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La visita

Post n°733 pubblicato il 15 Settembre 2011 da odette.teresa1958

Il giorno di San Giovanni sono andato a far visita a una vecchia amica: la signora Maria Popescu, per fare i miei auguri per l’onomastico del suo unico figlio Giò, un bambinello molto carino di circa otto anni. Per non andare senza un regalo ho portato al ragazzo un pallone grande molto elastico. Il mio pensiero ha fatto molto piacere alla signora e a suo figlio.
Giò era vestito con una divisa da maggiore di cavalleria. Dopo i primi convenevoli la conversazione si è incentrata su diversi argomenti: il tempo, l’agricoltura (il signor Popescu ha grandi poderi) e la crisi. Ho chiesto alla mia amica la ragione per la quale non la si vedeva più né a teatro, né alle feste e neppure a passeggio.
La signora mi rispose che in certi momenti della vita una donna deve ridurre gli svaghi mondani per dedicare tutto il suo tempo all’educazione del figlio.
- Devo dirle che finchè Giò era piccolo potevo ancora svagarmi, ma adesso che è diventato un giovanotto, devo seguirlo io e occuparmi della sua educazione. Voi maschi non avete idea quanto tempo occorre a una donna per seguire l’educazione di un figlio soprattutto se la mamma non vuole lasciarlo senza un minimo di buona creanza…
Mentre la signora Popescu esponeva i suoi sani principi sull’educazione dei bambini da un’altra stanza si sente la voce rauca di una donna anziana:
- Signora, Giò non sta buono!
- Giò, - grida la mia amica,- vieni dalla mamma.
Poi rivolta à me a voce bassa:
- Non ha idea quanto è birichino e intelligente! Ma la voce dall’altra stanza si fa sentire ancora:
- Signora, Giò vuole rovesciare la caffettiera…stai buono che ti bruci!
- Giò ,- grida di nuovo la mia amica,-vieni dalla mamma!
- Signora venga di corsa che l’alcool sta bruciando!
- Giò - grida la signora alzandosi per andare a cercare il figlio …Mentre stava per attraversare la porta ecco il piccolo maggiore di cavalleria con la sciabola sguainata che ferma il suo passaggio.
La mamma preso il maggiore fra le braccia lo bacia.
- Non ti avevo detto di non avvicinarti alla caffettiera mentre si prepara il caffé? Se ti bruci muore la mamma…Vuoi farmi morire?
- Ma, -la interrompo io, -per chi state a fare il caffé?
– Per voi
- Ma non era il caso di disturbarvi!
– Nessun disturbo!
Madame Popescu bacia ancora il piccolo maggiore e lo mette giù. Dopo aver rifoderato la sciabola Giò saluta militarmente e va a giocare in un angolo della sala.
dove su due tavoli, sul divano sulle poltrone e sul pavimento si ammucchiano tantissimi giocatoli. Il maggiore sceglie una tromba e un tamburo. Appende al collo il tamburo e salito su un cavallo a dondolo si mette a suonare la tromba. Riesce a suonare tromba e tamburo contemporaneamente. La signora mi parla ma io non capisco. Rispondo parlando del tempo ma adesso è lei che non capisce...
- Giò! Giò! Rompi i timpani del signore…non si fa così: è un’ospite!
Approfitto dell’interruzione per dire:
- Lei è nella Cavalleria.
- Sono maggiore.
- Appunto: non c’è tamburo nella Cavalleria e il maggiore non suona la tromba: lo fanno i gradi più bassi. Il maggiore comanda e cammina in prima linea con la spada in pugno.
Il mio intervento ha successo e il maggiore scende da cavallo si sbarazza del tamburo e della tromba e comincia a comandare e con la sciabola attacca tutto quel che incontra per la sua strada.
Proprio in quel momento fa l’ingresso la cameriera col vassoio con tazzine, caffettiera e vasetto di confettura . Appena la vede il maggiore si ferma per un’ attimo di tregua di fronte al nemico. La tregua dura solo un momento e il maggiore si avventa sul nemico: malcapitata cameriera:
- Signora lo tenga che fa crollare tutto!
La signora Popescu taglia la strada al maggiore che nella foga dell’attacco non vede più chi ha davanti. La cameriera è salva ma la signora visto che ha rinunciato alla sua neutralità e patteggiato col nemico, ha ricevuto un colpo di sciabola in faccia sotto l’occhio destro.
- Vedi se fai il pazzo! Stavi per cavarmi un occhio! Ti sarebbe piaciuto ammazzarmi? Vieni a darmi un bacio per farti perdonare.
Il maggiore abbraccia e bacia la madre. Il dolore è passato e io dopo la confettura mi accingo a bere il caffè.
- Non disturbo se fumo una sigaretta?
- Ma no ….si figuri da noi si fuma! Mio marito fuma e anche al Signorino piace fumare.
– Il signorino?
– Si lui! - e la mamma indica suo figlio.- Deve vedere com’è divertente con la sigaretta in bocca. - Ma questo non va bene signor maggiore, il tabacco è veleno!
- Allora tu perché fumi? - risponde il maggiore mentre armeggia nel vasetto di confettura.
- Basta Giò , troppa marmellata ti fa male!
Dopo aver preso ancora della confettura, il maggiore lascia la sala portandosi dietro il vasetto .
- Dove vai?
– Torno subito.
Poco dopo torna col vasetto vuoto poi si avvicina al tavolino dove ho messo le mie sigarette, ne prende una e mi chiede di accendere. Io non so come comportarmi ma la madre sorridente m’incoraggia ad accendere la sigaretta del figlio. Accesa la sigaretta il maggiore mi saluta militarmente e si mette a passeggiare avanti e indietro nella sala. La madre lo guarda piena di ammirazione. Fumata la sigaretta il maggiore prende il pallone che avevo portato in regalo. Lo fa saltare fino al soffitto con grande disturbo dei cristalli del lampadario. - Giò, fai il bravo che romperai qualcosa! Vuoi farmi arrabbiare , mi vuoi far morire? Il pallone colpisce la tazzina che stavo portando alla bocca e il caffé si rovescia bruciandomi sui miei pantaloni migliori, color uovo d’anatra.
- Hai visto cos’hai combinato, un’altra volta il signore non ti porta più giocattoli! Poi rivolta a me:
- Non è niente, il caffé non macchia: basta lavare con acqua calda.- Mentre mi parla la vedo sbiancare mentre tira un urlo: - Giò cos’hai?
Girandomi vedo il maggiore con una faccia cadaverica. La mamma non fa in tempo a raggiungerlo prima di vederlo cadere svenuto.
- Aiuto! Correte sta morendo il bambino!
Io tiro su il bambino e apro la giacca della sua divisa.
- Non è niente un po’ d’acqua fredda!
Lo bagno abbondantemente mentre la mamma si strappa i capelli .
- Vedi signor maggiore,- dico dopo che è rinvenuto,- vedi che il tabacco fa male! Un’altra volta non fumare più!
Ho lasciato la signora Popescu più tranquilla visto che il suo adorato maggiore era fuori da qualsiasi pericolo. Ho messo il capotto e le calosce e sono tornato a casa. Qui ho capito cosa faceva il maggiore con il vasetto di marmellata nell’ingresso: la versava nelle mie calosce…

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