Il matrimonio non era solo uno strumento sociale per vari fini, ma anche un complesso intreccio di regole dette e non dette, consuetudini più o meno rigide e comportamenti che ci fanno un esempio di una società molto diversa da quella a cui siamo abituati, fornendoci quindi un mezzo di paragone attraverso una istituzione ancora presente, ma che ha progressivamente mutato le sue caratteristicheIl fidanzamentoOvvero ciò che c'era prima. Il fidanzamento era il primo passo dell'unione e rappresentava la fase delle trattative e delle ambascerie. Come per tutte le cose c'erano due motivi per cui ci si fidanzava (e poi sposava), prendendo quindi un impegno sia legale che economico: per amore o per convenienza.I matrimoni e i fidanzamenti per amore erano rari e considerati sconvenienti, del tutto provinciali. Il matrimonio per amore era una pratica che esisteva tra la povera gente che aveva poco da guadagnare e da perdere, mentre ad alti livelli imperversavano accordi prenuziali, alleanze strette con lo sposalizio di figli ed eredi e scambi di fortune a mezzo di doti e apannaggi.La famiglia: il suo ruolo nel matrimonioLa famiglia era la vera burattinaia dei matrimoni. Trattandosi di accordi di convenienza abilmente orchestrati da chi dirigeva il casato e il patrimonio, molto spesso i pareri degli sposi non erano neanche tenuti in considerazione, il che di certo non aiutava a creare unioni felici perchè molto spesso si venivano a creare coppie dove i due fidanzati si trovavano addirittura insopportabili.Se vogliamo questa può essere anche una delle ragioni per cui la prostituzione era una piaga così difficile da estirpare in una società puritana come quella di epoca vittoriana.Erano i parenti, tutt'al più lo sposo che prendevano gli accordi per il matrimonio, ovvero la dote e le richieste della famiglia di lei: trattamento, spese, mantenimento, cosa fare in caso di altri figli, come trattare la prole nata dal matrimonio e così via.Ogni dettaglio veniva analizzato e si sceglievano sempre le strade più convenienti.Alla fine il matrimonio non era altro che una contrattazione dove la parte rappresentata dallo sposo cercava di strappare le condizioni più vantggiose e la famiglia della sposa cercava di alzare il prezzo.A questo proposito è facile intuire come mai le ragazze da marito venissero così spesso paragonate a cavalle, mucche e altri animali da cui trarre profitto, piuttosto che esseri umani dotati di una loro dignità.Allargando inoltre la famiglia, le due casate entravano in contatto, scambiandosi agganci e conoscenze influenti che potevano vantare per elevarsi maggiormente nella scala sociale.La dote: il matrimonio e la ricchezzaTasto assai dolente era rappresentato dalla dote.Essa era costituita da denaro, bestiame, terreni o altri beni che venivano consegnati al marito assieme alla ragazza. Più una ragazza proveniva da una famiglia altolocata o benestante, più la sua dote era faraonica, il che la rendeva un'ottima conquista sia per coloro che volevano assestare la propria posizione sociale ed economica o addirittura acquisirla direttamente dal matrimonio (i cacciatori di dote).Innumerevoli sono stati i matrimoni contratti per saldare debiti di gioco o di investimenti falliti dove si è sfruttata la dote di lei.Le ragazze erano molto serie sul concetto della dote perchè ciò le rendeva desiderabili e, allo stesso tempo, conferiva loro quel minimo di autorità. In alcuni casi la dote delle ragazze di casa era accantonata nel corso degli anni fin dalla nascita e si trattava di un patrimonio al quale anche il capofamiglia non poteva attingere, per questo era, insomma, l'unica cosa di cui potevano disporre liberamente.Una ragazza senza dote difficilmente si sposava.Nella nostra cultura moderna il concetto della dote assueme quasi le fattezze di un premio per lo sposo per essersi portato via la ragazza, in realtà essa aveva un significato molto profondo per una società dove le donne contavano meno di zero.
