Il labirinto

Angela Borgia


Per iniziare a narrare la storia di Angela Borgia, cugina della più celebre Lucrezia, dobbiamo spostarci da Sassuolo di un centinaio di chilometri, per raggiungere, in pieno Rinascimento, la fastosa corte Estense di Ferrara.  Il matrimonio tra Angela ed Alessandro Pio, signore di Sassuolo, avvenne infatti al freddo del lontano 6 dicembre 1506, a Ferrara, ma i fatti che precedettero queste nozze e portarono la giovane damigella di corte a Sassuolo meritano di essere raccontati, quantomeno per riportare alle cronache la storia di un amore tormentato e sfortunato, quello appunto tra Angela e Giulio d’Este, fratellastro del duca Alfonso.Angela era bellissima, ricordata e lodata dagli artisti e poeti dell’epoca proprio per la sua grazia ed avvenenza. Damigella di corte pudica e raffinata attirò da subito l’attenzione di due dei rampolli di casa d’Este, Ippolito (il famoso cardinale da sempre sensibile alle grazie femminili) e Giulio, figlio di Ercole I e di Isabella Arduini, una damigella di corte della duchessa Eleonora.
Compagni di goliardiche avventure fin da piccini, nell’età adulta maturarono un certo reciproco risentimento, dovuto ad una infinita serie di offese e pesanti scherzi che negli anni mutarono in ripicche e vicendevoli ritorsioni. Provocazioni ed affronti erano all’ordine del giorno fino a quando, fatalmente, si innamorarono della stessa donna. L’avvenente Angela accordò le sue preferenze a Giulio, lo stesso Guicciardini racconta di averle sentito dire “… Val più gli occhi di Don Giulio di quanti Cardinali s’accatta”. Tanto bastò per scatenare l’ira furiosa di Ippolito. Era il 1505, di novembre. Ippolito assieme a suoi sicari aspettò Giulio al suo rientro da una passeggiata a cavallo (probabilmente aveva incontrato Angela, appena giunta a Belriguardo con Lucrezia) e lo fece assalire. Giulio fu picchiato così ferocemente da rimanere quasi cieco, e per sempre costretto a coprire con un benda uno dei suoi “così belli occhi”. I fatti precipitarono, le discordie tra i fratelli portarono, l’anno successivo, all’incarcerazione a vita di Don Giulio nella torre del castello di Ferrara, accusato assieme all’altro fratello Ferrante di aver attentato alla vita del duca Alfonso. Angela fu allontanata da Ferrara, la sua presenza era diventata troppo imbarazzante per permetterle di continuare il soggiorno a corte.  Nel dicembre dello stesso anno, si diceva, Angela sposava Alessandro Pio. E, qualcuno accenna, portava in grembo il figlio di Giulio. Il matrimonio tra i due giovani era frutto della diplomazia estense ma fu da entrambi accettato di buon grado; del resto Alessandro, allora diciannovenne, non poteva certo lamentarsi. Il periodo di governo di Alessandro fu uno dei più turbolenti ma, malgrado tutto, Angela si rivelò una mamma e moglie premurosa, ed un’astuta e diplomatica donna di potere. Nel 1507 Sassuolo fu presa in consegna da un commissario del duca d’Este, per rispondere alla congiura armata che i Bentivoglio avevano ordito per riconquistare Bologna e che a Sassuolo aveva trovato appoggio logistico. Alessandro Pio fu bandito dal suo feudo e, anche al suo rientro, fu sempre trattato da “sorvegliato speciale”. Nel 1510, diventati di nuovo precari i suoi rapporti con casa d’Este, abbandonò nuovamente Sassuolo, e lasciò alla moglie la gestione del feudo sassolese che proprio in quegli anni, anche e soprattutto grazie al governo di Alessandro, stava conoscendo un importantissimo sviluppo in ambito sociale, economico e culturale.Qualcuno ha voluto vedere in Angela Borgia una “informatrice” di casa d’Este eppure si dimostrò abile, non allentò mai i rapporti con la popolazione sassolese e non ruppe il rapporto con la casa estense, e questo probabilmente fu la salvezza di Alessandro Pio e della sua casata. Tra il 1510 e il 1515 Sassuolo fu contesa e governata da opposte fazioni: dall’esercito papale prima, assegnata alla giurisdizione di Modena poi e di nuovo riconquistata, nel 1515, da Alessandro, con un coraggioso colpo di mano. Nel 1517 Alessandro morì, seguito dalla moglie nel 1521. I coniugi furono entrambi seppelliti nella chiesa di San Giuseppe e dove il figlio primogenito della coppia, Giberto, fece porre una lapide in loro memoria.Purtroppo le notizie su Angela si esauriscono qui, ma immaginarla passeggiare, bellissima e malinconica per i vicoli sassolesi, regala un attimo di suggestione a chiunque la voglia immaginare con la mente ancora rivolta ai begli occhi del suo Giulio.