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James Bulger

Post n°1849 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

L'omicidio di James Bulger (nato a Liverpool il 16 marzo 1990) fu un celebre caso che sconvolse l'Inghilterra nel 1993: il rapimento e l'uccisione di un bimbo di due anni di Kirkby, James Bulger, da parte di due ragazzini di soli 10 anni, Jon Venables e Robert Thompson (entrambi nati nell'agosto del 1982).

James scomparve dal centro commerciale New Strand a Bootle, dove si trovava con sua madre Denise, il 12 febbraio 1993 ed il suo corpo mutilato fu trovato sui binari di una linea ferroviaria a Walton il 14 febbraio. Robert Thompson e Jon Venables furono arrestati il 22 febbraio e posti in custodia.

Il 24 novembre 1993, i due ragazzini, allora undicenni, furono giudicati colpevoli dalla corte suprema di Preston.
Indice


* 1 Il rapimento
* 2 L'omicidio
* 3 L'interrogatorio
* 4 Il processo
* 5 Appello e rilascio
* 6 Controversie successive
* 7 Arte e cultura popolare
* 8 Curiosità
* 9 Note

Il rapimento

Pochi giorni dopo, l'insieme delle testimonianze e l'interrogatorio dei due bambini permise di ricostruire nei dettagli la vicenda.

Le immagini registrate dalla telecamera di sorveglianza del New Strand Shopping Centre a Bootle mostrarono i due rapitori, Jon Venables e Robert Thompson, osservare i bambini che passavano vicino all'entrata del negozio, selezionando un obiettivo. Quel giorno i due ragazzi avevano marinato la scuola, e si erano recati ai magazzini Strand, comprando caramelle, il pupazzo di un troll, alcune batterie elettriche per giocattoli, e un barattolo di vernice blu per modellismo, oggetti che in gran numero furono ritrovati sulla scena del crimine. Iniziarono poi a giocare sulle scale mobili del centro commerciale con dei soldatini trafugati dagli scaffali, finché non furono cacciati. Si recarono nel vicino McDonald's ed iniziarono a risalire ripetutamente le scale mobili, ma, ben presto, furono scacciati anche da lì.

Non sapendo come trascorrere il tempo, tornarono sui loro passi. A questo punto uno dei due (entrambi accusarono l'altro) disse: "Perché non prendiamo un bambino?" Secondo Jon, Robert disse di prendere un bambino e di portarlo in mezzo alla strada, per provocare un incidente. Dapprima, davanti ai grandi magazzini TJ Hughes, tentarono di attirare verso di loro un bambino di 2 anni che giocava con la sua sorellina, ma la madre, uscita dal negozio, recuperò il piccolo e li scacciò; li sentì dire "prendiamo uno dei due" .

Ritornarono quindi verso il New Strand Shopping Centre, dove James Bulger, un bimbo di due anni, si era recato insieme a sua madre Denise. La madre lasciò per un attimo il bambino da solo davanti alla porta del negozio, e quando tornò fuori, si accorse che il piccolo era scomparso. Aveva camminato fuori dal magazzino ed era stato catturato dai due ragazzi. Essi gli si erano avvicinati, gli avevano parlato per ottenere la sua confidenza, e poi, presolo per mano, l'avevano condotto fuori dal cortile. Questo momento fu catturato dalle telecamere a circuito chiuso alle 15:39.

I ragazzi condussero mano nella mano James Bulger per circa 4 chilometri. Nonostante il bambino piangesse e chiamasse la mamma, essi proseguirono sino ad un canale. Qui Robert (secondo la testimonianza di Jon) iniziò a scherzare sulla possibilità di gettarvi il piccolo. Poi uno dei due (ognuno accusò l'altro) prese per i piedi il piccolo e lo lasciò ricadere sulla testa, provocandogli una profonda ferita sulla fronte. Indi i due aggressori fuggirono e si nascosero poco lontano; ma siccome non sopraggiungeva nessuno ed il bimbo si stava allontanando dal canale, tornarono indietro e lo recuperarono. Si diressero nuovamente verso il paese. Jon coprì la fronte di James con il cappuccio del suo giubbotto per mascherare la ferita.

