Il labirinto

La ballata dell'angelo ferito (Ceronetti)


Urlate urlate urlate urlate. Non voglio lacrime. Urlate. Idolo e vittima di opachi riti Nutrita a forza in corpo che giace Io Eluana grido per non darvi pace Diciassette di coma che m'impietra Gli anni di stupro mio che non ha fine. Una marea di sangue repentina Angelica mi venne e fu menzogna Resto attaccata alla loro vergogna Ero troppo felice? Mi ha ghermita Triste fato una notte e non finita. Gloria a te Medicina che mi hai rinata Da naso a stomaco una sonda ficcata Priva di morte e orfana di vita Ho bussato alla porta del Gran Prete Benedetto: Santità fammi morire! Il papa è immerso in teologica fumata Mi ha detto da una finestra un Cardinale Bevi il tuo calice finché sia secco Ti saluta Sua Santità con tanto affetto Ho bussato alla porta del Dalai Lama. Tu il Riverito dai gioghi tibetani Tu che il male conosci e l'oppressura Accendimi Nirvana e i tubi oscura Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama Ho bussato alla porta del Tribunale E il Giudice mi ha detto sei prosciolta La legge oggi ti libera ma tu domani Andrai tra di altri giudici le mani. Iniquità che predichi io gemo senza gola Bandiera persa qui nel gelo sola Ho bussato alla porta del Signore Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare Chiamami in cielo o dove mai ti pare Soffia questa candela d'innocente Ma il Signore non dice e non fa niente Ho bussato alla porta del padre mio Lui sì risponde! Figlia ti so capire Dolcissimo io vorrei darti morire Ma c'è una bieca Italia di congiura Che mi sentenzia che non è natura E il mio papà piangeva da fontana Me tra ganasce di sorte puttana. Cittadini, di tanta inferta offesa Venga alla vostra bocca il sale amaro. Pensate a me Eluana Englaro