Il labirinto
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Con la mente di un fanciullo
intraprese il viaggio,
ingenuo e spensierato
si apprestò ai preliminari.
Fu poco attento ed oculato
nella scelta degli strumenti
necessari ai suoi bisogni.
Trovò difficile e quasi impossibile
utilizzare quel che aveva
per gli scopi del momento.
Come scolaro era in cerca di una guida,
un faro nella notte buia.
Calpestò sentieri impervi e tortuosi
dal manto pietroso.
Valicò passi di montagna ripidi e scoscesi
immersi nella folta bruma del mattino.
Traversò altipiani brulli e bruni,
il suolo ferito
dalla potenza del solleone.
Giunse esausto, affaticato e sudato
ad un trivio
dove la grande quercia oscurava
la piccola taverna in riva al fiume.
Si rifocillò e subito cadde in un sonno profondo
dai sogni tortuosi, scuri e amari
oltrepassando la soglia dei sensi.
Si svegliò e accanto a lui
vide fronteggiarsi il serpente e l'aquila,
l'amico di oggi e la compagna di ieri.
Camminarono fianco a fianco...
per un breve tratto
non una parola, né un gesto,
nemmeno un pensiero vi fu tra loro,
solo presenza, solo nuda e cruda presenza.
Rispettò e con dolore condivise,
alla luce del giorno,
il patto fedele della natura,
per secoli calpestato, odiato e amato,
silente nella buia notte
violato.
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