Mentre ritornavano dal canale, molte persone notarono il trio, ma nessuno li fermò, ritenendoli due bambini con il loro fratellino, nonostante molti avessero notato che James piangeva e che aveva un taglio sulla fronte. Un motociclista disse di aver visto i due ragazzini trascinare il bimbo contro la sua volontà; altri testimoni affermano che Robert gli tirò un colpo nelle reni per convincerlo a procedere. Arrivati ad un incrocio, il piccolo sfuggì dalle mani dei rapitori e corse quasi in mezzo alla strada chiamando la mamma, rischiando di farsi investire. Robert lo raggiunse e lo trascinò via. Molti motociclisti notarono il bambino che veniva tirato mentre puntava i piedi e si rifiutava di camminare.

Jon prese il piccolo James per le gambe, mentre Robert per il busto. Lo trasportarono sino al prato dinanzi un ristorante. Qui una donna anziana, notate le ferite di James, si avvicinò loro e chiese qual era il problema. "Non sappiamo chi sia, l'abbiamo trovato in fondo alla collina" risposero Jon e Robert fingendo di non conoscerlo.

La donna indicò ai ragazzi la più vicina stazione di polizia, ma si stupì nel notare che essi si dirigevano in direzione diametralmente opposta al punto da lei indicato. Gli gridò dietro, ma essi non si girarono.

Il trio continuò il suo viaggio, camminando giù per la collina e giungendo a County Road. Avevano percorso altre 2 miglia. Si fermarono in diversi negozi. Una donna li notò e chiese cosa stesse succedendo. Essi risposero di aver trovato quel bambino sperduto vicino ai grandi magazzini Strand, e di stare portandolo alla stazione di polizia. Un'altra donna, che portava in spasso il cane ed aveva ascoltato la conversazione, gli chiese come avevano fatto a finire da quelle parti dovendo arrivare da Strand alla stazione di polizia.

Jon rispose: "Beh, questo è la direzione che quell'uomo ci ha indicato". Gli fu chiesto dove abitavano; Robert stava per rispondere, ma Jon gli tolse la parola: "La stazione di polizia è nella strada di casa nostra". A quel punto, Robert lasciò andare la mano di James, come se volesse allontanarsi. Le due donne notarono che sembrava nervoso. Ma Jon riprese il controllo: "Tienigli la mano", disse. Robert immediatamente riprese la mano di James.

La donna più giovane, che trasportava un bambino, guardò James, che era ferito, e sembrava sconvolto. "Va tutto bene, figliolo?", chiese. Ma James non rispose. Jon insisteva che bisognava subito trasportarlo alla più vicina stazione di polizia; avrebbero pensato loro a prendersi cura di lui. Ma la donna sentiva che qualcosa non andava. Era ormai buio, e i due ragazzi non sembravano sinceri. Chiese all'altra donna di tenerle il bambino, ma questa si rifiutò, perché temeva la reazione del suo cane. I ragazzi si allontanarono. La donna più giovane gridò loro se erano sicuri di conoscere la strada. Jon indicò davanti a sè: "Seguiremo questa strada, signora".

Entrarono in un negozio. Robert chiese al gestore dove avrebbero potuto comprare caramelle per il loro fratellino. Il negoziante notò i tagli e le ferite di James. Si fermarono poco più tardi in un negozio di animali, e rimasero per un po' ad osservare gli acquari. Il gestore notò che era un po' strano il modo in cui Robert teneva James, rifiutando di lasciargli andare la mano.

Fuori, un incendio divampava lungo la strada. I bambini rimasero ad osservarlo per un po', poi si allontanarono nel forte traffico di Church Road West. Incontrarono altri due ragazzini, con un paio di manette giocattolo, che per scherzo minacciarono di usare su Robert e Jon. I due ragazzini notarono il piccolo ferito. "Chi è?" chiesero. Robert rispose che si trattava del fratello minore di Jon, e che loro lo stavano riportando a casa.

Jon, Robert e James proseguirono ancora per un po', e si trovarono davanti all'entrata della stazione ferroviaria Walton & Anfield su Walton Lane, una piccola stazione pressoché in disuso. Tornarono indietro lungo la strada principale e si infilarono in un vicolo, da cui riemersero subito dopo. Erano le 17:30 ed il sole era ormai tramontato. La stazione della polizia era alla loro destra, la casa di Robert alla loro sinistra. Ma i due ragazzi decisero di tornare verso la ferrovia, evitando la stazione di polizia. In tutto, durante la loro lunga passeggiata, erano stati visti da 38 persone, che poi avrebbero testimoniato qualche giorno dopo, e su cui si sarebbero appuntate diverse polemiche, poiché nessuno era intervenuto.

