Messaggi del 12/06/2011

Per amore,solo per amore

Post n°65 pubblicato il 12 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Parlavamo d'amore,se nn sbaglio,E proprio l'amore per la bella Fidalma Martellacci ha fatto perdere del tutto la testa a Berengario Capricorni (alias Dio ci scampi) e Ladislao Trogoloni,fratello maggiore dello scapestrato Bernabò,facendo loro combinare cose turche.Non mi credete?Leggete un po'!
LUNEDI'- Ladislao ha dedicato all'amata un poena di 2359 versi e glielo ha fatto recapitare.La Cesira ha usato i fogli come carta igienica.Per non essere da meno,Berengario ha inviato a casa Martellacci il suo ritratto,Teobalfo ha dichiarato al qui scrivente che nn aveva mai trovato uno spaventasseri migliore
MARTEDI'- Ladislao ha regalato alla Fidalma 257 rose rosse (tante quante le notti che ha passato insonne a causa sua,dice lui).Il nonno si è beccato l'orticaria perchè allergico.
Berengario le ha regalato 500 cioccolatini al liquore.Orestino,il figlio minore dei Martellacci,si è preso una ciucca colossale.
MERCOLEDI'- Berengario ha scritto a lettere cubitali "Fidalma ti amo!"su tutti i muri del paese.Quando ha provato a farlo sulla facciata della chiesa,Ireneo gli ha prima ficcato il secchiodi vernice in testa, poi gli ha fatto fare a calci il giro del paese.
Ladislao invece ha noleggiato un aereo che ha scaricato sull'aia dei Martellacci 3000 volantini multicolori con su scritto: "Sposami Fidalma!"
Isaia è rimasto sepolto sotto la valanga cartacea.
GIOVEDI'- Ladislao si è piazzato davanti a casa Martellacci con un megafono,dichiarando il suo amore alla Fidalma:lo hanno sentito fino a Firenze.Dopo dieci minuti è arrivato Geppo armato di schioppo:per lo spavento i suoi cani avevano perso il pelo.Ladislao è dovuto scappare,e i Martellacci hanno portato Geppo in trionfo.
Alle tre del mattino Berengario,armato di chitarra,si è piazzato sotto le finestre e ci èrimasto per sei ore,incurante di secchiate d'acqua,insulti e lanci di oggetti vari.
VENERDI- Berengario ha pensato di conquistare la Fidalma coi fuochi d'artificio:il pagliaio ha preso fuoco.
Ladislao,invece si è introdotto nottetempo in casa Martellacci,con lo scopo di rapire la Fidalma,disonorarla ecosì farla per sempre sua.L'idea nn era cattiva,ma ha sbagliato stanza e si è ritrovato a baciare in bocca Isaia,che lo ha buttato nella concimaia.
SABATO- Berengario ha spedito la madre a parlare con la Cesira,ignaro del fatto che Ladislao aveva avuto la stessa idea.
Dato che la signora Capricorni e la Bradamante si odiano da anni, è scoppiata una rissa che ha richiesto l'intervento della polizia.
DOMENICA- Armati di schioppi,Ladislao eBerengario si sono affrontati sulla piazza del paese.Si è evitata la tragedia perchè il Cornacchioni ha disarmato a colpi di spegnimoccolo i due matti e li ha poi scaraventati nella fontana,fra gli applausi degli astanti.
Mentre i due riemergevano dalle acque,sacramentanti e sputacchianti,sulla piazza è comparsa la Fidalma,mano nella mano al becchino Geremia:
La scellerata ha dichiarato al popolo e al comune che quello e solo quello era l'uomo della sua vita e voleva sposarlo quanto prima.
Idue spasimanti sono ricoverati in stato catatonico nella clinica Luminaris, e in casa Martellacci è scoppiata la guerra civile,perchè Teobaldo e la Cesira sono ben decise a impedire alla Fidalma di sposare il suo becchino.
In attesa di ulteriori sviluppi,passo e chiudo.



 
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Questa è una donna da ammirare.Spero di essere come lei

Post n°64 pubblicato il 12 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Stefania Chiusoli ha conosciuto l’uomo, che poi ha seguito per 23 anni nelle carceri di mezza Italia, dietro le sbarre della cella degli imputati di un tribunale. Lei, la moglie dell’avvocato, lui, l’imputato. È il 1975, è amore subito, lei lascia il marito, ma ha una vita già in partenza complicata, con tre figli da seguire, un lavoro. Eppure inizia un viaggio incredibile nei parlatori dei penitenziari dal nord al sud alle isole, costantemente in lotta contro chi, fuori, la crede pazza e incosciente..

"Ci fu la mia famiglia da affrontare", ricorda Stefania. "Ci furono la solitudine, e poi i dubbi, gli incubi… ma anche i pochi amici, quelli veri, il sostegno incondizionato dei figli. Ci fu tanto, incosciente ottimismo".

A dispetto di chi nella sua storia non avrebbe scommesso un centesimo, quella storia dura ancora oggi, che il compagno di Stefania è finalmente fuori, e lei l’ha scritta nel libro Quasi tutto ancora da vivere: "Fu come vivere per due, avere sensi potenziati, sensazioni moltiplicate. Quelle lettere, quel confronto, mi insegnarono il valore del tempo, dello spazio, delle piccole cose".



Di Stefania Chiusoli, maggio 2002



Io sono una che senz’altro ha frequentato tanto le galere in questi anni, perché ho seguito una persona che stava in carcere per 23 anni, e ho poi raccontato questa mia storia in un libro che si chiama Quasi tutto ancora da vivere.

