistò la via ferrarese, arrivando nei pressi di Imola. La stessa città di Imola, rendendosi conto dell’inutilità di una resistenza, si consegno a Valentino; ma anche le piccole fortificazioni vicine caddero di fronte al numeroso esercito del Valentino. Solo i castello di Dozza e del Gabriele del Picca continuarono ostinati la loro resistenza; la loro resistenza fu però vana, ed in fine cedettero anche loro. Anche Forlì fu travolta dall’esercito del Valentino, e Caterina divenne prigioniera di Cesare Borgia (12 gennaio 1500); quest’ultimo la sottopose a numerose umiliazione. In fine però Caterina venne liberata per volontà della Francia. Ella si ritirò a Firenze, ove morì il 28 maggio 1509. La figura di Caterina, anche dopo la sua morte, rimase molto forte. Le si attribuivano conoscenze farmaceutiche, alchemiche e magiche; ma anche amicizie come quella con il misterioso speziale di Forlì Ludovico Alberini. Ma soprattutto nota rimase la sua indole vendicativa.QUALCHE CURIOSITA' LEGATA A CATERINA SFORZAFare “tonto di Caterinona” è un’espressione tipicamente romagnolo per dire che qualcuno è un “finto tonto”
; cioè colui che finge di essere poco intelligente per poter estorcere o ingannare il suo interlocutore. Il termine deriva da una abitudine di Caterina Sforza: ella infatti, si tramanda, mandava dei suoi uomini nelle campagne e nelle città. Questi dovevano fingere di essere stranieri, e quindi di non comprendere bene la lingua, o di essere ritardati. Il loro scopo era di farsi dire quali fossero le opinioni in merito al governo cittadino, o quali fossero comunque i loro malcontenti. Caterina poteva così essere informata dell’umore del suo popolo e poter prendere le giuste decisioni su ciò che andava fatto. Si dice che Caterina Sforza, incinta di sette mesi, fu fatta prigioniera. Ma grazie a piccoli trucchi ed inganni, riuscì a rifugiarsi in un piccolo castello a lei ancora fedele. I suoi figli Ottaviano e Cesare, meno fortunati, furono però catturati e portati fuori dalle mura del castello che offriva ancora protezione a Caterina. I loro prigionieri miravano al senso materno di Caterina; erano convinti che le urla dei suoi figli l’avrebbero convinta ad arrendersi per salvar loro la vita. Ma la stravagante Caterina, che stava riposando, appena seppe di quanto stava accadendo, salì nella torre del castello. Da sopra i merli, ancora in camicia, a piedi nudi e con i capelli sciolti, osservò per qualche istante i figli implorarle di salvare loro la vita. Ma Caterina sollevò la tunica e gridò che, anche se le avessero ucciso i figli, ella aveva ciò che le occorreva per poterne fare degli altri: “Ho qui lo stampo per farne degli altri”.