Mentre si dirigevano verso la ferrovia, Jon strappò il cappuccio dal giubbotto di James e lo gettò fra gli alberi. Esso era servito a nascondere le ferite di James; Jon, a quel punto, lo ritenne evidentemente non più necessario.
L'omicidio

I fatti stabiliti dal processi mostrano che, nei pressi della stazione ferroviaria, uno dei ragazzi tirò la vernice blu, acquistata quella mattina, sulla faccia di James. Essi lo colpirono con dei mattoni, con dei sassi e con una sbarra d'acciaio pesante 10 kg . Uno (o entrambi) dei due ragazzi lo prese a calci, e Tohmpson diede una pedata così forte al viso del piccolo che l'impronta della sua scarpa vi rimase stampata, venendo ritrovata giorni dopo dall'analisi forense. Quindi gli abbassarono i pantaloni ed uno dei due ragazzi (o entrambi) maneggiò i suoi genitali (come risultò dall'autopsia). Furono ritrovate accanto al suo cadavere le pile stilo acquistate da Strand; si ritenne che fossero state infilate nel retto del piccolo, ma ad una più accurata analisi, oggi si è dimostrato che gli furono messe in bocca.

James subì fratture al cranio dovute all'utilizzo della sbarra d'acciaio. Tuttavia, secondo Alan Williams, il medico forense che esaminò il caso, James soffrì tante ferite che è impossibile stabilire quale sia stata quella fatale.

Prima di lasciarlo, i ragazzi depositarono Bulger, ancora vivo, sui binari ferroviari, coprendo la sua testa con sassi, nella speranza che un treno lo investisse e la sua morte sembrasse accidentale. Dopo che gli assassini ebbero abbandonato il luogo del delitto, il corpo del piccolo fu tranciato in due da un treno .

Due giorni dopo, il 14 febbraio, il corpo mutilato di Bulger fu ritrovato; il medico forense verificò che era morto prima del sopraggiungere del treno.

Quando si chiarirono le circostanze della morte, i tabloid denunciarono le persone che avevano visto James Bulger che veniva trascinato per la città e non erano intervenute, come i "38 di Liverpool" (si parlò di un effetto Kitty Genovese). Sul luogo dell'omicidio tutte le famiglie locali depositarono fiori in memoria di James, ed una rosa fu depositata anche da Robert Thompson (non ancora indagato).

Il crimine scatenò un'ondata di rabbia a Liverpool. La famiglia di un ragazzo che fu interrogato, ma successivamente rilasciato, fu costretta a cambiare città. La fine delle ricerche avvenne quando una donna, che credette di riconoscere nelle immagini della telecamera dei grandi magazzini due ragazzini locali, contattò la polizia, che arrestò i due sospetti. La giovane età dei ragazzi scioccò gli investigatori. Le prime notizie sulla stampa e le informative della polizia avevano parlato genericamente di "due giovani" (suggerendo che i due ragazzi fossero adolescenti), essendo difficile dedurre la loro età dalle confuse immagini della telecamera di sorveglianza.
L'interrogatorio

Thompson e Venables si accusarono l'un l'altro dell'omicidio. La condotta dei due ragazzini, durante l'interrogatorio, risultò diversa: Thompson rimase sostanzialmente freddo, piangendo solo occasionalmente e in maniera poco credibile e negando sempre qualsiasi addebito, affermando anzi (quando non poté più negare di essere presente sulla scena del crimine) di aver tentato di salvare James da Venables, descritto come uno psicolabile; Venables fin dall'inizio ebbe una reazione isterica piangendo ininterrottamente, e fu molto difficile condurre a termine l'interrogatorio; era molto preoccupato dal giudizio di sua madre. Quando sia il padre che la madre gli dissero che avrebbero continuato a volergli bene lo stesso, egli saltò in braccio a sua madre e sospirò: "Io l'ho ucciso. Direte a sua madre che mi dispiace?" ("I did kill him. What about his mum, will you tell her I'm sorry?"). In brevissimo tempo iniziò ad ammettere i crimini, tradendosi e aggiungendo nuovi particolari alla sua narrazione. Affermò che l'idea e la messa in atto del crimine era stata di Thompson e che lui si era limitato a partecipare in maniera passiva (ad esempio, ammise di aver tirato dei sassi su James, ma disse di aver tirato solo pietre leggere e lisce, e di aver di proposito mancato il bersaglio, mentre Thompson aveva materialmente ucciso il bimbo; negò tutte le altre accuse).

