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Giada fata non innamorata

Post n°1144 pubblicato il 06 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Questa è la storia di Giada
Fata non innamorata
che avendo rifiutato Krifau
foglia e scoglio diventò,
ma Candida aiutò la sua protetta
e fu così che venne fatta vendetta.


C’era un tempo e c’è ancora, visto che alcuni esseri sono immortali, una Fata bella da togliere il fiato. Veniva corteggiata da tanti Maghi, però non voleva metter su famiglia. Diceva spesso alla madre:
- Le fate non si sposano. Devono girare il mondo per aiutare gli esseri umani con le loro magie.
Il suo nome era Giada e al collo aveva sempre appesa, come portafortuna, la giada imperiale, pietra di grande valore dal colore verde smeraldo regalatole da sua madre pochi giorni dopo la nascita.
Il Mago Krifau, orgogliosissimo e feroce, si era invaghito di lei ed era disposto a tutto pur di conquistarla. Avvenne dunque che a una festa tra Fate e Maghi, la nostra protagonista aveva persino rifiutato di ballare con lui e quando lui aveva insistito con aria di superiorità, la Fata si era inviperita e gli aveva gettato addosso quel poco di vino rosso che le era rimasto nel bicchiere e che stava gustando. Krifau, ovviamente arrabbiatissimo aveva incassato senza proferir parola, ma la sera stessa si era recato dal vecchio Mago Telet e gli aveva raccontato l’accaduto. L’amico Mago, potentissimo nelle magie, volendo dimostrare che nonostante la vecchiaia ancora era valente, aveva preso una piccola bacchetta tra le migliaia che aveva e dandola a Krifau aveva detto:
- Falle toccare questa e la tua bella si trasformerà in foglia.
Al che Krifau aveva risposto, digrignando i denti giallognoli:
- Oh vendetta, già ti assaporo!
Il giorno dopo si era recato nei pressi della casa di Giada e appena lei era uscita, le aveva detto mieloso:
- Giada, dolcissima creatura, accetta questo mio dono.
Giada pensò che era proprio un gran testardo; in più non si fidava di lui, perciò aveva tirato dritto, senza nemmeno guardarlo. Ma egli le disse mieloso:
- E’ solo un dono che ti farà diventare più brava nelle tue magie. Non chiedo nulla, prendilo in segno di riconciliazione; vedi, io non ti porto alcun rancore.
E Giada c’era cascata. Appena toccata la bacchetta, era diventata una foglia di edera e si era ritrovata in un grande giardino pieno di verde. Krifau, con i suoi occhi da demonio, aveva gioito ed era scappato per andare da Telet e sapere da lui dove si trovava Giada e questi, facendogli guardare nel suo grande Libro degli Eventi, glielo aveva fatto vedere. Ora Giada, foglia d’edera, tremava al vento appesa a uno stelo.
Quel giardino circondava una fattoria; il figlio del fattore aveva appena quindici anni e già amoreggiava con una sua coetanea. Il ragazzo ogni pomeriggio prima di incontrarsi con la sua fidanzatina, strappava per lei uno stelo di edera e glielo portava.
Così fece anche quel pomeriggio, ma subito dopo lo strappo, udì una fievole voce femminile che diceva:
- Io so che mi hai strappata per la tua innamorata. E siccome il tuo è un gesto d’amore, appena le darai lo stelo io ti dirò chi sono.
Il ragazzo guardò tutte le foglie e poi ne vide una che sbatteva forte. Pensò: “Possibile che io abbia sentito parlare una foglia? Eppure a tavola non bevo vino”. Tuttavia si avviò verso il luogo dell’incontro con la ragazza e quando la vide le diede un bacio e poi l’edera come sempre; ed ecco che quella foglia nelle mani di lei, cadde a terra e si trasformò…in una Fata! Giada raccontò a entrambi la sua vicenda e poi ringraziò il ragazzo e fuggì via per andare a tranquillizzare sua madre.
Ma la cattiveria, si sa, non ha limiti. Nel Libro degli Eventi Telet aveva visto tutto e mandò a chiamare Krifau. Questi inferocito, chiese al vecchio un’altra magia. Telet pensò molto e poi disse:
- La trasformerò in scoglio. Ma devi sempre usare la bacchetta che ti darò.
Krifau replicò:
- Impossibile! Ormai non si fiderà più di me.
E Telet:
- Metti la bacchetta alla finestra della sua casa. Quando si affaccerà la toccherà.
E Giada felice di esser tornata a casa, la mattina dopo aprì la finestra e vide la bacchetta. Essendo una Fata, venne attratta da essa e la prese in mano. Subito si ritrovò scoglio in mezzo al mare. L’acqua si confuse con le sue lacrime. Chi l’avrebbe liberata ora? Ci voleva un altro atto d’amore; ma chi sarebbe passato di là e che cosa avrebbe fatto di amorevole?
