Il labirinto

scrittrici dimenticate:Mura


Quando morì all'età di quarant'otto anni nel cielo di Stromboli il 16 marzo 1940, allorché precipitò l'aereo su cui si era imbarcata a Tripoli, i funerali a Gavirate furono imponenti, alla presenza di persone illustri, Amedeo Nazzari, Milly Dandolo, Elsa Merlini e il commendator Angelo Rizzoli. Qualche mese dopo Flavia Steno nella prefazione del romanzo postumo Camelia tra le fiamme scrisse di Mura: Venti anni di lavoro; trenta romanzi; quattro volumi di studi femminili, altrettanti di narrazioni di viaggi, centinaia di novelle; trame di film; racconti, consigli, aforismi; articoli per quotidiani a getto continuo, conferenze. Una scrittrice prolifica che, pur non raggiungendo tirature elevate, ebbe comunque risultati considerevoli.La sua attività versatile comprese anche esperienze teatrali con la stesura di copioni e libri per l'infanzia. Ma la Mura più vera - scrive Romano Oldrini - la prosatrice che si abbandona felicemente ad una scrittura sorgiva e nello stesso tempo letteraria è quella dei "Caroselli", sorta di elzeviri scritti lungo l'arco di anni per il "secolo - Sera" e raccolti successivamente in tre volumi. Mura citò in alcuni suoi romanzi il paese in cui abitava con il fratello e la mamma. Ci sono luoghi a Gavirate che la ricordano: dapprima la sua casa in stile veneziano in via Enrico Toti sulla cui facciata spicca, con obbligo di inamovibilità, una lapide a suo ricordo risalente al 1943: In questa casa ora ricostruita, rifugio di lavoro e di affetti, Mura scrisse le sue prime pagine, poi la cappella al cimitero, dove il suo busto spicca tra le scritte a mosaico riportanti il titolo di alcune sue opere. Ma è soprattutto nella Biblioteca Comunale "Giuseppe Abbiati" che si trova l'anima della scrittrice: le tante opere (tradotte in francese, spagnolo, tedesco, ceco, polacco, rumeno) costituiscono una fonte indispensabile per comprendere l’evoluzione culturale della scrittrice, le sue influenze scapigliate, dannunziane e della narrativa femminile e popolare.