Messaggi del 10/06/2011

Da dove viene la parola bischero?

Post n°55 pubblicato il 10 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Bischeri furono una cospicua famiglia fiorentina, il cui cognome costituisce una famosa etimologia popolare (che gode però di scarsa considerazione tra i linguisti) per bìschero, il tipico appellativo toscano indirizzato a persone poco furbe e ingenue. Eppure questa famiglia, a dispetto della spiacevole fama che l'accompagna, ebbe una notevole importanza economica e politica nella Firenze medievale e seppe anche riprendersi dal tracollo economico da cui ebbe origine il termine dispregiativo.

Si hanno tracce dei Bischeri in Firenze fin dalla metà del XIII secolo e nei decenni successivi questi si imposero come ricchi possidenti e mercanti, conseguendo molte cariche pubbliche, tra cui ben 15 priorati dal 1309 al 1432 e due gonfalonieri di Giustizia (Noferi e Giovanni).

La famiglia Bischeri aveva le proprie case nella zona tra Piazza del Duomo e Via dell'Oriuolo, nota oggi come "Canto dei Bischeri" ed il suo stemma era bardato di otto di nero e di oro.

Per quanto riguarda il poco gradevole appellativo, la tradizione fa risalire la sua origine al tempo della costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. I Bischeri possedevano infatti diverse case nell'area dove la Repubblica Fiorentina aveva progettato la costruzione del Duomo e il governo aveva offerto loro una congrua somma di denaro per acquistarle e liberare l'area. Si narra che la famiglia si rifiutasse allora di accettare l'offerta, volendo tirare ancora sul prezzo (tutti i terreni nella zona erano saliti di valore per speculazione da quando era stato iniziato il progetto della cattedrale) ma alla fine essi tirarono troppo la corda, facendo perdere la pazienza al governo fiorentino che espropriò le proprietà e risarcì i Bischeri con ben pochi fiorini d'indennizzo. Alcune versioni popolari più fantasiose parlando anche di un fortunoso incendio delle case dei Bischeri, ma si tratta di invenzioni.

Da questo tracollo finanziario la famiglia seppe riprendersi bene in seguito, nonostante una indubbia e poco gradita celebrità, che probabilmente fu una delle cause del cambio di nome familiare.

La decadenza della famiglia iniziò nel 1434, quando Barnaba, l'ultimo priore della famiglia, fu esiliato per dieci anni a Napoli per volere di Cosimo il Vecchio.

 
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Alcide

Post n°54 pubblicato il 10 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Era grande e grosso,con due mani immense.
Ti veniva da pensare che se si arrabbiava poteva spezzarti,ma non si arrabbiava mai.
A dispetto della mole,del vocione,era l'uomo più dolce e tenero del mondo e io lo adoravo.
Si chiamava Alcide.
Da piccolina gli uomini grandi e grossi mi facevano paura.
Ne sapeva qualcosa il fratello di mia madre,che si struggeva dalla voglia di prendermi in braccio e veniva sempre respinto dalle mie urla.Pover'uomo,quanto ci ha sofferto!
Con Alcide,invece, non è mai stato così.
Mi ricordo ancora bene la cucina di casa sua,dove lui "ragazzo invecchiato" come dicevano al paese di mia madre,viveva con la madre Irma,fedele lettrice di "Grand Hotel" (conservava le copie religiosamente,tutte impilate in un angolo e mi permetteva di sfogliarle a patto che lo facessi seduta sulle sue ginocchia).
Era una stanze grande,con un gran tavolone destinato ad ospitare tanti figli (in realtà lei e suo marito ne ebbero uno solo) e un gran camino.
Mio padre e io eravamo spesso da loro.
Fra papà,inglese di Londra, e Alcide,contadino pistoiese,era nata un'amicizia particolare.
Avevano in comune la passione per la pesca e il carattere taciturno.
In agosto,quando entrambi avevano le ferie,si ritrovavano.
Partivano la mattina presto,armati di rudimentali canne da pesca e bigattini (quei vermetti che servono da esca
e che fanno tanto schifo),con i panini che la irma preparava per tutti e due.
Spesso li accompagnavo io.
Ricordo ancora quelle mattine sull' Agna.
Loro sedevano su due massi vicini,non si guardavano e non parlavano.
Io invece giocavo poco lontano, ben attenta a non disturbarli.
In mezzo a loro mi sentivo grande e protetta.
A volte (spesso!) nn prendevano pesci,ma a loro non importava nulla.
Quello che volevano era starsene lì,insieme.
Ho un ricordo nel cuore,me lo porto dentro da anni.
Una sera,mentre mio padre e Alcide parlavano,io zitta zitta mi arrampicai sulle sue ginocchia.
Avevo una gran paura che mi mandasse via,non lo fece.
Mi fece accomodare con la massima delicatezza,facendomi appoggiare la testa al suo petto e continuando a parlare.
Ogni tanto mi accarezzava i capelli,e le seu grandi mani erano delicatissime.
Alla fine,cullata dalle voci,mi addormentai.
La mattina dopo mi ritrovai nel mio letto,in casa della nonna.
Seppi poi che lui mi aveva riportata a casa tendomi in braccio,facedo pianissimo per non svegliarmi.
Adesso Alcide non c'è più da anni,ma la sua dolcezza mi è rimasta dentro.

