Giuseppe Pescetti nacque a Castelnuovo Berardenga nel 1859 e morì a Firenze nel 1924. Fu avvocato e dal 1897 fino all'anno della sua morte sedette in Parlamento quale deputato socialista per le legislature. Nel 1885 il Pescetti fondò una società protrettrice dei fanciulli. Ricercando in tante case le famiglie dei ragazzi abbanbonati, scosso dalla visione di tante miserie che non potevano essere sanate per iniziativa personale, abbandonò le iniziali idee repubblicane: costituì le prime leghe e i primi fasci e fu tra i promotori della Camera del Lavoro. In seguito fu fra i sostenitori della Lega Socialista Fiorentina, che rappresentò quale delegato al congresso nazionale del Partito dei Lavoratori italiani tenutosi a Reggio Emilia nel 1893. Egli ebbe una grande influenza sulla conduzione della Amministrazione comunale, conquistata dalle forze popolari proprio alla fine del secolo precedente; egli agì da tramite fra la Giunta e gli organismi burocratici superiori, ebbe grande importanza per i consigli anche legali su scelte che allora ebbero una grande risonanza; egli rappresentò un punto di riferimento importantissimo per gli amministratori di Sesto, certamente senza molta esperienza in materia. Proprio per la sessione di Sesto e per il collegio di Firenze III, egli si presentò quale candidato in occasione delle elezioni politiche del 1895, in antagonismo col deputato uscente Carlo Ginori, conservatore e sostenitore della politica governativa. Ma nell'intero collegio, non solo del comune di Sesto, le elezioni ebbero per lui esito negativo. La sconfitta elettorale del socialista Pescetti fu dovuta soprattutto al fatto che socialisti e repubblicani erano divisi. I socialisti avevano fatto una grande compagna elettorale; lo stesso Pescetti aveva tenuto molti comizi, riuscendo a far orientare verso il socialismo molti operai repubblicani. Ma sussisteva ancora una forte inimicizia fra i due partiti. Quando nel 1897 riuscì ad ottenere più voti di Carlo Ginori diventò il primo deputato socialista toscano, ed il primo maggio di quell'anno venne festeggiato per la prima volta con una astensione dal lavoro. In Parlamento, dove sedette all'estrema sinistra, il Pescetti si trovò sempre all'avanguardia in tutte le lotte a favore del popolo, che in lui ebbe un fervente sostenitore. Il rimboschimento di Monte Morello fu uno dei tanti problemi di cui egli si occupò. Oltre che per l'abolizione del tribunale supremo di guerra e per l'assistenza sociale ai fanciulli abbandonati, egli si batté per l'istituzione di istituti professionali qualificati nei quali potessero essere preparati i giovani meno abbienti; sostenne la fondazione della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e fu presidente alla posa della prima pietra, cerimonia a cui intervenne anche Vittorio Emanuele III; si interessò ai problemi delle ferrovie; si occupò della erezione del nuovo palazzo delle poste e di altri problemi amministrativi di Firenze, dove fu consigliere comunale prima di divenire deputato.
Giuseppe Pescetti
Giuseppe Pescetti nacque a Castelnuovo Berardenga nel 1859 e morì a Firenze nel 1924. Fu avvocato e dal 1897 fino all'anno della sua morte sedette in Parlamento quale deputato socialista per le legislature. Nel 1885 il Pescetti fondò una società protrettrice dei fanciulli. Ricercando in tante case le famiglie dei ragazzi abbanbonati, scosso dalla visione di tante miserie che non potevano essere sanate per iniziativa personale, abbandonò le iniziali idee repubblicane: costituì le prime leghe e i primi fasci e fu tra i promotori della Camera del Lavoro. In seguito fu fra i sostenitori della Lega Socialista Fiorentina, che rappresentò quale delegato al congresso nazionale del Partito dei Lavoratori italiani tenutosi a Reggio Emilia nel 1893. Egli ebbe una grande influenza sulla conduzione della Amministrazione comunale, conquistata dalle forze popolari proprio alla fine del secolo precedente; egli agì da tramite fra la Giunta e gli organismi burocratici superiori, ebbe grande importanza per i consigli anche legali su scelte che allora ebbero una grande risonanza; egli rappresentò un punto di riferimento importantissimo per gli amministratori di Sesto, certamente senza molta esperienza in materia. Proprio per la sessione di Sesto e per il collegio di Firenze III, egli si presentò quale candidato in occasione delle elezioni politiche del 1895, in antagonismo col deputato uscente Carlo Ginori, conservatore e sostenitore della politica governativa. Ma nell'intero collegio, non solo del comune di Sesto, le elezioni ebbero per lui esito negativo. La sconfitta elettorale del socialista Pescetti fu dovuta soprattutto al fatto che socialisti e repubblicani erano divisi. I socialisti avevano fatto una grande compagna elettorale; lo stesso Pescetti aveva tenuto molti comizi, riuscendo a far orientare verso il socialismo molti operai repubblicani. Ma sussisteva ancora una forte inimicizia fra i due partiti. Quando nel 1897 riuscì ad ottenere più voti di Carlo Ginori diventò il primo deputato socialista toscano, ed il primo maggio di quell'anno venne festeggiato per la prima volta con una astensione dal lavoro. In Parlamento, dove sedette all'estrema sinistra, il Pescetti si trovò sempre all'avanguardia in tutte le lotte a favore del popolo, che in lui ebbe un fervente sostenitore. Il rimboschimento di Monte Morello fu uno dei tanti problemi di cui egli si occupò. Oltre che per l'abolizione del tribunale supremo di guerra e per l'assistenza sociale ai fanciulli abbandonati, egli si batté per l'istituzione di istituti professionali qualificati nei quali potessero essere preparati i giovani meno abbienti; sostenne la fondazione della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e fu presidente alla posa della prima pietra, cerimonia a cui intervenne anche Vittorio Emanuele III; si interessò ai problemi delle ferrovie; si occupò della erezione del nuovo palazzo delle poste e di altri problemi amministrativi di Firenze, dove fu consigliere comunale prima di divenire deputato.