I test forensici verificarono che entrambi i ragazzi avevano i vestiti sporchi di vernice blu, la stessa ritrovata sul cadavere; entrambi avevano sangue sulle loro scarpe; il sangue sulla scarpa di Thompson fu attribuito a Bulger dai test del DNA.

Entrambi i ragazzi attribuirono al compagno l'omicidio, e affermarono di essersi sporcati toccando James nel tentativo di salvarlo dall'altro. Thompson fece notare agli investigatori di avere un fratellino della stessa età di James Bulger: "Se avessi voluto uccidere un bambino, avrei potuto uccidere lui". Affermò che anche gli insegnanti potevano testimoniare che il peggiore fra lui e Venables era il compagno. Disse agli investigatori di aver portato un fiore sul luogo del delitto perché "James sapeva che ho fatto quel che potevo per aiutarlo". Ma l'analisi del cadavere mostrò sul viso di Bulger l'impronta della scarpa di Thompson.

Jon Venables affermò che Robert Thompson era "più una ragazza che un ragazzo" e che si succhiava il pollice; sottintese che era stato lui ad abbassare i pantaloni a James. Disse che tutti i suoi guai erano iniziati quando l'aveva conosciuto e che i suoi genitori non volevano che lo frequentasse.

Indagini sulle famiglie dei due bambini rivelarono che Thompson, figlio di un'alcolista, era stato ripetutamente violentato dal padre e che aveva avuto rapporti simili col fratellino, mentre Venables, figlio di genitori divorziati, entrambi con un passato di depressioni patologiche, aveva un fratello maggiore e una sorella minore con problemi comportamentali. Il fratello soffriva di labbro leporino e studiava in una scuola speciale, in cui studiava anche la sorella, affetta da handicap. Venables era cresciuto con la sensazione di essere trascurato ed aveva subito continue prese in giro dagli altri bambini a causa delle deformazioni dei fratelli, ed anche a causa del suo strabismo. A scuola era stato di continuo oggetto di bullismo. Aveva conosciuto Thompson a scuola, dopo che entrambi erano stati bocciati; da allora si era trasformato lui stesso in un bullo, affrontando però sempre bambini più piccoli di lui e sempre in presenza dell'amichetto (perché era "troppo pauroso" per assalire ragazzi della sua età o "per fare cose cattive" senza l'approvazione di Robert). Poiché i due ragazzi, soprattutto Venables, disturbavano lo svolgersi delle lezioni, gli insegnanti avevano preso ad isolarli. Con il passare del tempo i due avevano iniziato a marinare la scuola sempre più spesso e a vivere sulla strada; la cosa aveva molto irritato i genitori di Venables che avevano proibito al figlio di rivedere Thompson. Il padre l'aveva chiuso in casa per un periodo, ove egli aveva trascorso tutto il suo tempo libero a guardare in TV film noleggiati dal genitore, in particolare film dell'orrore.
Il processo

Nei giorni successivi all'arresto, i ragazzi furono chiamati solo "Bambino A" (Thompson) e "Bambino B" (Venables). Alla chiusura del processo, il giudice ritenne che i loro nomi potevano essere rivelati (in ragione dell'entità del crimine e del suo effetto sull'opinione pubblica), ed essi furono identificati con lunghe descrizioni del loro background sociale e delle loro vite. Lo shock del pubblico aumentò dopo la diffusione (posteriore alla chiusura del processo) di foto segnaletiche scattate durante l'interrogatorio. Le foto mostravano due bambini spaventati e molti non riuscivano a credere che un simile crimine potesse essere stato perpetrato da due persone così giovani.

5000 manifestanti stazionarono davanti alla Corte di South Sefton durante la prima apparizione dei ragazzi dinanzi alla corte. I genitori degli accusati furono costretti a trasferirsi sotto falso nome a causa delle minacce di morte.

