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IPCA Cirič

Post n°1232 pubblicato il 17 Novembre 2011 da odette.teresa1958

La fabbrica della città

L'IPCA (Industria Piemontese dei Colori di Anilina) era una fabbrica
di colori, fondata nel 1922, a pochi chilometri da Torino lungo il corso del torrente Stura, ai piedi delle valli canavesane. In questa terra "priva di fulgidi passati, ma verde di riposi ristoratori, dove l'anima si adagia come una buona borghese" (Guido Gozzano), si è purtroppo consumato il dramma dei suoi operai:
la fabbrica del cancro.
La situazione interna allo stabilimento era estremamente pesante: le condizioni di lavoro inumane, la grande nocività e gravosità delle mansioni, erano estese e non sufficientemente conosciute ed indagate. Il dramma Ipca con i suoi morti divenne noto grazie alta tenacia di due ex operai: Benito Franza ed Albino Stella che si impegnarono nella lotta per la sicurezza nelle fabbriche; il loro obiettivo era di non vedere più morti sul lavoro.

i colori a Ciriè
visita l'IPCA di Ciriè
alcuni dei 5677 fusti dell'IPCA di Ciriè

L'Autorità Giudiziaria del tempo, vigile e presente, recepì il problema ed il processo penale che nacque grazie all'allora Pretore Enzo Troiano segnò l'inizio, non solo in Piemonte, della storia dei processi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel mentre la tragedia continuava; all'Ipca era succeduta Interchim che aveva stoccato, nell'area una quantità impressionante di rifiuti abusivi gravemente tossici per l'ambiente. L'eredità del processo è stata raccolta dai movimenti ambientalisti e sindacali cittadini, negli anni 90 ed è di questo sito e di consacrarlo alla memoria e alla ricerca. Il sito è stato acquistato dal Comune di Ciriè per circa 650 milioni. Nel novembre 1996 il Comune di Ciriè ottiene dal Ministero dell'Interno un finanziamento di circa 6 miliardi per smaltire i 5677 fusti (contenenti solventi, diluenti, residui di verniciatura, coloranti e reagenti), eliminare 4.660.220 kg di liquami tossici e bonificare 50 serbatoi e 13 vasche di decantazione. La bonifica è terminata il 31 agosto 1998.

l'area dell'IPCA dopo la bonifica terminata nel 1998 è stata inserita in un progetto finanziato dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino, in cui si prevede l'utilizzo per la realizzazione di un'ecomuseo. Partendo dalla cultura materiale e dai musei etnografici sono state analizzate le possibili interazioni con le avanguardie dell'arte contemporanea. In seguito sono stati avviati una serie di laboratori di trasformazione artistica in alcuni ecomusei ed in tre siti: nel complesso museografico-artigianale di Crumiro (ex feltrificio in val Pellice), nel museo laboratorio tessile di Chieri, e nell'area Ipca di Ciriè. Sono stati "cantieri di sperimentazione" attivati tra artisti di arte contemporanea e comunità locali per elaborare progetti di valorizzazione della memoria locale. In questo contesto il "cantiere" ha elaborato un progetto per Ciriè nell'ambito di un'iniziativa congiunta Regione Pimonte Provincia di Torino, denominato "cultura e territorio 2", da cui il Manifesto Ciriè. Le proposte uscite dal laboratorio riguardano la sfera artistica, estetica e culturale. Orientata a sperimentare nuovi ruoli per l'arte contemporanea in rapporto alle tematiche territoriali. Hanno partecipato a questo laboratorio di trasformazione artistica l'artista Claire Roudenko Bertin della Scuola Superiore d'Arte di Cergy-Paris, l'Accademia Albertina, la Scuola d'Arte di Castellamonte, l'Amministrazione Comunale, l'Associazione Parenti delle Vittime ipca, i proprietari dei terreni confinanti lo stabilimento, le scuole locali.

calendule
la fasciatura della città

Queste spinte propositive hanno dimostrato che è possibile la sperimentazione culturale ed artistica anche per temi e scenari inconsueti nei percorsi della cultura contemporanea, come negli ecomusei o le politiche ambientali. Politiche e strategie culturali dirette ad affrontare temi enormi come la conservazione della propria memoria e del proprio ambiente. Con questo obbiettivo sono state coinvolte le scuole con il progetto "gesto consapevole" rivolto alle tematiche dei rifiuti, recupero, compostaggio, scelta di elementi non inquinanti.... Per creare la consapevolezza della ripercussione dei nostri gesti sul sistema ambiente. Uno degli interventi della Roudenko è stato il giardino delle calendule, ed è stato realizzato nelle vicinanze dell'Ipca ricoprendone all'incirca la stessa superficie.

 

Questo giardino aveva una funzione autovaccinante e cicatrizzante delle ferite aperte dalle tragedie provocate dalla fabbrica. La funzione autocurativa della calendula avrebbe anche assorbito e ricompostato naturalmente, le eventuali sostanze nocive presenti nel terreno. Da qui sono partiti alcuni interventi artistico culturali della Rudenko , dell'Accademia Albertina, dell'Istituto d'Arte Faccio di Castellamonte che sono confluiti nella giornata mondiale dell'ambiente il 6 giugno 2001 , con la rappresentazione di postazioni e installazioni artistiche presso l'Ipca da parte del la stessa Roudenko, degli studenti dell'Accademia di Parigi-Cergy, dell'Accademia Albertina di Torino, degli elaborati della Scuola d'Arte di Castellamonte, del Giardino della memoria, piante fitodepurative della facoltà di Agraria, e del lavoro svolto dai ragazzi delle Scuole di Ciriè, più di mille, che hanno simbolicamente fasciato i muri della fabbrica con le tele donate dall'ecomuseo del chierese, colorate con i colori buoni. (Oltre a vivacizzare e colorare gran parte della città per tutta la giornata.)

 

visita l'ipca il 6 giugno 2001
calendule

Il campo è fiorito in pieno a luglio e nella giornata mondiale dell'ambiente, la fioritura era appena incominciata. Un paio di grandinate in agosto ne hanno compromesso il taglio e la successiva rifioritura, e si è quindi passati al suo compostaggio naturale nel terreno. L'artista prevedeva inoltre di coltivare la calendula nell'area agricola di villa Remmert, previa analisi del terreno per verificarne la compatibilita, per una sua produzione biologica, dalla quale si sarebbero estratti olii essenziali, creme, balsami, (una piccola parte sarà prelevata e distillata.... La sofferenza finalmente distillata e visibile). Questa parte del progetto non è stata realizzata, non essendo disponibile l'area. L'Istituto Faccio di Castellamonte è stato coinvolto nel progetto per la realizzazione di bozzetti per un contenitore per olii essenziali che rappresentasse la base del ciclo di crescita della calendula.

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