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Kinzica de' Sismondi

Post n°1851 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Kinzica de' Sismondi, giovane figlia di una nobile famiglia (alcuni dicono una principessa), appartiene alla storia della città di Pisa perché, secondo la leggenda, salvò la città dall'invasione dei saraceni di Mujāhid al-Āmirī, italianizzato in Musetto.

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La tradizione [modifica]

Si racconta che la giovane Kinzica, che quella notte non riusciva a dormire, fosse stata la prima ad accorgersi che i pirati stavano sbarcando furtivamente nel quartiere meridionale della città, che all'epoca era particolarmente sguarnita di uomini abili alla difesa. Subito prima che il borgo fosse messo a fuoco dai saraceni Kinzica riuscì a raggiungere i consoli della città, che, suonando con forza le campane della torre del Palazzo degli Anziani, riuscirono ad avvisare la popolazione.

A questo punto la leggenda diverge leggermente. Una versione vuole che, mentre la città si metteva in armi, i pirati, scoraggiati dal fallimento del loro attacco a sorpresa, si ritirassero velocemente al suono delle campane, che si amplificava nel silenzio della notte.

L'altra versione vuole che i cittadini pisani avessero combattuto aspramente gli invasori saraceni, con Kinzica stessa che nel cuore della battaglia li incitava a resistere. I pisani ottennero una schiacciante vittoria e tutti i saraceni furono uccisi. Il pirata Mujāhid (Musetto) non doveva evidentemente essere tra questi, perché le fonti storiche dicono che morì in altre circostanze.

Studi storici [modifica]

Secondo la leggenda, questo episodio si verificò nel 1004 o nel 1005, quando il grosso della flotta e dell'esercito della Repubblica di Pisa erano impegnati nella conquista di Reggio Calabria, sempre a danno dei saraceni.

Gli storici, tuttavia, osservano che l'aggressione saracena contro Pisa del 1004 (alcune fonti parlano del 1015) fu un completo successo per i pirati: i vecchi e i bambini rimasti in città furono trucidati; solo le donne vennero lasciate in vita e, comunque, molte di esse furono rapite e vendute come schiave. Sembra quindi poco probabile che questa aggressione corrisponda alla vicenda di Kinzica.

Se mai la vicenda di Kinzica fu reale, si ritiene che l'attacco di Mujāhid al-Āmirī a cui fa riferimento sia avvenuto diversi anni più tardi: più probabilmente nel 1016 se non addirittura nel 1024, e che l'assenza della flotta pisana si possa spiegare con le operazioni navali contro i saraceni (e proprio contro Musetto in particolare) che avvenivano in quel periodo per il controllo della Sardegna.

Toponomastica e etimologia [modifica]

Indipendentemente dalla leggenda, è accertato che, già all'epoca delle repubbliche marinare, uno dei tre quartieri in cui era suddivisa la città di Pisa si chiamasse proprio Kinzica. L'antico quartiere Kinzica, la zona mercantile sulla riva sinistra dell'Arno, che sarebbe stata attaccata dai pirati, corrisponde approssimativamente all'attuale quartiere di San Martino.

Kinzica è un nome di origine araba: storicamente è noto che il quartiere dei mercanti di Pisa fosse uno di quei rari luoghi di incontro per individui provenienti da diversi paesi, soprattutto dell'Oriente (arabi, parti, caldei). Sembra quindi ragionevole che Kinzica fosse figlia di una famiglia di mercanti di origini non italiane e che abitasse proprio nel quartiere attaccato dai pirati. Per questa ragione sarebbe stata tra le prime persone ad accorgersi dell'attacco notturno.

Onori tributati oggi a Kinzica [modifica]

Un'antica statua a lei dedicata è inserita nella facciata di Casa Tizzoni, una casa-torre situata nella centrale via San Martino. È in realtà un frammento di bassorilievo proveniente da un sarcofago romano del III secolo d.C., raffigurante una matrona romana o una musa. Il volto sarebbe stato rielaborato nel secolo XII e il rilievo gode perciò di una grande popolarità. Le è stata dedicata anche una strada, nel centro storico della città.

Kinzica è il personaggio più importante della sfilata storica e della Regata delle antiche repubbliche marinare, come per Venezia è Caterina Cornaro. Nella sfilata, l'eroina pisana viene presentata a cavallo, nel centro del corteo, circondata da sei damigelle e da un palafreniere, e scortata da otto tamburini e quattro alfieri. Curiosamente pare che anche un antico pasticcino pisano, riscoperto di recente, venisse chiamato "Kinzica".

Nel 2005 è stata posta una sua statua in bronzo, creata dal maestro Angelo Ciucci, in piazza Guerrazzi, proprio alle porte del quartiere di San Martino. [1]

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