Il processo vero e proprio ebbe luogo a Preston: fu condotto come un processo di adulti, con gli accusati sullo scranno separati dai loro genitori. Entrambi i ragazzi sedevano di fronte alla giuria su una sedia rialzata (per consentirgli di vedere oltre lo scranno progettato per adulti) con due assistenti sociali ai loro fianchi. Alcuni giornali contestarono il comportamento dei difensori.

Questi aspetti furono criticati dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, la quale affermò che i due ragazzi non avevano ricevuto un giusto processo.

I ragazzi, che non testimoniarono in propria difesa, furono giudicati colpevoli e condannati alla prigionia in un carcere minorile. Il Lord Capo di Giustizia, Lord Taylor of Gosforth, giudicò successivamente che la coppia avrebbe dovuto trascorrere almeno 10 anni in custodia. Ciò fu contestato dalla Law Lords, che giudicò "illegale" per il Segretario aver deciso una sentenza minima per colpevoli al di sotto dei 18 anni d'età.

Nell'ottobre del 2000, il Capo di Giustizia Harry Woolf ridusse la sentenza minima di due anni, in ragione della buona condotta in carcere e per il rimorso mostrato negli anni della detenzione, ripristinando la sentenza originaria di 8 anni minimi di detenzione.
Appello e rilascio

Nel 1999,gli avvocati di Venables e Thompson fecero appello al Tribunale Europeo dei Diritti dell'Uomo, affermando che il processo ai loro assistiti non era stato legale, dal momento che essi erano troppo giovani per essere giudicati da una corte per adulti. Lamentarono che l'atmosfera di eccessiva tensione aveva reso impossibile un equo processo. La Corte rispose favorevolmente.

Nel giugno del 2001, dopo 6 mesi di revisione, i ragazzi furono giudicati non più una minaccia per la pubblica sicurezza e poterono essere rilasciati, essendo scaduto nel febbraio di quell'anno il tempo minimo di detenzione. Il segretario David Blunkett approvò la decisione, ed essi furono rilasciati poche settimane più tardi, sotto identità segreta in base ad un programma stile "protezione di testimoni". Essi vivono sotto una "licenza a vita", che consente la loro immediata incarcerazione qualora dovessero rivelarsi nuovamente dei pericoli pubblici. Inoltre, è stato loro vietato di incontrarsi.
Controversie successive

Il Manchester Evening News nominò l'istituto di sicurezza nel quale i ragazzi erano stati detenuti, violando l'ingiunzione di segretezza rinnovata nel 2001. Nel dicembre di quell'anno, il giornale fu costretto a pagare 30.000 sterline di risarcimento alla corte e ricevette una multa di 120.000 sterline.

Il Guardian rivelò che entrambi i ragazzi si erano diplomati durante la loro detenzione. Il giornale riportò anche che la famiglia di Bulger aveva chiesto un esame per verificare se Thompson fosse uno psicopatico, citando la sua mancanza di rimorsi durante l'interrogatorio e il processo. La sua scarsità di reazioni emotive all'epoca dei fatti, in stridente contrasto con Venables, era però stata ampiamente analizzata dagli psicologi. Al momento del rilascio, sia Thompson sia Venables avevano perso ogni traccia del loro forte accento scouse.

Nessuna significativa azione o pubblicazione contro Thompson e Venables è stata compiuta dal loro rilascio. Tuttavia, la madre di Bulger, nel 2004, ha affermato di aver ricevuto una fonte anonima che le aveva consentito di localizzare Thompson. Dopo averlo visto, era rimasta "paralizzata dall'odio", e le era stato impossibile confrontarsi con lui

Nel 2007, fu ingiunto ad una rivista non britannica di non rivelare le nuove identità di Thompson e Venables.

Nel giugno del 2007, un videogioco basato sulla serie TV Law & Order, fu ritirato dai negozi in Gran Bretagna perché contenente la famosa immagine di Venables mano nella mano con Bulger dinanzi ai grandi magazzini Strand, proveniente dalle telecamere di sorveglianza. La famiglia della vittima protestò per la cosa.

Nell'agosto del 2009 una emittente televisiva utilizzò un vero documentario sul caso per pubblicizzare il suo programma City Homicide. L'uso del documentario fu criticato dalla madre di Bulger e l'emittente si scusò.
Arte e cultura popolare

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