Ivan Cankar (
Vrhnika,
10 maggio 1876 –
Lubiana,
11 dicembre 1918) è stato uno
scrittore e
poeta sloveno.Figlio di un
artigiano triestino che abbandonò la famiglia per trasferirsi in
Bosnia come lavoratore, venne allevato dalla madre in condizioni economiche molto sfavorevoli.Biografia [
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Caricatura di Ivan Cankardi
Hinko Smrekar.Dopo aver frequentato le scuole elementari e medie, rispettivamente a
Vrhnika ed a
Lubiana, Cankar, che era però un ragazzo con molto talento, nel
1896 riuscì ad andare per un semestre a
Vienna per studiare
tecnica, grazie ad una borsa di studio. In seguito si iscrisse a
slavistica. Dopo una breve parentesi trascorsa a
Pola, ritornò nella capitale
austriaca per restarvi fino al
1909, soggiornando in un quartiere
proletario periferico e dedicandosi sia ad attività
letterarie sia a impegni
politici.Esordì come
poeta nel
1899 pubblicando una raccolta di poesie intitolata Erotika, ed occupandosi nello stesso tempo anche di
critica letteraria, ma lasciò presto la poesia per dedicarsi alla scrittura di
drammi e di opere in
prosa, ritenute da lui mezzi espressivi più efficaci.
[1]Si occupò di vari generi letterari, realizzando tanti volumetti di storielle, tra i qualiVinjete (1899), raccolta che rivelò un gusto
naturalistico incentrato su tematiche proletarie e
borghesi, Ob zori, Za križem ("Dietro la croce") del 1909 e Podobe iz sanj ("Immagini di sogni") del
1917, ultima sua fatica letteraria ispirata dalla tragicità della guerra.Inoltre scrisse numerosi
racconti, e tra i principali vi furono: Potepuh Marko in kralj Matjaž ("Marko il vagabondo e re Mattia") del (
1905), nel quale venne ripreso il tema folkloristico del ritorno del re buono, giusto e pronto a risollevare la situazione politica e sociale, Hlapec Jernej in njegova pravica ("Il servo Jernej ed il suo diritto") del
1907, considerato il capolavoro di Cankar, dedicato al tema dei difficili rapporti tra il mondo
capitalistico e il proletariato, Kurent,Gospa Judit ("La signora Judit") del
1904, una descrizione a sfondo
realistico della vita di una donna infelice alla continua ricerca di un appagamento illusorio, Križ na gori ("La croce sulla montagna") del 1905, una storia d'amore a tratti
simbolisti.L'autore si cimentò anche in tanti
romanzi come
Na klancu ("Sul colle") del
1903 dedicato alla figura materna, Hiša Marje Pomočnice, Martin Kačur del
1906, nel quale emersero toni pessimistici riflessi dallo sconforto dello scrittore. A meta' degli anni Settanta, lo scrittore istriano
Fulvio Tomizza traduce e adatta per il
Teatro Stabile di
Trieste"Martin Kačur", che va in scena col titolo di "L'Idealista". Lo spettacolo e' firmato dal regista Francesco Macedonio (scene e costumi sono di Sergio D'Osmo); il ruolo del protagonista lo interpreta
Corrado Pani.Intensa fu anche l'attività teatrale, comprendente drammi, quali Za narodov blagor ("Per il bene del popolo") del
1901 che fu una decisa
satira dei politici
sloveni del suo tempo, impersonificati da due brutti tipi privi di qualità morali e umane, Kralj na Betajnovi ("Un re a Betajnova") del
1902, ritratto di un industriale arrogante che domina la vita sociale della sua città, Hlapci e Lepa Vida.Anche le prose contenute in Knjiga za lahkimoselne ljudi ("Libro per gente frivola") del (1901) si impregnarono di un gusto satirico rivolto questa volta alla bigotteria e alle bassezze
religiose che l'autore ravvisò fra alcuni suoi contemporanei.Per merito del suo particolare modo di scrivere riuscì a penetrare nell'anima dell'uomo, divenendo uno dei principali rappresentanti del movimento neo
romantico denominato Moderna, di tendenze anche anti
positivistiche. Egli criticò nei suoi libri la
politica slovena del suo tempo e scrisse molto sul futuro dei poveri e repressi, basti citare il racconto Tujci ("Stranieri") del 1902, dove denunciò la precaria situazione degli intellettuali sloveni.
[1]Descrisse il mondo dell'
infanzia ed i problemi di
psicologia infantile nei libri di storielle Za križem, Moje življeneje e Grešnik Lenart.