Il matrimonio nell'età vittoriana
Il matrimonio non era solo uno strumento sociale per vari fini, ma anche un complesso intreccio di regole dette e non dette, consuetudini più o meno rigide e comportamenti che ci fanno un esempio di una società molto diversa da quella a cui siamo abituati, fornendoci quindi un mezzo di paragone attraverso una istituzione ancora presente, ma che ha progressivamente mutato le sue caratteristicheIl fidanzamentoOvvero ciò che c'era prima. Il fidanzamento era il primo passo dell'unione e rappresentava la fase delle trattative e delle ambascerie. Come per tutte le cose c'erano due motivi per cui ci si fidanzava (e poi sposava), prendendo quindi un impegno sia legale che economico: per amore o per convenienza.I matrimoni e i fidanzamenti per amore erano rari e considerati sconvenienti, del tutto provinciali. Il matrimonio per amore era una pratica che esisteva tra la povera gente che aveva poco da guadagnare e da perdere, mentre ad alti livelli imperversavano accordi prenuziali, alleanze strette con lo sposalizio di figli ed eredi e scambi di fortune a mezzo di doti e apannaggi.La famiglia: il suo ruolo nel matrimonioLa famiglia era la vera burattinaia dei matrimoni. Trattandosi di accordi di convenienza abilmente orchestrati da chi dirigeva il casato e il patrimonio, molto spesso i pareri degli sposi non erano neanche tenuti in considerazione, il che di certo non aiutava a creare unioni felici perchè molto spesso si venivano a creare coppie dove i due fidanzati si trovavano addirittura insopportabili.Se vogliamo questa può essere anche una delle ragioni per cui la prostituzione era una piaga così difficile da estirpare in una società puritana come quella di epoca vittoriana.Erano i parenti, tutt'al più lo sposo che prendevano gli accordi per il matrimonio, ovvero la dote e le richieste della famiglia di lei: trattamento, spese, mantenimento, cosa fare in caso di altri figli, come trattare la prole nata dal matrimonio e così via.Ogni dettaglio veniva analizzato e si sceglievano sempre le strade più convenienti.Alla fine il matrimonio non era altro che una contrattazione dove la parte rappresentata dallo sposo cercava di strappare le condizioni più vantggiose e la famiglia della sposa cercava di alzare il prezzo.A questo proposito è facile intuire come mai le ragazze da marito venissero così spesso paragonate a cavalle, mucche e altri animali da cui trarre profitto, piuttosto che esseri umani dotati di una loro dignità.Allargando inoltre la famiglia, le due casate entravano in contatto, scambiandosi agganci e conoscenze influenti che potevano vantare per elevarsi maggiormente nella scala sociale.La dote: il matrimonio e la ricchezzaTasto assai dolente era rappresentato dalla dote.Essa era costituita da denaro, bestiame, terreni o altri beni che venivano consegnati al marito assieme alla ragazza. Più una ragazza proveniva da una famiglia altolocata o benestante, più la sua dote era faraonica, il che la rendeva un'ottima conquista sia per coloro che volevano assestare la propria posizione sociale ed economica o addirittura acquisirla direttamente dal matrimonio (i cacciatori di dote).Innumerevoli sono stati i matrimoni contratti per saldare debiti di gioco o di investimenti falliti dove si è sfruttata la dote di lei.Le ragazze erano molto serie sul concetto della dote perchè ciò le rendeva desiderabili e, allo stesso tempo, conferiva loro quel minimo di autorità. In alcuni casi la dote delle ragazze di casa era accantonata nel corso degli anni fin dalla nascita e si trattava di un patrimonio al quale anche il capofamiglia non poteva attingere, per questo era, insomma, l'unica cosa di cui potevano disporre liberamente.Una ragazza senza dote difficilmente si sposava.Nella nostra cultura moderna il concetto della dote assueme quasi le fattezze di un premio per lo sposo per essersi portato via la ragazza, in realtà essa aveva un significato molto profondo per una società dove le donne contavano meno di zero.