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Scrittrici dimenticate:Zelia Gattai

Post n°1815 pubblicato il 06 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Scrittrice, memorialista e fotografa, Zélia Gattai ama definirsi “contadora de histórias” (raccontatrice di storie) e pubblica 11 libri di memorie, 3 favole, 1 romanzo e una fotobiografia. Nasce a São Paulo, nipote e figlia di emigranti italiani, “liberi pensatori” che hanno attraversato l’oceano alla ricerca di una vita migliore portando con sé i loro ideali. Il padre Ernesto Gattai è meccanico e appartiene a una famiglia toscana che alla fine del secolo XIX partecipa al sogno della Colonia Cecilia, un esperimento socialista e anarchico, voluto da Giovanni Rossi, nel Paraná. La madre, Angelina da Col, è operaia ed è di una famiglia veneta cattolica giunta in Brasile per lavorare nelle piantagioni di caffè, dopo l’abolizione della schiavitù, avvenuta nel 1888. Ultima di cinque figli, Zélia trascorre l'infanzia e l’adolescenza in mezzo alle prime manifestazioni operaie e anarchiche nei quartieri degli immigrati. Insieme ai genitori partecipa alle riunioni politiche nei locali delle Classi lavoratrici ove vende i giornali socialisti «La Difesa» e «La lanterna».
Durante la dittatura di Getulio Vargas, suo padre viene gettato in carcere e torturato, con l’accusa di essere un sovversivo. Quando ne esce, la sua salute è minata a tal punto che muore di febbre tifoide nel 1940, all’età di 54 anni. «Tu sei la mia speranza» dice alla figlia. Ciò spinge Zélia a impegnarsi ancor più e a lottare per la giustizia. Nel maggio 1945 partecipa ai movimenti per i diritti sociali e collabora alla preparazione dei comizi per l’amnistia dei prigionieri politici. In questa occasione conosce lo scrittore Jorge Amado che già è molto noto e ha patito il carcere e l’esilio per l’impegno nella sinistra brasiliana. I suoi libri sono stati sequestrati e bruciati nella pubblica piazza. Zélia li ha letti tutti. Considera Jorge un uomo coraggioso e pieno di fascino. L’amore tra i due nasce con la complicità di una canzone di Dorival Caymmi, amico di Jorge e con una singolare dichiarazione di amore, alla quale assiste un illustre amico: Pablo Neruda. Inizia così la loro vita in comune e Zélia collabora con Jorge occupandosi della revisione dei testi dei romanzi. Lo sostiene anche nella campagna elettorale come deputato alla Camera federale, ove viene eletto nel 1946: rimangono memorabili le leggi da lui proposte sul diritto d’autore e la libertà di religione. La coppia trasloca a Rio de Janeiro dove l’anno successivo nasce il figlio João Jorge, ma quando il partito comunista (PCB) viene dichiarato illegale, Zélia è costretta all’esilio con la sua famiglia. Dal 1948 al 1952 vive a Parigi (frequenta il corso di Lingua e Civiltà Francese alla Sorbonne) e poi si trasferisce con Jorge in Cecoslovacchia ove nasce Paloma Amado, la seconda figlia. In questo periodo inizia l’amicizia con intellettuali e artisti come Pablo Picasso, Nicolas Guillén, Jean Paul Sartre, Anna Seghers e Simone de Beauvoir con la quale stringe un’amicizia che durerà nel tempo. Scrive Simone de Beauvoir (La forza delle cose): «Per Zélia provai una simpatia immediata. Lei doveva alla sua origine italiana una natura e una freschezza giovanili, aveva molto carattere e comunicativa, uno sguardo acuto, la lingua pronta. Trovai molto tonica la sua presenza, anzi è una delle poche donne con le quali abbia riso!». Durante l’esilio Zélia si dedica all’arte della fotografia e registra ogni momento importante della vita dello “scrittore di Bahia”. Quando torna