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Scrttrici dimenticate:Paola Masino

Post n°1631 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

a a Pisa il 20 maggio del 1908, da Enrico Alfredo e Luisa Sforza, toscani trasferiti a Roma dopo il matrimonio, Paola Masino visse poi la sua infanzia nel quartiere Caprera, luogo che le fornì spunto e ambientazione per il secondo romanzo, Periferia, edito nel '33.

Nel '24 il padre la sostenne nell'incontro con Luigi Pirandello, durante il quale la giovane Masino presentò allo scrittore il dramma Le tre Marie. Nel frattempo, dal '22, la famiglia si era trasferita a Viale Liegi, dove la scrittrice tornò a vivere dal dopoguerra fino alla morte. Nel marzo del '27 avvenne l'incontro con Massimo Bontempelli, dal quale nacque, a partire dall'agosto del '28, la collaborazione alla rivista «900» oltre a un grande amore che durò per il resto delle loro esistenze.

Nel '29 Paola venne inviata dalla famiglia a Firenze, in attesa di compiere la maggiore età e per sfuggire al clima di scandalo che la sua relazione con Bontempelli aveva provocato, e qui frequentò il gruppo di «Solaria». Nel luglio dello stesso anno si trasferì a Parigi, poiché anche se oramai la loro relazione non era più illegale, tuttavia rimanevano le disapprovazione morale, il rifiuto da parte del proprio gruppo e l'incomprensione della famiglia. A Parigi lavorò come segretaria di redazione presso «L'Europe Nouvelle», poi al Bureau International de Coopèration Intellectuelle, e frequentò l'intellettualità più vivace dell'epoca, tra cui molti artisti italiani (particolarmente intensa fu l'amicizia con Pirandello). Nel '31 fece definitivamente ritorno in Italia al fianco di Bontempelli (divenuto l'anno precedente Accademico d'Italia). In questo anno si ebbe l'esordio letterario della Masino con la pubblicazione della raccolta di racconti Decadenza della morte e il romanzo Monte Ignoso. Dal '35 al '36 compose i racconti poi raccolti in Racconto grosso e altri, volume edito da Bompiani nel '41. Nel '36 avvenne la morte di Pirandello, dolore che colpì profondamente Paola.

All'inizio del '38 cominciò a lavorare a Nascita e morte della massaia. Nel novembre Bontempelli, in seguito alle sue dichiarazioni troppo libere e irriverenti, venne espulso dal partito fascista e costretto ad un esilio ufficioso a Venezia. La vita veneziana rappresentò per la scrittrice un periodo d'angosce, d'obblighi sociali, e d'ansie domestiche; fu proprio questa esperienza a fornire la materia creativa e l'ispirazione per la Massaia. Nel gennaio del '40 l'opera era già terminata e apparve a puntate sulla rivista «Tempo»; tuttavia il romanzo fu sgradito al regime e immediatamente colpito dalla censura fascista. Per la pubblicazione in volume si dovette aspettare il '45, ma la tendenza neorealista allora dominante e il mutato clima politico furono poco adatti per apprezzare e valutare nella giusta portata la carica innovativa e dirompente della Massaia.

Nel '43 dopo la cattura di Mussolini, Paola Masino si trovava a Roma. Pavolini aveva emanato l'ordine di condanna a morte per Bontempelli e d'esilio per la Masino, essi riuscirono fortunatamente a fuggire grazie all'intervento di Enrico Falqui, il quale fu in grado di informarli prima dell'arresto. Trovarono rifugio in case d'amici, vivendo un periodo di clandestinità e d'estrema povertà, patendo addirittura la fame. Nel '44 Masino fondò con Bontempelli, Bellonci, Moravia, Savinio, Maselli e Piovene il settimanale «Città».

Finita la guerra, Masino e Bontempelli, si trasferirono a Milano, dove dominava un forte desiderio di ricostruire, incontrarsi, discutere e confrontarsi. Intraprese, intanto, l'attività di pubblicista collaborando con «Spazio», «Epoca», «1945», «Crimen», «Foemina», «Mercurio», «Noi donne» e, dall'anno successivo, al settimanale del Pci «Vie Nuove». A partire dal '46 venne inviata da vari giornali al Festival del cinema di Venezia; nel '49 fu chiamata a far parte della giuria. Contemporaneamente continuò a pubblicare nuovi racconti su riviste. Dal '47 aveva dato vita insieme ad altri intellettuali al premio letterario Strega.

Nel '50 si trasferì definitivamente a Roma nella casa di Viale Liegi e iniziò una serie d'interventi radiofonici su RadioRai. Dal '51 al '56 compose libretti d'opera e si occupò di traduzioni. Le condizioni di Bontempelli peggiorano sempre più fino alla morte, avvenuta nel luglio del '60. Dal '58 al '60 Masino abbozzò riflessioni per l'Album di vestiti, progetto di libro autobiografico interrotto nel '63. Dopo la morte di Bontempelli, Paola sospese l'attività giornalistica e la scrittura, per dedicarsi al riordino dell'archivio del compagno, e in seguito curandone l'edizione dei Racconti e romanzi.

Dall'agosto '71 al giugno '72 aveva scritto un diario giornaliero. Sommersa dalle preoccupazioni pratiche e dalla vita concreta, sempre più si era allontanata dallo stato d'astrazione mentale, da lei considerato necessario per dedicarsi alle creazioni dello spirito. Paola Masino morì il 27 luglio 1989, ormai decisa al silenzio.

 

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