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L'asinello piangente

Post n°1117 pubblicato il 01 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Lillo, il caprone, stava recandosi presso il campo di trifoglio fresco, di cui andava assai goloso. Mentre camminava, sentì, da dietro il pagliaio, una voce lamentarsi.
Preoccupato fece per andare a vedere, quando da dietro un covone spuntò fuori Aristotele, l’asinello grigio della fattoria.
-Che cosa ti è successo Ary? Perché piangi?- disse impensierito il barbuto caprone.
Il ciuchino continuò a singhiozzare, e mentre seguitava a versar lacrime rispose:
-E’ per via di Vento, il cavallo. Lui dice di galoppare tanto più forte di me, e mi indica come un ozioso e un ritardato. Quando vuole offendere qualcuno gli dà del somaro, ed io ne soffro. Va sparlando di me come di un bighellone, prendendosi gioco dei miei lunghi orecchi, dei fianchi grossi in confronto ai suoi, e della altezza ridicola rispetto al suo metro e sassantacinque al garrese!
Lillo rimase per un po’ serio, poi cominciò a ragionare ad alta voce.
-Eppure tu lavori molto! Ti impegni con la soma, traini il carretto con il fieno, fai muovere la macina, tutti ti dovremmo essertene grati!.....Purtroppo spesso la menzogna val più della verità!
L’asinello rispose:
-Di solito noi finiamo coll’essere quello che gli altri pensano di noi: e così assumiamo un ruolo. In questo modo forse hanno ragione Vento e gli altri membri della fattoria, sono un fannullone!
-Niente a fatto! Tu sei un gran lavoratore, ti impegni e sei mansueto. Noi non dobbiamo subire la realtà, né fuggirla, dobbiamo lavorare per quello che siamo e trarne soddisfazione. E’ nostro dovere costruire il proprio presente e anche il futuro!
Aristotele stette un po’ a riflettere, poi espresse, tutto consolato, un pensierino finale:
-Hai proprio ragione! Il mio padrone è contento di me! Io sono pago per quanto faccio, e l’appagamento di sé si ha quando i punti di riferimento per costruirsi la propria immagine non si cercano solo all’esterno, ma soprattutto dentro di sé!
E così il somarello grigio smise di piangere, e trotterellando corse verso la macina, per riprendere a lavorare lieto e sereno.


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