Il labirinto
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n una notte buia e silenziosa, due fari brillavano, ma non rischiaravano l’oscurità, perché erano due occhioni, gli occhioni di un bambino.
Come due punti bianchi sul nero, si muovevano da destra a sinistra e poi ancora da sinistra a destra, scrutando l’oscurità. La coperta sembrava non bastare come lunghezza, per proteggere quel fanciullo da tutte le creature malvagie che, lui ne era convinto, lo attendevano nel buio.
Ormai quella copertina, gli faceva da passamontagna e solo gli occhi, controllori instancabili, facevano da tramite con il mondo circostante, quando una voce risuonò facendolo sobbalzare:
“ Ciao Tommaso!” il bambino sentì i battiti cardiaci accelerare,
“Siamo i tuoi pensieri, forse tu non lo sai, possiamo anche comunicare con te. Siamo qui per tenerti compagnia, vedi il sonno e i sogni ci hanno contattato e arriveranno un po’ in ritardo stanotte. Nel frattempo vorremmo presentarti due amici: uno lo conosci già anche se tu lo vedi in cento modi, eccetto che come amico, il buio.
Vedi, lui ogni sera copre tutto, avvolge tutte le cose del mondo e anche tutti i giocattoli, nella tua stanza, perché la luce deve assentarsi, lei ha da fare altrove.
Lui rimane a proteggere tutte le tue cose fino a quando lei non torna. Nel tuo caso, Tommaso, il buio arriva sempre insieme ad un’altra amica: la paura. Lei non è bella fisicamente ma se tu cominciassi a parlarle, ti accorgeresti che porta con sé molto da dare.
Siamo qui per tenerti compagnia, vedi il sonno e i sogni ci hanno contattato e arriveranno un po’ in ritardo stanotte.
Tu forse non lo sai, ma lei salva spesso molte persone, anche dalla morte, perché grazie a lei stanno più attente, in certe situazioni. Altre sono state stimolate da lei a riflettere meglio su alcune cose, prendendo decisioni migliori.
La paura ha tante facce e qual è quella che ti mostra, dipende da te. Non ti devi quindi spaventare, quando la vedi perché si spaventerebbe anche lei e allora diventerebbe davvero la Paura.”
Tommaso abbassò un pochino la coperta e il naso fece la sua comparsa nella stanza.
Poi l’abbassò ancora un po’ e anche la bocca prese parte alla scena e un sorriso, anche se ancora debole, apparve sul viso del bambino. Allungò una mano e toccò l’orsacchiotto che c’era sulla mensola, a fianco del suo letto e si accorse che anche se non riusciva a vederlo, lui era lì.
Il buio lo aveva solo avvolto, aiutandolo a riposarsi, in attesa di una nuova giornata da dedicare ai giochi e al divertimento, bastava aspettare che la luce trovasse la strada per tornare dal suo viaggio.
Il sonno e i sogni arrivarono di corsa giustificandosi del ritardo e illuminarono la notte di Tommaso, portandolo per mano verso fantastiche avventure mentre il buio, ormai diventato un grande amico, continuò a sorvegliare il mondo per lui, preparandogli una nuova, fantastica giornata.
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