Il labirinto
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Marisa Bellisario (Ceva, 9 luglio 1935 – Torino, 4 agosto 1988) è stata una manager italiana.
Nata a Ceva, da padre pugliese di Gioia del Colle e da madre originaria del comune ligure di Altare, dopo gli studi superiori conseguì la laurea in discipline economiche nel 1959 presso l'Università di Torino. Successivamente, lasciata la provincia, e recatasi a Milano, entrò da neolaureata alla divisione elettronica dell'Olivetti[1].
Nel 1963 partecipò alla fusione dell'Olivetti con la Bull, e l'anno dopo assistette alla cessione della divisione elettronica di Olivetti alla General Electric[1].
Nel 1965 si trasferì in America dove, grazie alle doti già ampiamente riconosciutele e all'esperienza nella direzione aziendale, entrò a far parte del management della Honeywell[1].
Nel 1969 sposò Lionello Cantoni, professore di informatica dell'Università degli Studi di Torino ed EDP manager della Olivetti e della Fiat Auto[1]. La coppia non ebbe mai figli.
Nel gennaio del 1979 divenne Presidente della "Olivetti Corporation of America"[1].
Nel 1980 si iscrive al Partito Socialista Italiano[2], al cui interno diventerà membro dell'Assemblea Nazionale[3].
Nel 1981 Marisa Bellisario tornò in Italia per assumere la dirigenza della Italtel, grande gruppo industriale di 30 aziende elettromeccaniche con circa trentamila dipendenti, allora in grave crisi e da ristrutturare.
Il piano da lei proposto e seguito, che prevedeva l'avvio di nuovi progetti e la sostituzione della dirigenza, trasformò il gruppo Italtel in una moderna azienda. Il gruppo da lei diretto, in soli tre anni, elevò il proprio fatturato a 1300 miliardi di lire, producendo anche un notevole attivo. Per questo lavoro Bellisario ottenne il consenso dei sindacati che in precedenza erano stati dubbiosi nei confronti del suo piano di ristrutturazione[1].
Marisa Bellisario credeva nella meritocrazia e nella gerarchia del merito e si ritiene che fu vittima di pregiudizi antifemminili allorquando le fu negato il consenso del gruppo Fiat alla nomina ad amministratore delegato della Telit, azienda di riferimento del settore delle telecomunicazioni che avrebbe dovuto nascere dalla fusione di Italtel e Telettra[4].
Nel 1984 entra a far parte della Commissione Nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna, istituita dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi, come Presidente della sezione per le nuove tecnologie. Nello stesso anno la rivista Capital le dedicò una copertina[4].
Nonostante una malattia irreversibile (tumore alle ossa) che la portò lentamente alla morte, Marisa Bellisario continuò a gestire il proprio lavoro, anche a distanza, fino al termine dei suoi giorni[4].
Si spense il 4 agosto 1988, a soli 53 anni,[4] nella sua villa torinese presso la collina di Superga. Dopo i funerali, celebrati con cerimonia civile, fu sepolta nel cimitero di Ceva.
A lei sono intitolati la Fondazione e il Premio omonimo, assegnato ogni anno alle donne che si sono distinte nel mondo dell'imprenditoria[5], e ancora oggi viene ricordata come la donna manager più famosa d'Italia[6].
(Wikipedia)
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