Il labirinto

Scrittori dimenticati:Augusto De Angelis


Augusto De Angelis (Roma, 28 giugno 1888Bellagio, 18 luglio 1944) è stato uno scrittore e giornalista italiano, attivo soprattutto durante gli anni del fascismo.Indice [mostra] Biografia [modifica]Nel 1930 pubblicò il suo primo romanzo Robin agente segreto, fortemente ispirato a L'agente segreto (1907), romanzo di Joseph Conrad, mentre il suo primo romanzo giallo fu Il banchiere assassinato (1935).Nella sua breve carriera, scrisse poco meno di una ventina di romanzi polizieschi, nei quali nella maggior parte è protagonista il commissario De Vincenzi, della squadra mobile di Milano (cui la RAI ha dedicato, con il titolo di Il commissario De Vincenzi, fra il 1974 e il 1977, due serie televisive con Paolo Stoppa nei panni dell'investigatore), un personaggio arguto ma molto umano, attraverso il quale l'autore si svincolò presto dai cliché dell'investigatore di stampo anglosassone, creando una sorta di Maigret italiano ante litteram.Appassionato di teatro e di cinema, ha scritto anche diverse commedie teatrali pubblicate sulla rivista "Il dramma" un quindicinale di commedie edito da Le Grandi Firme di Torino e non mancano pure due biografie sulla vita e i ricordi della sua attrice prediletta, Dina Galli.Nonostante il buon successo dei suoi romanzi, tuttavia, De Angelis non poté goderne a lungo: la censura del regime fascista infatti impose il sequestro del romanzi noir nonché la chiusura della famosa collana dei gialli Mondadori, sia perché vedeva con sospetto il genere letterario noir cosiddetto d'élite, considerato come un prodotto della cultura anglo-sassone, sia perché, per motivi propagandistici e di ordine pubblico, tendeva a far scomparire il crimine dalle cronache e dalla letteratura.A causa dei suoi articoli pubblicati sulla "Gazzetta del Popolo", scritti dal 25 luglio all'8 settembre 1943, viene arrestato con l'accusa di antifascismo e successivamente trasferito nel carcere di Como. Uscì di prigione nel 1944 dopo aver scontato diversi mesi di detenzione, estremamente provato e debilitato dalla prigionia, tornò a Bellagio sul lago di Como dove risiedeva, ma ebbe la sfortuna d'incontrarsi con un "repubblichino" della zona, che per una banale discussione, lo aggredì con pugni e calci, tanto da causarne la morte, avvenuta pochi giorni dopo e per le conseguenze del pestaggio.Oltre a scrivere romanzi gialli, pubblicò Fra le quinte della guerra: diario d'un soldato (1912), fu traduttore dal francese di Paul Adam (I cuori utili, 1929), Jules Claretie (L'accusatore, 1930) e Robert Boucard (L'esercito segreto dell'Inghilterra: rivelazioni di un sanzionista, 1936), e autore d'una biografia su Maria Antonietta (1934) e di una, inserita in una serie di "donne nella storia", su L'amante di Cesare (1936).Nei suoi romanzi, De Angelis, rinuncia in un certo modo alla propaganda ideologica di regime, e questo si rende fortemente manifesto specialmente nel romanzo, Il candeliere a sette fiamme (1936), titolo con chiari riferimenti alla menorah, e descrive un delitto commesso in uno lurido albergo, e il commissario De Vincenzi, che deve investigare, si ritrova con i soliti elementi stranieri, una spy-story in cui gli ebrei hanno un ruolo di primo piano nella neonata questione palestinese. Anche nei luoghi comuni si distanzia dal regime (l'ebreo è un soggetto con dei rilievi fisici ben definiti secondo le leggi razziali) egli è dalla loro parte, prende le parti degli ebrei e ne fa degli eroi.A lungo dimenticati, i suoi romanzi sono stati riscoperti nel 1963 dallo scrittore Oreste del Buono (che ne pubblicò tre presso Feltrinelli, dove lavorava) e grazie agli sceneggiati televisivi del 1974-1977, resi popolari anche grazie alla riuscita interpretazione di Paolo Stoppa, e riportati a nuova luce. Negli anni duemila, infatti, la casa editrice Sellerio ne ha iniziato, a cura di Beppe Benvenuto, la ri-pubblicazione.