in Brasile, insieme a Jorge abita a Rio de Janeiro e, pur non essendo iscritta al PCB, ne è militante: viene designata per la raccolta dei fondi e organizza, anche nelle favele, seminari nei quali racconta l’esperienza vissuta durante l’esilio. Rimane comunque e sempre una “libera pensatrice”. Nel 1963 insieme ai figli e a Jorge sceglie di vivere a Salvador, nel quartiere di Rio Vermelho e qui rimane fino alla morte di Jorge, avvenuta nel 2001. «Per 56 anni Jorge Amado é stato mio marito, il mio maestro, il mio amore». Questa frase Zélia Gattai ama ripeterla in tutti i discorsi ufficiali. La famosa casa, piena di ricordi e oggetti acquistati in ogni parte del mondo, sta per divenire oggi un Memoriale aperto al pubblico. In quella casa entrarono persone comuni e amici illustri del mondo intero come Frida Kahlo, Diego Rivera, Lina Wertmuller, Marcello Mastroianni, Sofia Loren. Zélia esordisce come memorialista nel 1979, all’età di 63 anni, con il libro Anarchici grazie a Dio, nel quale scrive i ricordi legati ai genitori, alla sua infanzia e adolescenza ricche di avvenimenti legate alla vita degli emigranti italiani a São Paulo agli inizi del Novecento. È un grande successo con 200.000 copie vendute in Brasile. Rete Globo ne ricava una fortunata miniserie diretta da Walter Avancini. Da questo momento in poi, utilizzando un linguaggio diretto e intriso di emozione, Zélia racconta le incredibili memorie sue, della famiglia Gattai, della famiglia Amado e di tanti amici. Fra le sue opere ricordiamo Un cappello da viaggio (1982), il libro di fotografie Reportagem incompleta (1987), con traduzione in francese a cura di Pierre Verger, Giardino d’inverno (1988), Chão de meninos (1992), La casa di Rio Vermelho (1999), Città di Roma (2000), Jonas e a sereia (2000), Códigos de família (2001), Jorge Amado um baiano sensual e romântico (2002), Vacina de sapo e outras lembranças (2005), Cronaca di una innamorata (2007).
La materia prima di quasi tutta l’opera letteraria di Zélia è la sua stessa memoria che le permette di riscattare un secolo di vita delle sue radici familiari attraverso uno stile semplice e preciso. Dalle narrazioni emerge una vitalità contagiante, un canto di amore alla vita, sì, aspra e piena di ostacoli, ma fatta per essere vissuta con generosità, affrontata senza alcun senso drammatico.
«Continuo a trovare grazia nelle cose e nelle persone. Continuo ad avere curiosità della vita e mi sento immune dalle amarezze e dai rancori».
Anche per questa qualità della sua persona e della sua scrittura Zélia viene considerata oggi la più grande memorialista brasiliana ed è di fondamentale aiuto nella ricostruzione dell’emigrazione italiana a São Paulo fra Otto e Novecento.
Sue sono le fotografie più importanti che esistono oggi di Amado: 30.000 negativi circa si trovano nella Fondazione Casa de Jorge Amado, la casa azzurra di quattro piani nel centro storico di Salvador, polo culturale amorevolmente diretto dalla poetessa Myriam Fraga che ospita il fondo Amado e il fondo Gattai. Nel 2002 Zélia entra a far parte dell’Accademia Brasileira di Letras di Rio, di Salvador e di Ilhéus.
La sua carriera letteraria è costellata di successi e riconoscimenti internazionali (Commendatore di Arti e Lettere in Francia, il Gonfalone d’Argento della Regione Toscana; il grado di Grande Ufficiale della Stella della Solidarietà italiana, concessole dal Presidente Giorgio Napolitano nel 2007 e consegnato da Michele Valensise, ambasciatore d’Italia in Brasile; la Laurea Honoris Causa presso la Universidade Federal da Bahia).


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