Giada per sua fortuna conosceva anche lei una Fata più anziana, di cui era la pupilla. Il suo nome era Candida e anche lei possedeva il Libro degli Eventi. In realtà da molto tempo non lo guardava, perché suo figlio si era ammalato e lei lo aveva assistito senza curarsi di niente altro. Quando però egli si riprese, la madre pensò di andare a guardare il Libro, dimenticato nella libreria e tutto impolverato. Quando vide Giada trasformata in scoglio, pianse assai; poi studiò un modo per liberarla: ci voleva per l’appunto un gesto d’affetto. Candida sapeva che tutti i giorni un pescatore di sua conoscenza si recava con la barca in mare; andò a bussare a casa di costui che viveva con la moglie e il suo bimbo di appena un anno. Candida lo salutò, accolta festosamente dal pescatore, al quale si rivolse così:
- Ti piacerebbe dare a tua moglie un vestito nuovo da far invidia alle sue amiche?
Egli fu molto franco e le rispose:
- Tu Fata Candida metti il dito nella piaga. Sai bene che siamo poveri e mia moglie porta gli stessi vestiti da tre anni. Io non posso comprarle nemmeno una sciarpetta da mettere quando fa freddo. La Fata gli spiegò il suo piano. Doveva recarsi in mare insieme alla moglie il giorno dopo con vestiti stupendi che lei stessa gli avrebbe fornito. Avrebbe dovuto fermare la barca sullo scoglio in mezzo al mare sfumato di rosa e salire su esso; poi avrebbe regalato alla moglie quei vestiti, segno del suo amore per lei. E lo scoglio alla vista di ciò, sarebbe diventato ciò che era prima: una deliziosa Fata.
Il pescatore accettò e riferì tutto alla moglie, che fu anche lei ben contenta di ricevere dei vestiti nuovi. Giada, una volta liberata dalla terribile magia, corse subito stavolta da Candida e le si buttò quasi in ginocchio per ringraziarla. Candida le disse che doveva assolutamente liberarsi di Krifau; quel meschino avrebbe continuato a perseguitarla altrimenti, ma come fare? Bisogna sapere che anche i Maghi sono immortali, a meno che non vengono anch’essi trasformati in esseri mortali. E Candida, dopo essersi lambiccato il cervello per molto tempo, esultante disse a Giada:
- Bene, bene. Ci sono! Fa’ in modo di incontrarlo e digli che accetti finalmente di diventare sua moglie, che quello che hai sofferto ti ha convinta. Dagli questo anello – e la Fata Candida le mostrò un grosso anello in argento – dicendogli che tu per prima glielo metterai al dito, se lui vuole essere il tuo sposo. L’anello trasformerà il caro Krifau in un fagiano e lo porterà nel bosco qui vicino. Mio figlio va sempre a caccia e siccome questo uccello avrà una bianca macchia sulla testa, sarà facile riconoscerlo; appena lo vedrà mio figlio, gli sparerà e tu ti sarai definitivamente liberata di lui.
La nostra Giada non se lo fece ripetere due volte. Accettò, perché convinta che il crudele Mago le avrebbe reso la vita insopportabile. Candida prima di darle l’anello lo immerse in un liquido nero e pronunciò la formula magica.
Giada poi lo prese e se ne tornò a casa. La sera dopo aspettò il Mago nei pressi di casa sua; egli quando la vide sbigottì: che cosa ci faceva là? Non doveva essere in mezzo al mare? La Fata se ne accorse, ma fece finta di nulla, gli disse ciò che Candida le aveva consigliato e gli mostrò l’anello. Krifau sorrise, anche se il suo era più un ghigno di soddisfazione. Porse la mano senza nemmeno rispondere, per dimostrare che accettava l’anello il quale avrebbe dovuto suggellare il fidanzamento. Ma, ahi per lui, quando Giada glielo infilò, Krifau si ritrovò tra i cespugli nel bosco trasformato in fagiano. Quando Giada corse dalla Fata Candida, lei aveva già aperto il suo Libro degli Eventi sul quale visto tutto. Diede dunque disposizioni al figlio, come aveva promesso alla sua pupilla.
Il Mago Telet, che nel frattempo si era ammalato, non aveva visto nulla e non aveva potuto intervenire. Invece il figlio della cara Candida andò a caccia qualche giorno dopo e cercò il fagiano con la macchia bianca sulla testa; lo vide tra i cespugli e lo uccise con un colpo di fucile, mentre Candida e Giada con il Libro degli Eventi aperto, assistevano a tutto. Il ragazzo era stato pregato dalla madre di non prendere il fagiano morto, ma di lasciarlo là; Candida aveva sentenziato:
- Chi ha il cuore velenoso ha anche carni velenose. La trasformazione e la morte non fanno cessare la cattiveria.
Giada, alla morte dell’uccello, si era sentita sollevata. Aveva abbracciato forte la sua protettrice ed era tornata dalla madre tutta contenta.

Nota: Krifau, leggi Krifò (alla francese)

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