Allora, quando è iniziata questa vicenda, non c’erano ancora le normative della legge Gozzini, che è venuta più tardi in soccorso per aiutare a far durare un affetto, per dare un poco di speranza. Io ho incontrato questa persona, questa persona l’ho conosciuta in tribunale, quando fu condannata all’ergastolo, quindi si apriva uno scenario cupissimo e lungo, senza speranza, perché, ripeto, ancora non c’era questa stupenda legge Gozzini che ha permesso di sperare in qualche cosa, ha dato un orizzonte, ha dato qualche cosa da attendere, perché voi sapete che laddove c’è scritto "Fine della pena mai" lo scenario si fa terribilmente buio e sembra di non avere nulla da perdere, quindi nulla in cui sperare. Questa legge ha profilato un orizzonte che mi ha dato la forza di resistere, di attendere questa persona che era stata condannata all’ergastolo, questo giovane che allora aveva 26 anni e che adesso ne ha 53.

È stato un percorso molto lungo, in tutte le carceri italiane, con tutta l’angoscia che lo accompagnava, adesso siamo alla fine, anche se la libertà condizionale ha, appunto, delle condizioni, ma ricordo ancora bene quando lui uscì dal carcere e in questi permessi incominciava ad assaporare, a sentire la vita, e c’erano poi tutti questi stridori terribili del ritorno, del rientro nel carcere.

Comunque questa legge è stata bellissima, perché ha dato modo alle persone di credere in se stesse, di responsabilizzarsi, di fare passi di nuovo nella vita con grande forza, e quindi è stata un graduale passaggio verso la libertà. La libertà poi ha comportato, nella convivenza con me (perché questo il libro che ho scritto racconta), questo incontro tra due persone che in fondo non avevano mai potuto conoscersi nella quotidianità, nelle piccole cose di ogni giorno, che poi hanno messo alla prova questo nostro sentimento, perché anch’io forse ero impreparata, la galera l’aveva fatta lui, il carcere lo aveva fatto lui, io avevo solo fatto un percorso difficile ma parallelo.

L’incontrarsi ha significato tutte queste cose, ma questi anni da un carcere all’altro, per quanto riguarda l’affetto, sono stati una disperazione, una disperazione così grande da non poterla dire, se uno l’ha provata.

Io ora credo che noi dobbiamo assolutamente lavorare affinché gli abitanti delle carceri non escano peggiorati, ma migliorati, perché alla fine saranno tra noi, saremo tutti insieme. E non c’è nulla, se non un abbraccio, che può sedare le angosce e dare la forza per continuare ad andare avanti. E ve lo dice una che dal ‘75 al ‘98 non ha avuto l’abbraccio dall’uomo che amava, ma anzi per sei anni lo ha incontrato nelle carceri speciali con i vetri divisori al colloquio che impedivano una carezza, che rendevano impossibile sentire gli odori, portare a casa qualcosa di lui.. È stato un periodo disperante, punitivo, non c’era assolutamente orizzonte. Io ho seguito e amato questo ragazzo condannato all’ergastolo e adesso viviamo insieme. Ma la gran parte della vita è fuggita così, come l’ho raccontata, da un carcere all’altro.

Commenti
  1. tuafarfallina.69 25 aprile 2011 ore 00.21 elimina commento blocca utente
    Donna molto coraggiosa...che x amore, ha affrontato mille difficoltà. Sicuramente, da ammirare.
    Mary smile
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Se questo è un uomo (Levi)

Post n°63 pubblicato il 12 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici:      Considerate se questo è un uomo    Che lavora nel fango    Che non conosce pace    Che lotta per mezzo pane    Che muore per un sì o per un no.    Considerate se questa è una donna,    Senza capelli e senza nome    Senza più forza di ricordare    Vuoti gli occhi e freddo il grembo    Come una rana d’inverno.   Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli.       O vi si sfaccia la casa,    La malattia vi impedisca,    I vostri nati torcano il viso da voi.”   

 
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Libri dimenticati: L'ammutinamento del Caine

Post n°62 pubblicato il 12 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Seconda Guerra Mondiale.
Il giovane Willie Keith ,nonostante il parere contrario della madre,si arruola volontario in Marina e viene destinato sul dragamine "Caine".
Abituato agli agi familiari ed alla serena vita di studente,Willie dovrà ben presto calarsi in un mondo del tutto diverso del suo,ed iniziare così un percorso di crescita personale.
L'arrivo sul "Caine" del nuovo comandante,il nevrotico e pavido Queeg,ossessionato dalla disciplina,che intende fari rispettare in un modo tutto suo ,scatenerà una serie di eventi che indurrà il secondo in comando,il mite Steve Maryk,a compiere un atto senza precendenti nella storia della marina americana e soprattutto in tempo di guerra:destituire il comandante e assumere il comando del "Caine",giustificando il fatto con l'instabilità mentale di Queeg.
Per questo atto Maryk,Willie ed altri vengono deferiti alla corte marziale.
Alla fine,comunque,la verità verrà fuori:Queeg è effettivamente malato di mente,quindi Maryk ha agito per il bene dell'equipaggio e non arbitrariamente.
Alla fine della guerra,l'ultimo comandante del "Caine" sarà proprio Willie.
La figura che spicca maggiormente nel romanzo, a parte Willie,è propprio quella di Queeg,a cui Humphrey Bogart diede il volto nella versione cinematografica.
Il lettore,pur non amando Queeg,non può,alla fine,non provare pietà per un uomo che in fin dei conti non ha colpa di quel che è,e che in un suo modo distorto compie il suo dovere fino in fondo.
Molto avvicente,da leggere

 
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Frase del giorno

Post n°61 pubblicato il 12 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Si può prendere in giro il popolo per un po' di tempo,non per tutto il tempo (Lincoln)

 
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