 
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Il centauro di S.Tobia

Post n°53 pubblicato il 10 Giugno 2011 da odette.teresa1958

mmagino,lettori miei,che pensiate che mi riferisca a un ragazzotto maniaco della velocità,disperazione dei genitori e pericolo pubblico.Beh,devo disilludervi:il centauro in questione è un arzillo ottantenne di S.Tobia,Mosè Raperonzoli.
Finora,non possedendo una moto,la sua era stata una passione platonica;disgrazia ha voluto che tre mesi fa,il nostro abbia azzeccato un terno al lotto che gli ha permesso di realizzare il sognodi una vita.Due settimane dopo l'Ada,sua legittima (purtroppo)consorte si è vista arrivare il marito in tenuta da motocilcista in sella ad un mostro nero e giallo.
-O me o lei!- ha intimato la donnina al marito:per tutta risposta è finita nel porcile.
E quello era solo l'inzio!
Mosè, del tutto partito,ha installato Trebisonda (la moto ,nda)in camera da letto per paura di furti;ha speso un patrimonio in prodotti per lap ulizia della moto e si è abbonato a tutti i periodici specilaizzati esistenti in Italia.
Ma questo è ancora nulla! Sentite cos'a ocmbinato in pochi giorni il terriible vecchietto.
LUNEDI' - In sella a trebisonda,Mosè andava a fare un giro quando ha incontrato Leone e lo ha invitato a fare un giro con lui.Due ore dopo ,Leone è tornato a casa stravolto,incapace di dire una sola parola.
MARTEDI' - Mosè si èrecato da Geppo,noto misantropo che vive solo con 15 pulciosissimi,ringhiosissimi e pelosissimi cani e per parlare usa le schioppettate.Il suo unico è Mosè,anzi lo era.
Qaundo i cani lo hanno visto arrivare,sono saliti in massa sul tetto, rifiutandosi di scendere.
Geppo nn ha gradito ed ha messo mano allo schioppo.
MERCOLEDI' - Per colpa di un moscerino,Mosè ha perso il controllo di Trebisondaed èfinito in casa Martellacci,uccidendo un tacchino,18 galline e 3 oche,distruggendo un covone di fieno e il servizio buono della Cesira.
GIOVEDI- Era giorno di mercato e l'Ada voleva andare in paese.Conoscendo la sua avversione per Trebisonda no n si apisce come ci sia salita sopra.Mezz'ora dopo,Mosè è arrivato in paese..solo.Si era perso l'Ada per strada,La poveretta,sbalzata dalla moto,era finita nel torrente;lì l'ha trovata il marito,bagnata e bestemmiante ma illesa.
Appena possibile, l'Ada si è trasferita a S.Giosuè dalla madre,un'arzilla signora di 109.
Le due donne attendono Mosè con gli schioppi caricati a sale.
VENERDI'- Da pochi giorni Ireneo ha un nuovo cane da caccia,chiamato Belva.Il cane e Trebisonda hanno avuto un incontro ravvicinato.OraBelva si crede un fagiano.
SABATO- Mosè ha partecipato ad una corsa motociclistica over 70 e ha vinto.Fra lui e la seconda classificata,Teodolinda Spillacchioni,è scoppiato il colpo di fulmine.I due sono fuggiti insieme,piantando i rispettivi coniugi.
Questo accadeva dieci giorni fa.
"Chi l'ha visto?" ha rintracciato i due colombi:si amano,stanno bene e vivono con una banda di motociclisti ciociari, i Puzzoni Volanti.Indovinate chi è il loro capo indiscusso?
L'Ada e lo Spillacchioni hanno chiesto la separazione.
Leone per lo spavento ha perso i capelli e se sente una moto si barrica sotto il letto.
I 15 cani di geppo sono scesi dal tetto,ma hanno perso voce e pulci.
Belva è seguito da dieci veterinari, ma il caso è disperato,
Tornerà il nostro centauro? Facendo gli scongiuri,il qui scrivente passa e chiude.
 

 

 

 

 
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Spesso il male di vivere ho incontrato

Post n°52 pubblicato il 10 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

 
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Libri dimenticati: Una donna e altri animali

Post n°51 pubblicato il 10 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Brunella Gasperini (1918/79) ha tenuto per anni su "Annabella" una rubrica di posta seguitissima.
Questo è uno dei molti libri che ha scritto,basandosi sulla sua vita.
Brunella pian piano conduce il lettore nel suo mondo,fatto di umani (marito,figli) e di animali (cani,gatti.uccellini).Le pagine avolte commuovono,a volte fanno ridere fino alle lacrime.
Consigliato a chi vuol riscoprire una grande giornalista e una grande scrittrice

 
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Frase del giorno

Post n°50 pubblicato il 10 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Ognuno si fa il letto dove dorme

 
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